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Mi ubriacai come non avevo mai fatto. Purtroppo si rivelò che non reggevo minimamente l'alcool. Mi allontanai un secondo dal tavolo e mi investí una massa di gente e mi ritrovai sul retro del locale. Vomitai tutto quello che avevomangiato e bevuto. Mi sentivo veramente male. Barcollai fino alla porta e tentai di aprirla ma l'alcool nel mio corpo me lo impediva. Ero bloccata nel retro del locale, con la porta bloccata, la puzza di vomito che si diffondeva e non riuscivo nemmeno a pensare lucidamente. Potevo aspettare che qualcuno aprisse la porta ma nel retro ci va chi pulissce il locale, e avrei dovuto pulirlo io insieme ad Al. La mia unica possibilità era che lui si accorgesse dellla mia assenza e venisse ad aprirmi. Dopo un pò sentii la porta aprirsi e vidi una figura confusa avvicinarsi a me. Sentii una voce familiare, ma capii solo dopo che non si trattava di Al. Quello che successe dopo rimase nella mia mente come un'immagine molto confusa. L'unica cosa che mi ricordai fù che con quella persona mi sentivo al sicuro. Poi, non si sa come, finimmo a limonare per terra nel retro. L'effetto dell'alcool se ne andò abbastanza velocemente, ma non abbastanza per staccarmi in tempo prima che Al entrasse con la spaazzatura e ci sorprendesse sdraiaati mezzi nudi sul pavimento. Guardai in faccia la persona che stava sopra di me. Matt. Lo vidi guardarsi intorno disperato, prendere velocemente i vestiti e scappare, lasciando Al a bocca aperta, fermo sulla porta. Credo che capí la situazione. Capí che ero ubriaca fradicia. Per wuesto mi fece alzare e con attenzione mi fece salire sulla sua vecchia macchina e mi portò a casa. Dopodichè mi mise a letto e chiusi gli occhi. La mattina mi svegliai e sentii qualcuno muoversi. Guardai ai piedi del letto e trovai Al sdraiato per terra. Fú la prima volta che dormimmo insieme. Tentai di non svegliarlo e andai in bagno in punta di piedi. Mi vestii. Mi pettinai. Mi truccai e scesi a comprare la colazione. Non sapevo cosa piacesse ad Al, perciò presi una brioches e due ciambelle con la spremuta d'arancia. Quando tornai si era appena svegliato. Aveva l'aria molto stanca e due grosse occhiaie. "ciao, ti ho trovato qui qusndoo mi sono svegliata, quindi sono andata a prendere la colazione." Mi guardò per un lungo momento e realizzò. Diventò paonazzo e si mise a raccogliere le sue cose. "No, no, tranquillo, non c'è nessuno" non capivo perché era cosí in imbarazzo. Insomma, era il mio migliore amico. Di cosa poteva vergognarsi?

JODove le storie prendono vita. Scoprilo ora