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Layla's Pov
«Jefferson? Chi è Jefferson?» disse una signora, probabilmente una segretaria, entrando in classe.
«Sono io. Perché?» chiesi mentre lei si avvicinò al mio banco.
«Oggi ci sono i provini» mi disse consegnandomi dei moduli.
«Compila questi e presentati oggi in palestra alle 16:30» continuò.
«Wuo, wuo, wuo, quali provini? Ma di cosa sta parlando?» dissi io mentre tutta la classe si girò a guardarmi.
«Jefferson, puoi anche uscire se vuoi e poi rientrare quando ha finito di parlare con la signora» mi suggerì la prof.
«Grazie prof» mi alzai per raggiungere la signora che era già uscita dall'aula.
«Cosa non ti è chiaro?» mi chiese lei.
«Tutto. Quali provini dovrei fare?» chiesi io iniziando ad innervosirmi.
-Quelli per entrare a far parte della squadra delle cheerleader.
-C-cosa? Ma io non mi sono iscritta alle selezioni.
-Ma evidentemente qualcuno lo ha fatto, ora io devo andare.
-E se non volessi fare i provini?
-Allora da segretaria ti direi "È una bella opportunità anche per guadagnare crediti".
-E da donna?
-Da donna ti dico che se non fai i provini, sembrerai una fifona che ha paura di tener testa a quelle quattro oche ballerine.
Okay. Quella signora era il mio idolo.
-Non ho mai avuto paura di niente e nessuno, tanto meno di quelle...oche ballerine.
Lei mi sorrise e fece per allontanarsi.
«Ah...un'ultima cosa...non dire a nessuno quello che ci siamo dette, sai chiamare "oche ballerine" le cheerleader è molto controproducente come cosa» disse lei tornando indietro.
Io risi e poi le risposi «Non si preoccupi, e poi ora è lei che è una fifona»
«In questa scuola tu ci studi, io ci lavoro, se mi licenziano, io come faccio a crescere mia figlia e mio nipote» rispose lei.
«Lei è nonna?»
«Non tocchiamo questo argomento per favore. Mia figlia ha sedici anni, proprio come te...»
«Ed è già madre?» le parole mi uscirono di bocca prima che io potessi tapparmela.
«Non è come pensi. Mia figlia...è stata presa con la forza» disse lei con voce tremante.
«Ouh...mi dispiace».
«Veniva in questa scuola sai? Ma da quel giorno non è più uscita di casa per la vergogna, per la paura.»
Non sapevo cosa dire. Vedevo una madre distrutta e il futuro di una giovane ragazza andato in frantumi.
Non dissi nulla.
«Ragazza, quello che ti ho detto deve rimanere tra noi, va bene?» disse con gli occhi di una persona nella vita ne aveva passate tante, fin troppe.
«Va bene. Signora, vorrei...diciamo...conoscere sua figlia, ovviamente se non le dispiace» dissi io non sapendo dove posare lo sguardo.
Pur non conoscendo quella ragazza, mi sentivo in bisogno di aiutarla, di starle vicino.
Lei mi sorrise. Dio! Quanta forza ci vedevo in quel sorriso.
«Quando vuoi. Ti lascio il mio indirizzo. Ricorda che mia figlia si chiama Susan» disse dandomi un bigliettino con su scritto il suo indirizzo.
«Grazie» dissi io prendendo il bigliettino.
«Grazie a te» disse lei sorridendo.
Suonò la campanella che annunciava l'intervallo.
Wow! Parlammo per un'ora.
«Io ora devo andare. Sei una brava ragazza» disse lei.
«E lei una brava donna. Arrivederci» le risposi.
Lei prima mi sorride e poi si allontanò.
Iniziai a vagare per i corridoi. Vidi Henderson.
«Tu!» lo raggiunsi e lo tirai per un braccio fino ad arrivare dentro ad uno sgabuzzino.
«Uuuh...mi piace questa situazione» disse lui maliziosamente.
-Smettila e ascoltami.
-Cosa vuoi sapere?
-Centri qualcosa con la faccenda "cheerleader"?
-Se intendi dire se l'ho mai fatto con una cheerleader...be' essendo capitano della squadra di basket...
-No Idiota. Mi hai iscritta tu alle selezioni?
-Sì, non ringraziarmi.
-Ringraziarti? Io vorrei ammazzarti. Ti rendi conto del guaio che hai combinato?
-Guaio?
-Già. Non sono mai stata una cheerleader, non so come cazzo muovermi e soprattutto, non voglio stare con quella troia di O'Brien.
-Sul troia ti do ragione, ma non sul "non so come cazzo muovermi". Sei in gamba, scommetto che diventerai bravissima.
Wow! Non ci potevo credere. Logan Henderson che per una volta disse qualcosa di carino nei miei confronti.
Rimasi in silenzio.
«Oggi ci sono i provini» disse lui rompendo il silenzio.
«Sì, lo so. Ma cosa dovrei fare?» chiesi io.
«Ho assistito ad altri provini e in genere ti fanno fare una coreografia con le altre cheerleader» mi rispose.
«Perfetto!» dissi sarcastica.
«Non ti preoccupare, ci sarò io. Non lascerò che tu ti faccia male»
Okay. Mi stavo preoccupando. Perché improvvisamente Logan era gentile con me?
«Perché sei gentile con me?» gli chiesi.
«Sai, c'è una parte di me che non conosci, quasi nessuno la conosce. Tu conosci solo il "Logan Henderson lo stronzo capitano della squadra di basket", ma io non sono solo quello.»
Ero allibita. Non sapevo cosa dire. Rimasi in silenzio aspettando che lui continuasse a parlare.

Logan's Pov
Ero appoggiato al muro mentre parlavo con i ragazzi, quando vidi Layla avvicinarsi.
«Tu!» disse furiosa puntandomi il dito contro, poi mi tirò per un braccio e ci ritrovammo chiusi in uno sgabuzzino.
«Uuuh...mi piace questa situazione» dissi io col mio fare da solito cazzone malizioso.
«Smettila e ascoltami» disse lei.
«Cosa vuoi sapere?» le chiesi io.
«Centri qualcosa con la faccenda "cheerleader"?»
"È logico. Chi avrebbe mai avuto un'idea così stupida e allo stesso tempo così geniale se non io?" pensai.
«Se intendi dire se l'ho mai fatto con una cheerleader...be' essendo capitano della squadra di basket...» dissi io "vantandomi".
Sapevo cosa intendeva, ma adoravo stuzzicarla.
«No Idiota. Mi hai iscritta tu alle
selezioni?» disse lei avvicinandosi a me.
Stavo per impazzire quando sentii i nostri visi a dieci centimetri di distanza. Avrei tanto voluto annullare quei centimetri, ma, mio malgrado, non lo feci.
«Sì, non ringraziarmi» le dissi.
«Ringraziarti? Io vorrei ammazzarti. Ti rendi conto del guaio che hai combinato?». Sentivo il suo nervosismo, ma mi lasciai distrarre dal suo profumo. Profumava di prigionia e di libertà allo stesso tempo. Non stare con lei mi rendeva prigioniero di un sogno, stare con lei mi rendeva libero da un incubo.
Lei, era l'essenza del proibito.
«Guaio?» le chiesi.
«Già. Non sono mai stata una cheerleader, non so come cazzo muovermi e soprattutto, non voglio stare con quella troia di O'Brien» disse lei. Sentivo la sua paura, ma allo stesso tempo sentivo il suo coraggio, il suo "io ce la farò".
«Sul troia ti do ragione, ma non sul "non so come cazzo muovermi". Sei in gamba, scommetto che diventerai bravissima» le dissi. Io credevo in lei. Lei era l'unica certezza in una vita piena di incertezze.
Layla rimase in silenzio, probabilmente spiazzata dalle mie parole.
«Oggi ci sono i provini» ruppi il silenzio.
«Sì, lo so. Ma cosa dovrei fare?» chiese lei.
"Baciarmi, baciarmi" pensai tra me e me.
«Ho assistito ad altri provini e in genere ti fanno fare una coreografia con le altre cheerleader» le risposi.
«Perfetto!» disse sarcastica.
«Non ti preoccupare, ci sarò io. Non lascerò che tu ti faccia male»
Pian piano lei stava facendo emergere la parte migliore di me, o meglio, era lei la parte migliore di me. Quando ero con lei ero un'altra persona, una persona migliore e che sapeva amare.
«Perché sei gentile con me?» mi chiese confusa lei.
«Sai, c'è una parte di me che non conosci, quasi nessuno la conosce. Tu conosci solo il "Logan Henderson lo stronzo capitano della squadra di basket", ma io non sono solo quello.» le dissi guardandola negli occhi. Aveva gli occhi di chi era caduto molte volte ed ogni volta si era rialzato più forte di prima.
Lei rimase in silenzio e mi guardava come per capire.
Le presi la mano e la appoggiai sul mio petto, poi appoggiai le mie mani sulla sua.
«Senti? Ogni battito è dedicato a te» le dissi.
Lei rimase a guardarmi, senza dire niente, ma aveva lo sguardo che parlava, che recitava poesie bellissime.
«L-Logan...non so cosa dire»
«Non dire nulla. Hai lo sguardo che ti parla» le dissi io.
-E cosa dice?
-Che, a modo suo, anche il tuo cuore mi appartiene.
-Sbaglia allora. Non è il mio cuore ad appartenerti, ma è la mia anima. Logan, io sono arrabbiata con te. Mi hai tolto la libertà. Non faccio altro che pensare a te, costantemente. Sono arrabbiata con te perché quando sto con te impazzisco e quando non sto con te mi sento di morire.
Le sorrisi e lei fece lo stesso. Quel sorriso, solo Dio sa quanto io l'avessi aspettato.
A quel punto decisi di farmi coraggio, la baciai. In quel bacio provai di tutto. Per me il mondo avrebbe potuto finire anche in quel esatto momento.

My Bad Boy ||LH||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora