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Layla's Pov
Una volta fuori scuola, non vidi più Logan, probabilmente era ad allenarsi con la sua squadra, così decisi di andare verso casa, ma passai prima dal parco. Non l'avessi mai fatto.
«Ehi Jefferson» sentii una voce femminile alle mie spalle.
Mi voltai «Ehi O'Brien...ciao anche a te Sanchez»
«Forse non sono stata tanto chiara, vero?» disse la barbie acida mentre Sanchez continuava a guardarmi dal basso verso l'alto.
«No, infatti non lo sei stata. Spiegati meglio, minchia vuoi da me?» dissi io reggendo il suo malo sguardo.
«Ti ho detto che devi stare alla larga da Logan!» controbatté lei mentre l'altra cominciò a girarmi intorno come fa un lupo con la sua preda, ma la differenza è che loro non sapevano che ero io il lupo.
«1) Non scassare; 2) Ma lo vuoi capire o no che non ti vuole? 3) Tu smettila di girarmi intorno» dissi l'ultimo punto riferendomi a Sanchez, che finito di parlare, mi immobilizzó afferradomi da dietro, mentre O'Brien si avvicinò per darmi uno schiaffo.
Schivai il colpo e, con una testata all'indietro, riuscii a liberarmi dalla stretta.
«Non fatelo mai più. C'è ancora spazio al cimitero, se volete vi faccio la bara rosa» dissi io alternando lo sguardo tra le ambedue.
«Oh, ma davvero? Io credevo che gli ultimi due posti rimasti, li avessero occupati i tuoi genitori» disse O'Brien ridendo e Sanchez aggiunse anche la sua risata.
«Non avresti dovuto dirlo» le saltai addosso facendola cadere e mi sistemai a cavalcioni su di lei.
Sanchez cercava di tirarmi su per i capelli, ma io la spinsi facendola cadere. Quest'attimo di distrazione, permise a O'Brien di tirarmi un pugno tra naso e bocca, iniziai a sanguinare.
Continuavo a prenderla a pugni, avrei voluto fermarmi, ma non ci riuscivo.
Mi fermai solo quando sentii qualcuno sollevarmi da dietro.
«Layla, fermati, ti prego!» disse Logan stringendomi.
«Devo distruggerla...» dissi io dimenandomi per sfuggire alla stretta di Logan.
Tutto risultò invano: Logan mi prese in braccio a mo' di sposa e si allontanò, mentre quelle due troie si avviarono verso l'uscita del parco.
«Te la farò pagare Jefferson!» urlò O'Brien
«Contaci» cercai di urlare, ma non ci riuscii.
«Piccola, ma cosa ti è saltato in mente?» disse Logan baciandomi la fronte.
«Nulla Logan, scusami. Puoi farmi scendere?» chiesi io con un filo di voce.
Le parole di O'Brien continuavano a rimbombarmi nella testa.
«Ehi, stai sanguinando» disse lui guardandomi meglio.
«Tranquillo, non è nulla» dissi io pulendomi con una manica della felpa.
«Layla, non continuare a dire cazzate. Ora andiamo a casa mia e vediamo che ti sei fatta» disse lui avvicinandosi a quella che era la sua macchina.
Annuii semplicemente.
Mi mise a sedere al lato del passeggero e lui si sedette a quello del guidatore. Dopo essersi sistemato, partì.
«Devi cambiarti, sembri un'assassina» disse Logan ridendo leggermente
"Forse lo sono" pensai.
«Già. Quando arrivo a casa, mi faccio una doccia e mi cambio» dissi io.
«La puoi fare da me se vuoi» disse lui alternando lo sguardo tra me e la strada.
«Grazie, ma a casa tua non ho cambi, e poi non voglio disturbare nessuno» dissi io appoggiando la testa sul finestrino.
«Se vuoi passiamo a casa tua, prendi le tue cose e andiamo da me. E sappi che tu non disturbi mai» mi sorrise lui.
«Va bene» gli risposi sorridendo.
Lui arrivò fuori la casa dei miei genitori adottivi.
«Come fai a sapere che abito qui?» gli chiesi.
«Lunga storia» mi rispose col sorriso mentre parcheggiava la macchina.
«Vado un attimo» dissi io aprendo lo sportello della macchina.
«Vuoi che ti accompagni?» mi chiese lui.
«No, tranquillo. Hai già fatto tanto» gli diedi un bacio a stampo e uscii dalla macchina avviandomi verso l'entrata di casa.
Bussai pulendomi il viso sulla felpa.
«E a quest'ora che si arriva?!» disse Miranda, ovvero, la mia "madre" adottiva.
«Ho perso l'autobus» dissi io salendo le scale per arrivare in camera mia.
«E ora dove credi di andare?»
«Dormo da un'amica» dissi io mettendo una maglia larga bianca, un paio di shorts di jeans e dell'intimo pulito nello zaino.
«Tu non hai amici. Nessuno vuole essere tuo amico» disse lei.
Quella donna sputava veleno.
«Tuo malgrado, da oggi ne ho» presi il mio spazzolino da denti e scesi le scale.
«Sei solo un'ingrata» disse lei seguendomi.
Io la ignorai, aprii la porta di casa e uscii.
Arrivai alla macchina di Logan, aprii lo sportello ed entrai.
«Andiamo?» mi chiese lui.
«Sì»
Lui messe in moto e partì.
Arrivammo a casa sua dopo una quindicina di minuti, lui parcheggió, scese dalla macchina e venne ad aprirmi lo sportello.
«Ma che cavaliere» dissi io sorridendo e prendendo la mano che mi stava porgendo.
«Tutto per una così bella principessa»
Io gli sorrisi e lui fece lo stesso.
Quando guardai la casa, iniziai a diventare nervosa: avevo vergogna della famiglia di Logan.
«Cosa c'è?» disse lui ridendo, notando la mia espressione.
«È che ho vergogna dei tuoi» ammisi io.
«1) Le troie devono vergognarsi, non tu 2) Tranquilla, loro non ci sono» mi disse lui.
«Quindi siamo soli?» dissi io seguendolo verso la porta.
«Esattamente» disse lui aprendo la porta e lasciandomi entrare per prima.
Stavo diventando sempre più nervosa.
Una volta entrati, lui prese uno straccio, che bagnò con del disinfettante. Si posizionó davanti a me, si concentrò sulle mie labbra e poi ci passo lo straccio sopra. Mi pulí il sangue che mi usciva dal naso sempre con lo stesso straccio, poi mi guardò.
«Allora...la doccia è di sopra. Io ti aspetto qui» disse lui con una voce rassicurante.
Secondo me, capì che stavo diventando nervosa. Sembrerà assurdo, ma avevo paura che lui avrebbe voluto fare l'amore con me. Io ero vergine e non ero ancora pronta.
Lui si sedette sul divano e accese la Play Station, poi si voltò verso di me.
«Quando esci dal bagno, vieni qui, giochiamo alla Play Station».
Gli risposi annuendo, poi gli sorrisi.
Andai nel bagno, mi spogliai e entrai nel box della doccia.
Trascorsi una quindicina di minuti, uscii dalla doccia, mi asciugai corpo e capelli, indossai l'intimo, gli shorts e la maglia bianca, e ritornai da Logan.
Appena arrivai da lui, mi sorrise e io feci lo stesso. Mi fece cenno di sedermi vicino a lui, così io mi sedetti al suo fianco, presi un joypad e iniziai a giocare con lui. Non ricordo come si chiamasse il gioco, ma ci giocammo tutta la notte e ci divertimmo come due pazzi.

Logan's Pov
«Andiamo Capitano, a cosa stai pensando?» mi disse Kendall notando la mia distrazione nell'allenamento.
Non riuscivo a smettere di pensare a Layla.
«Ragazzi, per oggi basta. Continuiamo domani» dissi io.
«Va bene Logan» mi risposero insieme Carlos e James.
Kendall mi rispose annuendo e mi guardò come se stesse cercando di capire cosa mi stesse succedendo.
Uscii dalla palestra prima che mi potesse fare qualsiasi domanda.
Successivamente, uscii dalla scuola e cercai la mia macchina. Solo dopo ricordai di averla lasciata fuori all'entrata secondaria del parco per poter percorrere tutto il vialetto correndo.
Mi avviai verso il parco. Quando entrai, sentii delle urla e poi vidi una ragazza sopra ad un'altra: era Layla che stava prendendo a pugni O'Brien.
Decisi di correre verso di loro e sollevare Layla da dietro.
«Layla, fermati, ti prego!» le dissi io stringendola.
«Devo distruggerla...» disse lei dimenandosi.
La presi in braccio a mo' di sposa e mi allontanai da Sanchez e O'Brien, che si avviarono verso l'uscita del parco.
«Te la farò pagare Jefferson!» urlò O'Brien
«Contaci» cercò di urlare Layla, ma non ci riuscì. Era così stanca.
«Piccola, ma cosa ti è saltato in mente?» le dissi banciandole la fronte. Volevo rassicurarla, proteggerla, curarla.
«Nulla Logan, scusami. Puoi farmi scendere?» mi chiese con un filo filo di voce.
La guardai meglio e notai che perdeva sangue dal naso e dal labbro superiore.
Quelle labbra erano così dannatamente belle anche sporche di sangue.
«Ehi, stai sanguinando» le dissi guardandola.
«Tranquillo, non è nulla» disse lei pulendosi il viso con la manica della felpa.
«Layla, non continuare a dire cazzate. Ora andiamo a casa mia e vediamo che ti sei fatta» le dissi avvicinandomi alla mia macchina.
Annuì semplicemente.
La misi a sedere al lato del passeggero e poi mi sedetti a quello del guidatore. Mi sistemai, misi in moto e partii.
«Devi cambiarti, sembri un'assassina» dissi ridendo leggermente.
Volevo farla ridere ad ogni costo. Il suono della sua risata avrebbe placato il casino che avevo dentro.
«Già. Quando arrivo a casa, mi faccio una doccia e mi cambio» mi rispose.
«La puoi fare da me se vuoi» le dissi alternando lo sguardo tra lei e la strada.
Sarebbe potuta sembrare una proposta inadeguata, ma quella fu l'unica volta in cui non ci misi malizia nel fare una domanda di quel genere.
«Grazie, ma a casa tua non ho cambi, e poi non voglio disturbare nessuno» disse lei appoggiando la testa al finestrino.
«Se vuoi passiamo a casa tua, prendi le tue cose e andiamo da me. E sappi che tu non disturbi mai» le risposi sorridendo.
«Va bene» mi rispose a sua volta sorridendo.
Finalmente quel sorriso. Quel sorriso che riusciva a portarmi dritto in paradiso.
Arrivai fuori casa sua e mi fermai.
«Come fai a sapere che abito qui?» mi chiese Layla.
«Lunga storia» le risposi col sorriso mentre parcheggiavo la macchina.
Lo ammetto, una volta la seguii e la spiai.
«Vado un attimo» disse lei aprendo lo sportello della macchina.
«Vuoi che ti accompagni?» le chiesi io.
«No, tranquillo. Hai già fatto tanto» mi diede un bacio a stampo e uscì dalla macchina avviandosi verso l'entrata di casa.
Per perdere un po' di tempo, mi misi a leggere delle vecchie conversazioni con la mia ex, ovvero O'Brien. Io ancora oggi mi chiedo "Ma come diavolo ho fatto a stare con una così?"
Sentivo la madre di Layla urlare, ma decisi di non scendere dalla macchina, non volevo essere la causa di ulteriori problemi.
Vidi Layla uscire dalla porta di casa e avvicinarsi alla mia macchina.
Aprì lo sportello ed entrò
«Andiamo?» le chiesi.
«Sì» mi rispose lei.
Misi in moto e partii.
Arrivammo a casa mia dopo una quindicina di minuti, parcheggiai, scesi dalla macchina e andai ad aprire lo sportello a Layla. Le porsi una mano per aiutarla a scendere.
«Ma che cavaliere» disse sorridendo e prendendo la mano che le stavo porgendo.
«Tutto per una così bella principessa»
Le mi sorrise e io ricambiai.
Successivamente, vidi Layla con un'espressione strana, come se stesse diventando nervosa.
«Cosa c'è?» le chiesi ridendo.
«È che ho vergogna dei tuoi» mi rispose lei.
"Che tenera" pensai.
La guardai e le risposi.
«1) Le troie devono vergognarsi, non tu 2) Tranquilla, loro non ci sono»
«Quindi siamo soli?» mi chiese lei seguendomi verso la porta.
«Esattamente» le risposi aprendo la porta e lasciandola entrare per prima.
Una volta dentro, presi uno straccio e lo bagnai con del disinfettante.
Mi posizionai di fronte a lei, mi concentrai sulle sue labbra e poi ci passai lo straccio sopra. Le pulii il sangue che le usciva dal naso sempre con lo stesso straccio, poi la guardai.
Avrei voluto baciarla, fare l'amore con lei. Non sapevo se fosse vergine o no, ma nel suo sguardo leggevo che non era pronta.
«Allora...la doccia è di sopra. Io ti aspetto qui» dissi io come per rassicurarla, farle capire che non avrei mai fatto nulla contro la sua volontà.
Mi sedetti sul divano e accesi la Play Station, poi mi voltai verso di lei.
«Quando esci dal bagno, vieni qui, giochiamo alla Play Station» le dissi prendendo un joypad.
Iniziai a giocare prima a "Fifa street" poi quando arrivò Layla da me, cambiai gioco.
Le sorridi e lei fece lo stesso. Le feci cenno di sedersi vicino a me, così si sedette al mio fianco e prese un joypad.
Iniziammo a giocare. Non ricordo nemmeno come si chiamasse il gioco, ma era violento. Eravamo uno contro uno, e lei mi massacrò per tutta la notte.

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