Capitolo 3

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"O mamma mia, è tardissimo!" disse la ragazza guardando l'orologio attaccato alla parete.
"Mi scusi Emma, devo proprio andare o non potrò entare a scuola neanche in seconda ora" le sorrise e prese lo zaino da terra.
"Vai corri, mi troverai sempre qui" disse l'anziana signora mentre si alzava lentamente dalla poltrona. Si tese verso Emily e le diede un bacio sulla fronte. Non ne capiva il gesto, non erano così tanto in confidenza, ma lo apprezzò.
Corse nuovamente alla fermata dell'autobus e per fortuna quella volta riuscì a prenderlo. Arrivò a scuola giusto in tempo. Entrò in classe, mise la sua impronta sullo scanner e si mise seduta vicino ad April.
"Di nuovo in ritardo, eh signorina Bennett?" disse la professoressa Lewis mentre apriva il tablet. Digitò qualcosa e sulla parete della classe apparve l'argomento che la professoressa stava per spiegare.
"Mi scusi professoressa la sveglia non ha suonato e ho perso l'autobus".
Emily svuotò la cartella e iniziò a chiacchierare con la sua vicina. April era una tredicenne sempre solare e allegra. Aveva i capelli neri e gli occhi verdi. Era invidiata da tutte le ragazze, ma a lei non importava apparire bella alla gente. Lei voleva solo divertirsi.
"Lo sai chi mi ha chiesto di te?" disse con sorriso malizioso la ragazza.
"Chi?" Emily sperò con tutto il cuore che fosse la stessa persona che lei stava pensando.
"Harry!" April esultò.
"Harry Harry?" chiese emozionata Emily.
"Harry Harry! Il tuo Harry!" gridò la compagna che si fece zittire dalla professoressa.
"Non è il mio Harry.... e... e che ti ha detto?" la ragazza non riusciva a togliersi il sorriso dalle labbra.
"Mi ha chiesto perché non eri sul pullman stamattina, se stavi male. Che carino si preoccupa per te!" April fece un girdolino. Emily continuò a sorridere per il resto dell'ora fino alla ricreazione. Quando suonò la campanella, le due amiche si avviarono verso il loro posto. Nel cortile della scuola c'era un albero dove le due ragazza erano solite salirvi. Da quella postazione avevano un'ottima visuale. Ovviamente era vietato salirci, ma le due amiche avevano bisogno di confidarsi e spettegolare tranquillamente. April raccontò del suo week end alla sua amica che non la stava assolutamente ascoltando. Lo trovò vicino al muretto, insieme ai suoi amici. Harry aveva un anno in più di Emily. Aveva i capelli ricci, castani come i suoi occhi. Era la prima cotta della ragazza e ogni volta che lui la guardava, lei arrossiva.
"Mi stai ascoltando?" disse April muovendo una mano su e giù davanti la faccia dell'amica.
"Em.. cosa? si si". Il ragazzo si stava guardando intorno forse alla ricerca di Emily, sperò la ragazza. Si schiaffeggiò mentalmente, come poteva solo pensarlo?
"Perchè non ci vai a parlare?" chiese l'amica.
"Cosa? Chi io?"
"No, io. Sai è dall'asilo che vado dietro ad Harry" disse ridendo April.
"Ah ah ah. Non ci andrò a parlare. Gli uomini devono fare il primo passo..."
"così succede nei libri" completò April "l'avrai detto almeno mille volte" disse l'amica alzando gli occhi al cielo.
"Vai Emily! Va a parlarci, al massimo ti dice di andare via!"
"Grazie April, rassicurante". La ragazza era tentata all'idea di scendere e andare verso di lui. Presd coraggio e lentamente si incamminò. Durante tutto il breve tragitto Emily continuava a tormentarsi, a chiedersi se stava facendo la cosa giusta. Arrivò a pochi passi da Harry, poi si fermò. Che faccio? Che gli dico?  Prese un grande respiro e allungò la mano verso il ragazzo. Proprio in quel momento la campanella suonò e tutti quanti si diressero verso gli armadietti. Harry non si accorse della ragazza rossa in volto che era dietro di lui e si incamminò nella classe di quell'ora. Emily si girò a cercare April che la stava raggiungendo a passo svelto.
"Beh facciamo progressi dalla scorsa settimana!" Le amiche si abbracciarono ed entrambe sorrisero. Emily era delusa per non esserci riuscita, sapeva però che ci avrebbe riprovato. Prima o poi. Infondo aveva solo tredici anni. Non sapeva ancora il significato della parola amore.
All'ultima ora Emily ed April seguirono i primi dieci minuti di lezione, poi iniziarono a chiacchierare.
"April sai la libreria vicino casa mia? Quella con il cancello rosso?"
"Si certo, ancora esiste?". La ragazza si sentì quasi offesa, ma sapeva che in fondo aveva ragione. Non ci andava mai nessuno se non lei.
"Si quella... oggi ho parlato con Emma"
"Chi?"
"La proprietaria. Le ho chiesto di parlarmi di quando lei era adolescente"
"E che ti ha detto?"
Emily le raccontò tutto e più parlava più gli occhi dell'amica si illuminavano dalla curiosità.
"E poi che è successo?"
"Era tardi e sono dovuta scappare, ma sono troppo curiosa. Non vedo l'ora di tornare da lei"
"Poi mi farai sapere? Sono curiosa anch'io" Emily sorrise. April era sempre stata affascinata dalle storie che l'amica le raccontava. A volte erano libri che aveva letto, altre invece storie che le piaceva inventare. April non leggeva, ma non le dispiaceva ascoltare l'amica. La ragazza  aveva perso la madre dopo il parto ed era rimasta sola con il padre. Emily lo conosceva e lo trovava una persona meravigliosa. L'assenza di una figura materna sicuramente aveva segnato la ragazzina ma non lo faceva mai notare.
Quando l'ultima campanella suonò le due amiche si salutarono ed Emily corse a casa. Mangiò velocemente, era impaziente di continuare il racconto.

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