Di nuovo a pezzi

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Posò le sue labbra sulle mie

Mi aspettavo un'emozione forte, come se tutto svanisse e camminassi tra le nuvole, mi aspettavo improvvisamente di cadere nell'oblio,
Ma no, non successe; le sue labbra non erano quelle di prima.

Lo ribaciai tentando di racimolare un minimo di pelle d'oca, ma le sue labbra erano rigide, non calde e morbide, erano fredde e inaridite.

Sperai che fosse solo per questa volta, e non ci pensai troppo.
Ma mentre parlava, sentivo il bisogno di non ascoltare, non mi interessava, c'era qualcosa in lui che era cambiato e speravo non permanentemente.
Lasciai scorrere e entrai in classe, lo salutai e lui ricambiò.

Seguii a malapena le lezioni, aspettai con ansia le 9:50 cosicché iniziasse la ricreazione e io l'avrei potuto vedere.

La campanella suonò, uscii velocemente dalla classe e mi avviai per il corridoio.

Mi misi ad aspettare che salisse davanti all'entrata. Passarono prima 5, e poi 10 minuti ma lui non salì mai.

Alla fine della campanella rimasi delusa ma ero certa che, per una ragione o per un'altra non sarebbe potuto salire. Di certo non perché non voleva vedermi.

Tutto passò liscio fino alla seconda ricreazione, effettivamente lui non venne nemmeno dopo.

Era ovviamente occupato, aveva qualcosa di meglio da fare che stare con me, ma non potevo biasimarlo. Tutto era meglio che stare con me.

Passarono ancora le ore e uscii da scuola, dovevo aspettarlo perché sarei dovuta uscire con lui e una mia amica.

Mi raggiunse insieme a Eremy.

Gli sorrisi e ci incamminammo verso il ristorante.

A metà strada il telefono di Eremy squillò.

Fece una faccia strana e rispose. Vidi il sorriso spegnersi sulle labbra. Il viso incupirsi, e gli occhi inumidirsi.

Che era successo?

Lei disse "Ok ok, dammi due minuti e ti raggiungo, tranquillo, aspettami".
Pronunciò quella frase con aria ansiosa e in panico.

Le chiesi cosa fosse successo e lei disse con molta fretta che al telefono era il suo ragazzo e che mi avrebbe spiegato tutto successivamente.

Le feci un sorrisetto e un'occhiolino, lei ricambiò e scappò via correndo.

Mi girai verso lui e gli spiegai l'accaduto. lui sembrava sollevato dopo essersi tolto di mezzo Eremy.

Lo presi per mano e proseguimmo la strada verso il ristorante.

Arrivammo e lui mi aprì la porta senza guardarmi negli occhi.

Ci sedemmo e posò la sua mano sulla mia, accompagnando il gesto con un sorrisetto divertito.

Gli strinsi la mano e presi il menù per ordinare.

Dicemmo le scelte al cameriere, e questo si avviò verso la cucina.

Parlammo del più e del meno. Non ci fu nessuna situazione imbarazzante.

Finimmo il pranzo, non sapevamo dove andare e che fare, allora ci sedemmo sul bordo del marciapiede, lui mi fece vedere un piccolo tatuaggio all'henné, era sull'avambraccio, gli feci i complimenti e mi disse che se l'era fatto fare quel sabato, quando era andato al mare.

Dopo molti giri di parola ci scambiammo i telefoni.

Lui controllò le mie chat e io le sue.
Era un piccolo rituale che facevamo dall'inizio della nostra relazione.
Non aveva niente che non andava.
Stavo per restituirglielo, quando vidi che aveva una chat archiviata.

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