Capitolo 1 - La locanda

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La tormenta era implacabile. Il bianco della neve aveva ormai sepolto il terreno e continuava, trasportato dal vento furioso della bufera, ad avvolgere Ansfried e tutto ciò che gli era intorno.

In quella fredda notte d'inverno l'uomo era riuscito a raggiungere una locanda. L'edificio esternamente si presentava di dimensioni ridotte ma dall'interno ci si poteva rendere conto di quanto fosse ampio. La locanda era arredata quasi totalmente in legno; a destra dell'entrata vi era il bancone e davanti tutti i tavoli. In un angolo vi era un grande camino attorno al quale erano seduti molti anziani, nell'altro delle scalinate che portavano al piano superiore. Gli uomini, ai loro tavoli, ingoiavano boccali interi di birra in poco tempo e Ansfried assistendo alla scena ne restava sempre più stupito.

Si sedette ad un tavolo stremato. Il viaggio era stato davvero lungo e fino a quel momento non era ancora riuscito ad ottenere qualche momento di riposo. Al suo tavolo era seduto un uomo che, sorseggiando la sua birra, non si fece scappare l'occasione di scambiare due parole con il nuovo cliente.

"Oh-oh, eccone uno nuovo. Ricciolo, come ti chiami?" disse.

Ansfried non era mai stato molto confidente ma, data la situazione, si rese conto che avrebbe dato nell'occhio non rispondendo e quindi gli disse

"Ansfried. Piacere di conoscerti."

"È sempre un piacere incontrare altri ubriaconi, mi ricordano che non sono l'unico. Ah, io sono Joseph."

Ubriaconi. Come si permetteva quel lurido morto di fame di prendere in giro un Von Preussen?

"Cosa ci fai qui?"

"Ho abbandonato la mia vecchia vita tempo fa. Sono in viaggio da anni ma non riesco mai a realizzare il desiderio di poter ricominciare tutto da capo."

Ansfried rimase sconvolto. Non si aspettava che ci fosse qualcun altro con i suoi stessi progetti per il futuro.

"Davvero? Per me è lo stesso."

"Beh che dirti, ho perso tutte le mie ricchezze in gioco d'azzardo. Proprio con il gioco ero diventato più ricco. A te invece cosa è capitato?"

"È una storia di cui preferirei non parlare, o se proprio devo farlo preferisco in privato."

"Sono curioso - disse, buttando giù un altro sorso - vieni con me."

Gli fece segno di seguirlo. Ormai non poteva non farlo; sebbene non si fidasse per nulla di quell'uomo, doveva stare a quello che la situazione gli diceva di fare. Il suo racconto lo incoraggiò a seguirlo e si incamminarono quindi verso uno stanzino buio ed angusto. L'igiene non era il punto forte di quel postaccio.

"Allora, da dove vieni?" - disse, allena entrato - "Non preoccuparti, qui non viene mai nessuno."

In quel momento, non sapeva se rivelare la verità. Joseph gli era apparso come un uomo in gamba e un possibile compagno per il suo viaggio; non poteva perdere un'occasione tanto ambita.

"Prima che te lo dica, promettimi che non ne parlerai a nessuno."

"Ma non preoccuparti, cosa pensi? Io so mantenere i segreti."

Un un attimo cambiò ancora idea e raccontò una bugia. Joseph gli disse quindi

"Ma cosa credi che sia? Un allocco? Sei Ansfried Von Preußen, il famoso principe che ha abbandonato il regno di Prussia.

Ansfried rimase stupito. Non si sarebbe mai aspettato di essere riconosciuto.

"Ma è impazzito, sire?" - improvvisamente il suo tono di voce cambiò diventando più rispettoso - "La sua famiglia e il suo popolo la cercano. Perché ha abbandonato tutti?"

"È una storia piuttosto particolare. Mi raccomando, mantieni il segreto."

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