Capitolo 1.

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Alla frase "Torniamo a Beacon Hills" non ci credevo.. Dopo dieci anni che mi aveva strappato dalla mia città natale voleva riportarmi là, avevo gli amici qui, ero contenta anche se tornavamo là ma era strano, un conto era pensarlo e un altro farlo veramente. Di una cosa fui certa sarei tornata nella nostra vecchia casa e dove avevo i miei ricordi con Connor, i miei genitori non avevano avuto il coraggio di vederla, quando perdi qualcuno a cui tieni veramente hai perennemente la paura di dimenticarti come era quella persona, non vuoi ricordartelo come era in foto ma come era quando si svegliava la domenica mattina, quando ci litigavi, quando ridevi oppure come nel mio caso quando mi faceva il bagnetto, guardava i film della Disney con me.
«Quando partiamo?» domandai cercando di non farmi tremare troppo la voce, i ricordi iniziavano ad annebbiarmi la vista. Ero un misto di emozioni in dieci anni non eravamo mai stati a vedere la sua tomba, non ci riuscivano ma io avevo bisogno di andare lì e portargli i fiori, non volevo che pensasse che mi ero dimenticata di lui.
«Martedì partiamo così Mercoledì siamo già là.» Annuii semplicemente e tornai in camera mia senza fare colazione, mi era passata la fame. Mi infilai nuovamente e iniziai a piangere interrottamente, se fossi tornata là tutti i sentimenti che avevo represso sarebbero tornati a galla ed avevo paura ad affrontarli, non ci sarei riuscita sicuramente. A forza di piangere mi sentii chiudere gli occhi e mi addormentai nuovamente.
**********
Ero in stanza completamente bianca e davanti a me c'era Connor, spalancai la bocca in una "O" e rimasi ferma per alcuni secondi ma dopo mi sbloccai correndogli in contro, lo abbracciai fortissimo avvolgendo le mie braccia intorno al suo collo sorridendo, anche lui sorrise e si staccò poco dopo.
«Sorellina come sei cresciuta, sei grande quanto me.» scoppiai in lacrime e lui sorrise dicendo di non farlo, mi prese per mano e mi baciò in fronte.
«Devi tornare a Beacon Hills, tranquilla, ce la farai, sei forte, ti farai nuovi amici e forse potresti capire chi era quel misterioso Derek.»
«C-Come fai a saperlo?»
«Ti osservo da sempre piccolina, prometti che andrai avanti».
«Promesso Connor.»
«Adesso, Emy, svegliati che la mamma ti sta chiamando».
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Mi svegliai e trovai la faccia di mia madre davanti agli occhi
«Finalmente ti sei svegliata, hai due fette di pizza sul comodino se ti viene fame. Poi dopo se vuoi puoi iniziare a mettere le tue cose negli scatoloni.»
«Ma che ore sono?» domandai ancora addormentata.
«Le quattro e mezza.» rispose ridendo, mia madre non rideva spesso ma quando lo faceva era bellissima. Mi alzai leggermente e la abbracciai forte baciandola sulla guancia, la amavo moltissimo, senza di lei non sarei davanti.
«Ti voglio bene mamma e sei contenta tu di tornare là, lo sono anch'io.» sorrise e mi baciò la fronte, dicendomi di mangiare. Mi alzai piano, alcune volte se mi alzavo troppo veloce mi girava la testa. Mi lavai il viso e tornai nuovamente nella mia camera mettendomi a sedere iniziando subito a mangiare, mi era venuta una fame assurda, forse grazie a Connor. Una volta finito di mangiare e bere il bicchiere di thé freddo presi gli scatoloni iniziando a togliere le foto in cornice, quasi tutte erano con Connor, poche che con le mie amiche. Le avvolsi nella carte da imballaggi e le infilai nella scatola con scritto "Foto/poster". Staccai accuratamente i miei poster di Guerre Stellari e della Marvel, ero una piccola nerd e ne andavo fiera.
*********
Dopo due ore finii di imballare ogni cosa tranne il letto e il comodino, quelli mi servivono. Andai giù, oramai era ora di cena, mi sedetti accanto a mia madre e mangiammo cinese, adoravamo i cibi orientali. Finii e tornai su andando nuovamente a dormire sperando di rivedere mio fratello.
**********
Il grande giorno arrivò e montai in macchina insieme alla mia famiglia intenti per tornare nella mia città natale, ero misto di preoccupazione e eccitazione, dovevo stare tranquilla ed essere forte, l'avevo promesso a Connor. Arrivammo dopo qualche ora ed ero già davanti casa nostra, non era cambiata di un millimetro. Papà pagava una coppia per prendersi cura di casa nostra fino ad oggi. Aprii il cancelletto mi guardai attorno, c'era ancora i fiori di mamma che io strappavo per portarli a una mia amica. Papà mi raggiunse e aprii la porta di casa mi fiondai nella mia camera mia ed iniziai subito a sistemarla, misi le foto e i poster, cambiai le lenzuola, misi i vestiti nell'armadio, sistemai perfettamente tutto. Domani sarei già andata a scuola ed ero contenta, non mi piaceva stare senza far niente. Andai nel bagno del piano della mia camera, ne avevamo due per i piani della casa. Feci una doccia rilassante e mi lavai anche i miei capelli mossi castani, li odiavo, li tenevo sempre legati, perché andavano da tutte le parti. Uscii dalla doccia e mi avvolsi in un asciugamano, lo specchio si era completamente appannato così ci passai la mano sopra e tornò normale. Mi specchiai leggermente e iniziai a pettinarmi i capelli rendendoli lisci ma subito dopo si riformarono i ricci. Misi l'intimo e il pigiama, tornai in camera e mi infilai nel letto ma quella notte non riuscii a dormire, passai l'intera notte a fissare il soffitto, era l'ansia da primo giorno di scuola anche se era metà anno. La notte per mia fortuna passò in fretta, mi alzai, dopo essermi lavata i denti e truccata, mi vestii con un paio di jeans stretti neri e una felpa di Spiderman ai piedi delle vans completamente nere. Preparai lo zaino mettendo dentro qualche quaderno e i libri che erano di Connor, forse sarebbero serviti a qualcosa. Uscii di casa e mi incamminai verso la scuola, arrivai in tempo e andai in presidenza per perdere l'orario.

Lo sviluppo delle ore fu totalmente uguale, presentati, condoglianze per il fratello morto, e spiegazioni del programma. Mancò poco al suono della campanella, quando sentì il drin fastidioso, mi alzai e uscii dalla classe ma un ragazzo mi fermò.
«Ehi Emily! Andavamo all'asilo insieme, ricordi?»
«Stiles!» urlai entusiasta e lo abbracciai dolcemente.
«Abbiamo avuto economia insieme ma non mi hai notato! Pensavo che non ti ricordassi di me» disse ridendo
«Scusami Stilinski ma ero distratta dal modo bizzarro di insegnare del Coach.» osservai ridendo. «Scott come sta?»
«Bene, bene. È fidanzato, con Allison Argent! È nuova di queste parti.» l'avevo sentita nominare in qualche corso di oggi. «Vieni all'uscita con me così lo rivedi e ti presento gli altri.» disse uno Stiles tutto sorridente. Annuii ed andai all'uscita con lui, Scott mi vide e disse «Emily?»
«Si, sono io.» disse ridendo e Scott mi abbracciò quasi stritolandomi.
Mi presentarono tutti e fin da subito Allison e Lydia mi erano state simpatiche. Dopo circa dieci minuti arrivò una camaro nera da qui scese un ragazzo, leggermente più grande di noi, e venne verso Scott borbottando che avessero un problema. Quando si girò verso di me riconobbi quei gli occhi verdi, li avevo già visti dieci anni prima, era Derek. Il Derek del mio ricordo aveva circa 14-15 anni ed adesso l'avevo davanti che mi fissava.
«Derek.» sussurrai automaticamente.

This Was Boy I Loved. {Derek Hale} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora