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Mi sveglio.
Sono le 3 del mattino , e a questo c'è una causa : devo partire.
E si. Sarà difficile , visto che da New York devo trasferirmi in un tutt'altro stato.
Sydney, Australia. Questa è la mia destinazione .
Scendo dal letto e mi stiracchio.
Successivamente, raggiungo la cucina per fare la mia solita colazione.
Pancakes, frutta. Ecco.
-buongiorno tesoro -
Arriva mio padre e successivamente mi bacia la fronte.
-giorno papà- dico io tutta elettrizzata.
-sei felice ?- chiede agitato. Sembra che se gli dicessi di no , lui potrebbe restarci male.
- si - scelgo un sì. Anche se per me sarà difficile lasciare i miei amici.
Lo so che gli amici vanno e vengono, ma non mi capiteranno mai come loro.
Soprattutto Sindy.
Bionda, bella, alta, atletica, intelligente.
Perfetta direi.
Appena finisco di fare colazione, vado a fare una doccia.
L' acqua è calda.
Adoro farmi la doccia, beh sopratutto perché ti lascia riflettere. Anche se non nego che fingo di cantare !
E odio il sapone negli occhi, visto che più di una volta quel cavolo di shampoo è riuscito a bruciarmi le pupille.
Finisco di risciaquarmi e mi asciugo .
Indosso l'intimo e i vestiti, successivamente piastro i capelli.
Li odio mossi, visto che i miei sono così.
Invidio tanto le ragazze che hanno i capelli lisci e sempre puliti e profumati.
I miei quindi sono il contrario.
Metto mascara e fondotinta (visto che la mia pelle non è una delle migliori ).
Raggiungo la mia camera e mi vesto.
Maglione bianco, pantaloni neri, Vans bianche.
Abbiniamo.
Infine prendo la mia valigia colma di vestiti e prodotti, e vado in salotto.
Mio padre arriva poco tempo dopo.
È tutto elegante, giustamente.
Visto che appena arriveremo dovrà fare un colloquio di lavoro, per essere assunto.
Non che non abbia il lavoro, ma il suo capo l'ha dovuto trasferire per affari.
Ed io ci rimetto.
-andiamo tesoro ?-
Annuisco silenziosamente e lo seguo fino all'auto.

Qualche minuto dopo.

Arriviamo all'aeroporto, dovremmo prendere il volo per Sydney.
Dopo mezz'ora d'attesa, la solita voce meccanica della cassa ci annuncia che è giunto il volo New York - Sydney.
Ci imbarchiamo in aereo, io mi siedo da sola, vicino al finestrino dell'aereo.
Mi piace guardare fuori dal finestrino, anche se il paesaggio è monotono.
Azzurro del cielo e bianco delle nuvole.
Metto le auricolari alle orecchie e faccio partire la musica.
Gli occhi piano piano iniziano a cedermi fino a chiudersi del tutto.

- svegliati Meghan -
Apro gli occhi lentamente, mentre mio padre continua ad agitarmi come una bottiglia di Coca-Cola che sta per esplodere.
Scendiamo dall' aereo appena decollato e saliamo su un taxy.
- Yellow Street , grazie -
Mio padre indica la via al tassista .
Poco tempo dopo arriviamo.
Appena scesa dall' auto riesco ad ammirare la nostra casa.
È enorme !
Anche se mio padre è abbastanza ricco, non mi vanto. Non ne ho motivo.
È il suo lavoro. Quindi se lui si può permettere certe cose è solo perché si impegna.
Attraversiamo il portone di casa, e direi che l'interno è molto più grande di come sembri dall' esterno.
Mi dirigo al piano di sopra, dove inizio ad auspicare ad una stanza abbastanza carina, che sarà la mia futura camera da letto.
Scelta!
Mio dio è perfetta.
È molto grande ma non troppo, ha un letto enorme (come piace a me) , poi una scrivania , un armadio davvero gigante e varie mensole .
Ha anche una splendida visuale sul mare.
È forse il giorno più bello della mia vita questo ?
Amo completamente il mare !
Sistemo i miei vestiti e i miei oggetti nell' armadio e sui mobiletti di legno presenti nella stanza.
Mi butto a peso morto sul letto per la stanchezza. Il viaggio è stato lunghissimo e , visto che qui a Dicembre fa caldo, devo ancora adattarmi al cambiamento climatico.
- Meghan, vieni a cenare tesoro ?-
Mi richiama mio padre dal piano di sotto.
Azzardo un mugugno e , lentamente, mi alzo dal letto ancora stanca e titubante.
La sala da pranzo è molto grande, ha i mobili in legno verniciati di bianco ( che mio padre ha precedentemente riempito con oggetti e foto ), e addirittura un tavolo lunghissimo con circa otto posti.
Mi chiedo chi si sarebbe seduto su quei sei posti mancanti, visto che io e mio padre siamo soli come dei gatti ,in questa casa.
Ceniamo con molta tranquillità e silenzio.
Visto che nessuno di noi due ha parlato.
Io e mio padre siamo molto legati, ma quando si tratta di tirar fuori argomenti di cui parlare, io sono negata.
Non ho mai niente da dire ; e questo è un altro motivo per cui essere timida.
La timidezza per me è qualcosa di così struggente.
È struggente perché non puoi più prendere parte di un discorso e dire la tua, nel caso l'opinione dell'altro fosse negativa.
È struggente perché pensi di essere sempre al centro del mondo, pensi sempre di essere osservata da chiunque ti circonda, anche se non è così.
Dopo aver cenato, a causa della stanchezza e del richiamo verso il mio adorato letto, vado a dormire.
Giunta in camera, mi stendo sfinita sul mio bel lettone profumato e mi concentro sul soffitto.
Mh...vorrei addobbarlo ,o colorarlo, visto che è pallido.
Mi piace molto disegnare , quindi penso che lo decorerò con dei disegni, con le mie piccole e delicate mani.
Ma adesso basta pensare, please.
La stanchezza si inizia percepire.
Sopratutto lo noto a causa delle mie palpebre che stanno per cedere e ai primi sbadigli.
Poggio la testa sul soffice cuscino e mi copro con le coperte, ma poi, ricordandomi che qui fa caldo, mi scopro.
Ah, perché certo, io non l'ho sentito prima il caldo ...*perché così tanta sbadataggine in una persona sola?*
Chiudo gli occhi e , finalmente, inizio a dormire.
Mi chiedo quando comincerà la vera avventura in questa nuova città.

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