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Quattro Cose Che Derek Ha Detto Mentre Lui E Stiles Erano Fin Troppo Vicini.E Una Che Stiles Ha Detto A Derek : seconda parte  

L'afa è stata insopportabile per tutto il giorno e non accenna a scemare. Si muore di caldo, l'Arizona fa schifo e il motel è davvero una merda.

Stiles odia i motel. Li ha sempre detestati fin da quella volta in cui, anni fa, lui e gli altri sono finiti bloccati in un buco infestato di fantasmi peggio che nella canzone degli Eagles e Scott ha dato di matto per colpa del Darach, ha deciso di darsi fuoco e ci è quasi riuscito. Stiles se la ricorda bene la cavalcata all'inferno che gli è toccata, dopo quella notte.

Questo di motel è perfino più brutto. La tappezzeria è verdolino-bile, il pavimento non si capisce nemmeno di che colore fosse in origine, e sembra di stare dentro un forno oppure in un film di Tarantino di quelli riusciti male. Condizionatore rotto, letto che cigola, pale del ventilatore a soffitto che girano così lente da smuovere a malapena un filo d'aria. Ci vorrebbe solo qualcuno che arrivi ad accoltellare il primo malcapitato che osi farsi una doccia e il cliché sarebbe perfetto. Sì, non ci manca che Norman Bates, ma Stiles è certo si potrebbe rimediare alla sua assenza. In fondo l'intero branco è appena sfuggito dalle grinfie di un gruppo di cacciatori rinnegati, non deve essere poi così difficile trovare nei paraggi anche un simpatico serial killer.

Che poi... davvero, Stiles a volte vorrebbe poter chiamare ai Piani Alti, in Cabina di Regia, nella Stanza degli Autori e fare due chiacchiere con gli Sceneggiatori, o con il Direttore Artistico, ecco, sì, con l'Altissimo in persona, ammesso che esista, perché avrebbe due cosette da discutere con lui riguardo alla Trama. Insomma, sta diventando monotono con questa cosa dei cacciatori. Ok che gli Argent non sono più il nemico da una vita, ma non bastavano i Calavera e quegli altri venduti che hanno provato a sterminare il branco di Satomi? No? Sul serio era necessario che dei pazzi armati fino ai denti sconfinassero e cercassero di rapire uno di loro per loschi motivi a cui, francamente, Stiles non vuole ripensare mai più, perché quando si è cominciato a parlare di lotta all'ultimo sangue e di scommesse clandestine s'è incazzato così tanto che il suo solo pensiero è stato: formuliamo un piano e spacchiamogli il culo. E il piano ha funzionato, quindi lui adesso dovrebbe essere felice e non ancora furioso.

Sì, va bene, gli secca che il branco debba un favore ai Calavera. Quei figli di puttana hanno cercato di nuovo di reclutare Lydia e quando Stiles vede Araya gli viene voglia di ficcarle un cactus su per il... ma non è quello il punto. Per una volta, e non era nemmeno la prima, i bastardi sono stati utili e dalla parte del giusto.

Stiles non lo sa cosa gli rode tanto. Sa solo che in quel momento dovrebbe avere il cervello spento e le sinapsi beatamente fritte dal piacere che sale e sale sempre di più a ogni nuova spinta dei fianchi di Derek. Sta godendo, Cristo, non è che il suo corpo non stia andando in fiamme e le sue braccia non stiano tremando mentre si aggrappano con forza alle sbarre della testiera del letto. È solo che Stiles ha ancora dentro un sacco di rabbia e di veleno che non riesce a eliminare sino in fondo.

Quella gente organizzava sul serio combattimenti tra Licantropi. Per fortuna lui non ha avuto la disgrazia di dover assistere a uno di quegli scempi. Però gli sono bastate le gabbie elettrificate – specie quelle ormai vuote – e la puzza del sangue nell'aria per sentire lo stomaco che si ribaltava, e ora lo sa dove vorrebbe portarlo il suo stupido cervello sempre acceso. Sono ore che la sua mente ci prova e che Stiles scaccia l'immagine mentale di uno dei suoi amici... di Derek...

«Più forte» ansima, con una voce così rauca che lui per primo stenta a riconoscerla. «Ancora... più forte...»

Derek lo accontenta. Scivola quasi del tutto fuori dal suo corpo e poi serra la presa sui suoi fianchi e affonda con così tanto slancio che la testiera del letto va a sbattere contro il muro e Stiles geme e mugola a voce davvero troppo alta.

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