Capitolo 11

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Lucia's pov

Scesi di sotto,andai in cucina e mi misi a sedere al tavolo,vicino mia madre.
Subito avvertì molta tensione,infatti appena finita la cena andai subito a buttarmi sul divano in salotto per guardare la TV e evitare conversazioni.
La accesi e decisi di guardare una puntata di Dott.House.
D'un tratto sentì arrivare qualcuno.
"Dammi il telecomando." disse Jonathan .
"Ma che cazzo vuoi?Stavo guardando io la TV"
"Senti,questa non è casa tua e decido io cosa guardare."
"Jonathan! Smettila! Questa è anche casa di Lucia ormai!"urlò Jim.
"Sai che c'è? Andate tutti a fanculo."
Poi Jonathan prese le chiavi e uscì di casa.
Questa non è casa tua.
Quelle parole ronzavano nella mia mente.
Era vero,quello non era il mio posto, non lì,non con quell'uomo di fianco a mia madre,non in quella città.
Una lacrima scese lungo la mia guancia.
Così presi il giubbotto dall'appendi-abiti e uscì.
Era molto tardi e non si vedeva nulla ma preferivo non sapere dove mi trovavo piuttosto che stare altri 20 secondi in quella dannata casa.
Continuai a camminare lungo quella strada.
Le uniche fonti di luce erano dei lampioni deboli e lo schermo del cellulare.
Mentre ero immersa nei miei pensieri,qualcuno mi bloccò il polso.
"Cosa ci fa una bella signorina a quest'ora tutta sola?"
Un uomo sulla cinquantina e palesemente ubriaco mi si parò davanti e mi sbatté al muro.
Si avvicinò pericolosamente ed io iniziai ad avere davvero paura.
"Lasciami stare!" urlai.
"Sta zitta e fa la brava"
Avvicinò la mano al mio seno e incominciò a testarlo.
Cercai di divincolarmi dalla sua presa e urlare ma fu tutto inutile.
Con una mano mi strappò la T-shirt che avevo sotto il giubbotto e mi abbassò il reggiseno.
"Lasciami andare,ti prego." dissi ormai in lacrime.
"FERMATI BASTARDO" Sentì una voce roca provenire dall'altro lato della strada.
Era Jonathan.
"Che cazzo vuoi? Ho da fare" disse l'uomo.
"Non provare a farle del male."
Si avventò sull'uomo e lo colpì in pancia e sul viso.
Dopo vari colpi lo lascio sanguinante sulla strada.
Mi guardò e disse:
"Copriti."
Ero talmente paralizzata che non mi ero neanche resa conto del fatto che avevo le tette di fuori.
Rossa dall'imbarazzo mi girai e chiusi la cerniera del giubbotto.
"Come stai? Ti ha fatto del male?"disse dolcemente.
"Abbastanza bene,ho solo qualche livido. Tu?"
"Anche...andiamo."
Mi fece salire sulla sua moto che aveva parcheggiato poco più avanti.
Salì e mi cinsi il suo busto con le mie braccia. Aveva un buon profumo.
Dopo guardando la strada,notai di aver camminato a lungo senza accorgemene.
Arrivammo davanti casa e mentre apriva la porta dissi:
"Non dire niente a mamma e Jim..."
"Come vuoi." disse indifferente e entrò.
Era tardissimo e andai subito in camera mia.
Misi il pigiama e mi tuffai fra le coperte.

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