Capitolo II: Una nuova Avventura

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Passarono otto giorni, io ero ancora sospeso, invece mio fratello aveva ricominciato la scuola, le condizioni di papà sembravano stabili: ne migliorava, ne peggiorava e la mamma andava all'ospedale a trovarlo ogni pomeriggio.

In quegli ultimi giorni le acque sembravano essersi calmate, l'unica pecca era lo stato di salute di nostro padre, il quale non dava cenni di ripresa, però, in quel maledetto mercoledì, successe l'inaspettato, anche se in fondo, da tempo, tutti noi temevamo potesse accadere.

Tutto iniziò quando, in una casa semi desolata, mentre la mamma stava in cucina a cucinare ed io in salotto a guardare la TV, squillò il telefono di casa e dall'altra parte della cornetta c'era l'unica persona che in quel momento non volevamo chiamasse, o per lo meno non per la notizia che ci diede.

Alla mamma le prese un colpo, lasciò cadere la cornetta del telefono per terra e, mentre le scendevano le lacrime dagli occhi, iniziò a respirare a fatica, per poco non cadeva pure lei, per fortuna mi ero recato in cucina a vedere chi avesse chiamato, ormai le telefonate erano diventate un ossessione, aspettavamo notizie dall'ospedale da un momento all'altro.

Era tutto finito, il suo vecchio e decrepito cuore aveva smesso di battere, il mondo quel giorno aveva perso una grande persona; Quella telefonata la fecce lo zio Albert che, con molta delicatezza, disse alla mamma che era morto.

In seguito ad un infarto il suo cuore aveva smesso di pompare sangue, all'età di settantaquattro anni il nonno ci lasciò per andare, si presume, in un posto migliore, la' dove non avrebbe più sofferto.

Questa notizia, dopo tutti gli avvenimenti di quell'ultima settimana, scosse e non poco la mamma, che cadde in uno stato d'animo molto simile alla depressione, se non addirittura in depressione; Ella nei giorni successivi non partecipò minimamente all'organizzazione del funerale, anzi si racchiuse in se stessa e a fatica riuscivamo a strapparle qualche parola da bocca.

Dopo pochissimi giorni, per l'esattezza il 23 Settembre, venne il momento di seppellire il caduto e in quel giorno, ancora più del solito, Miky si comportava in modo strano, quando li parlavi non ti rispondeva, camminava a testa bassa e se lo guardavi negli occhi sembrava quasi che ti chiedesse aiuto, in un primo momento pensai che fosse solo molto triste per la morte del nonno, ma c'era qualcos'altro sotto.

Per tutta la mattinata stette davanti alla televisione a guardare i telegiornali e le notizie di cronaca nera, sembrava che fosse particolarmente attratto da un servizio in diretta che parlava di un giovane ragazzo, diciottenne, che si era buttata tra i binari di un treno e di una ragazza diciassettenne scomparsa, che a quanto pare era collegata con il ragazzo investito dalla locomotiva, o per lo meno quella fu la mia impressione a quei tempi e giusto per anticiparvi già qualcosina vi dico che non avevo tutti i torti.

Io provai più volte a chiederli che cosa avesse, ma egli continuava a rispondere che non mi riguardava e quando cercai di capirne di più guardando appunto il telegiornale egli spense la televisione e si rifiutò di riaccenderlo.

Ovviamente c'era qualcosa che non volesse farmi vedere, ma io in quel giorno non avevo tempo da perdere, perciò lo lasciai stare, avevo altro di cui occuparmi, ormai si era fatta ora di andare al cimitero a seppellire il nostro carissimo nonno.

A quel funerale c'erano all'incirca cinquanta persone, tra cui anche Lucifero, l'amico di Michelangelo, ma stranamente, dato che mi aveva confermato la sua presenza il giorno prima, non c'era Raffaello.

Comunque tra i presenti quasi tutti erano in lacrime, la nonna e lo zio specialmente, io mi trattenevo a stento e anche la mamma, come me, inizialmente si stava trattenendo, ma si vedeva che sarebbe scoppiata anche lei; Invece per quanto riguarda il mio fratellino niente, neanche una lacrima, continuava a pensare ad altro e a dirla tutta del funerale non li importava molto, ma c'era qualcos'altro che lo preoccupava e parecchio.

Nell'esatto momento in cui nostra madre iniziò a piangere, Miky la guardò per pochi secondi, poi sollevò lo sguardo verso il cielo e tutto ad un tratto iniziò a piovere. Sinceramente ancora oggi non saprei dirvi se fu una casualità oppure no, ma fatto sta che da quel momento tutto ebbe inizio, perchè egli mi prese per un braccio e mi tirò vicino a se, poi mi sussurrò all'orecchio queste esatte parole:

-Vieni con me!-, io mi girai e lo guardai come per dirli, che cosa ti prende, sei impazzito, ma egli continuò dicendo:

-Se mi segui sarai un Dio, se non di più!-.

In quel momento non riuscii a resistere a quelle parole, esse stimolarono notevolmente il mio interesse, allora ci allontanammo insieme da li, per andare in mezzo a degli alberi vicino a quel cimitero, cimitero che si trovava nelle vicinanze di un piccolo bosco.

Fero, vedendoci andare via all'improvviso senza dire niente, a sua volta senza farne parola a nessuno, ci raggiunse nella boscaglia.

Ad aspettarci in quel posto c'era Raffaello e non appena Miky lo vide rimase di stucco, quasi come se avesse visto un fantasma.

-Era ora... Vi sto aspettando qui da tre ore!-, esclamò Raff., guardandoci come se li avessimo fatto qualcosa di male,

-Come sarebbe, scusa... Tu cosa ci fai qua!?-, replicai all'affermazione di Raff., il quale, molto stizzito, ribadì:

-Come sarebbe, mi stai per caso prendendo in giro, sei stato tu a scrivermi questa lettera che tuo fratello mi ha dato!-, rispose Raffaello, mostrandomi una busta di colore blu scuro.

In quella lettera, con poche parole scritte con la mia calligrafia e consegnata da mio fratello, si chiedeva a Raffaello di raggiungerci in quel posto alle otto e mezza del mattino e quell'ora era ormai passata da parecchio, dato che erano già le undici passate.

Il poveretto ci aveva aspettati li per più di tre ore, ma la cosa strana è che io non avevo scritto quella lettera, anche se potevo giurare al cento per cento che quella era la mia scrittura.

-Ma che cosa sta succedendo?-, domandai a voce alta, senza sapere a chi lo stessi veramente domandando,

-E' quello che vorrei sapere anch'io!-, affermò a quel punto il mio amico, allora, anche se sembrava sorpreso da quella cosa ancor più di noi, intervenne Miky guardandoci in faccia e dicendo:

-Raff. mi dispiace averti mentito ed aver fatto attendere così a lungo, ma purtroppo abbiamo avuto dei contrattempi... Comunque quella lettera l'ho scritto io per potervi incontrare tutti qui allo stesso momento ed invitarvi a partire con me per un'avventura indimenticabile!-, Raffaello, abbastanza perplesso, rispose ponendo a sua volta un'altra domanda:

-Ma che storia è questa?-, invece Fero con sicurezza, freddezza e serenità, senza chiedere alcuna spiegazione, rispose:

-Non so di cosa si tratta, ma io ci sto!-.

-Allora chi vuole venire si avvicini, appoggi una mano su di me e chiuda gli occhi che si parte!-.

La cosa mi puzzava abbastanza, Michelangelo scriveva veramente male e non riuscivo a credere che fosse riuscito a ricopiare il mio modo di scrivere alla perfezione, ma comunque spinti dalla curiosità e non avendo ancora del tutto perso la fiducia in mio fratello mi aggregai a Lucifero ed appoggiai una mano alla sua spallina destra.

Raffaello non ci stava capendo più niente, ma alla fine dei conti non li costava niente appoggiare una mano sul corpo di Michelangelo, senza poi contare che Raff. era un amante dell'avventura e del rischio.

Storia & Misteri: " I Viaggiatori del Tempo "Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora