Lettera 1

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Caro lettore,
spesso il tempo passa e non ce ne accorgiamo.
Sembra ieri che successe tutto questo.

Lo guardai negli occhi, e sentii le farfalle nello stomaco. Avvicinai le mie labbra alle sue, e le guardai. Mi resi conto che erano bellissime, combaciavano perfettamente: le sue labbra erano state create per baciare le mie. Le nostre labbra si sfiorarono, e cominciò così una dolce danza, le lingue si cercavano, si incrociavano per poi respingersi.
Mi sentivo così bene, con il cuore leggero, un sorriso stampato in faccia, e la testa su una nuvoletta, sulla quale esistevamo solo noi, un paradiso insomma.
Avevo voglia di togliermi i vestiti, e spogliarmi di tutte le insicurezze, sentirmi bella, sentirmi sua, e riscoprire ogni angolo di me.
Desideravo fare l'amore, intensamente, per ore.
Non era la prima volta, ma ogni volta era come se fosse la prima, indimenticabile.
Mi stesi su di lui, e sussurratogli che lo amavo, gli presi il viso tra le mani, e ricominciai a baciarlo, questa volta con più veemenza. Con le braccia mi avvolse, e mi strinse talmente tanto da farmi mancare il fiato.
Cominciò a ricoprirmi, con baci umidi, il seno.
Mi morse i capezzoli, e gemei. Mi cinse i fianchi con le braccia, e poi mi tolse quel poco di stoffa che mi copriva, e mi ritrovai nuda.
Con un leggero movimento mi spalancò le gambe, e appoggiò la testa a pochi centimetri dalla vulva.
Era seducente. Alzai gli occhi al cielo, e poi li chiusi.
Passò qualche minuto così, è come se aspettassi qualcosa, che arrivò dopo qualche istante.
Lui fece un movimento di scatto, e scomparì la lontananza tra la sua lingua e il clitoride. Sospirai.
Compiva movimenti circolari lenti, che man mano andarono a velocizzarsi.
Le sue dita mi penetrarono agili e io mugolai.
L'eccitazione era alle stelle.
Improvvisamente suonò il citofono, interrompendoci.

Era il corriere, con un pacco molto piccolo.
"Cosa c'è qui dentro?" pensai, e ancora prima che aprissi bocca per domandare, lui mi rispose.
"E' per te, aprilo."
Erano due monetine vecchie spagnole, spedite dalla Germania.
"Ho pensato che anche tu, come me, debba avere nel portafoglio delle monetine portafortuna."
Questo gesto dolce, mi fece capire che lui, desiderava il meglio per me.
Una monetina era da 1 PESETA e l'altra da 5.
"Le porterò sempre con me" gli dissi abbracciandolo.
Lo ringraziai tantissime volte, e lui mi spiegò che è normale che un ragazzo faccia dei doni alla sua principessa.
Ci sistemammo sul letto, uno accanto all'altro.
"Ti amo" mi ripetette tante volte con voce soave.
"Dove eravamo rimasti?" mi domandò.
"Qui" gli risposi, infilando la mano sotto il jeans.
Continuammo a fare l'amore.
Alla fine eravamo sfiniti entrambi.
"Sono stanca" mormorai.
"Dormi piccola" mi disse. Seguii il suo consiglio, e caddi in un profondo sonno.

Dopo un po' mi svegliarono dolci bisbigli.
"Dormiglionaaa, guarda cos'ho per te"
Mi aveva preparato dei biscotti deliziosi!
"Amore, ma la finisci di sorprendermi?"
"Facci l'abitudine."
"Ti amo."
"Io di più."

Era bellissimo stare con Alex, e stare a casa sua.
Casa mia la odiavo, o meglio, odiavo la gente stupida in cui ci viveva.
Mia mamma non mi voleva sotto i piedi, e faceva di tutto per rendermi la vita impossibile.
Per fortuna, la mamma di Alex, Anne, era un angelo: mi voleva davvero bene, e mi trattava come una figlia.
Poco dopo il mio risveglio, tornarono Anne e Just, il fratellino di Alex.
Just aveva soli tre anni, era un bimbo in carne, simpatico e dolce.
"Just come va?"
"Male..."
"Perché?"
"Mamma è cattiva..."
Così chiesi a Anne cosa fosse successo.
In pratica, Just voleva una piantina da mettere nell'orto, e Anne gli aveva regalato una pianta di pepe, e Just era triste perché voleva la pianta del salame, non quella del pepe.
Che cosa buffaaa!

Dopo cena, mamma mi venne a prendere.
Aveva i capelli arruffati, gli occhi stanchi e il naso gocciolante. Evidentemente era un po' raffreddata.
Avevo voglia di una doccia fresca, così entrai in bagno, mi spogliai, e aprii l'acqua. Era gelida.
Il rumore dell'acqua corrente era bellissimo. Sovrastava tutto il resto dei rumori. Era rilassante e incitava la riflessione.
E pensai a me e Alex.
Lo amavo più di qualsiasi altra cosa.
Era l'uomo della mia vita, la mia forza, il mio angelo. Mi aveva salvata.
Mi aveva dato la forza di andare avanti, capire cos'era giusto e cosa sbagliato: squartarsi i polsi era molto sbagliato e non concludevo nulla, per questo non lo facevo più.
I miei polsi (a detta sua), erano la cosa più bella di me, dopo la mia pancia...
Non so fino a quanto sono d'accordo.
Alex era tutto per me.
Era come la benzina in un'auto, come il pane per la Nutella, come la sorpresa dell'uovo Kinder, come la frase di un bacio Perugina, come l'aria per gli esseri viventi.
L'auto senza benzina non parte, la Nutella è molto più buona sul pane, il bello dell'uovo Kinder è la sorpresa, lo stesso vale per il bacio Perugina e gli esseri viventi senza aria non vivono.
Senza lui la mia vita non avrebbe avuto nessuno scopo.
Mi alzavo la mattina e pensavo a lui, mi addormentavo pensando a lui, passavo le giornate intere con lui.
Ora, immagina di togliere la parola "lui" dal periodo sovrastante e dimmi quale senso avrebbe avuto la mia vita senza Alex.

"Whitney! Ma quando esci da questo bagno? Devo lavarmi anch'io. Muoviti!"
Era la voce soave di mamma, che mi riportava sul pianeta Terra invitandomi gentilmente a sbrigarmi.
Uscii dalla doccia e presi il telefono.
Io vado a dormire.
Buonanotte piccola, sognami.
Ti amo ⚓❤.
Era Alex con la sua dolce buonanotte.
Buonanotte, dormi bene principe mio, I love you ❤❤ digitai, in risposta.
Dopo poco andai a dormire anch'io.

La notte precedente, Londra, era stata invasa dal calore, mentre quella notte, piovve parecchio, e scesero le temperature.
Possiamo dire dunque che l'estate non era incominciata alla grande.

L'amore è... ALEX.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora