"Garcia hai trovato qualcosa?"In quell'ufficio era in corso una videochiamata con Garcia, la quale era intenta a spulciare tra tutti i registri di case famiglia o assistenti sociali- secondo gli ordini di Hotch- trovando però ancora un centinaio di nomi che, utili o meno, erano davvero troppi e la squadra di tempo non ne aveva tanto, questo è certo.
"Voi non avete idea di quanti ragazzi siano coinvolti in dei giri di droga in quella zona. Ho provato a togliere quelli dopo il '94 ma ne rimangono ancora più di duecento." La voce di Garcia era accompagnata dal ticchettio delle sue unghie sui tasti del computer, che si muovevano frenetiche.
"Garcia prova a escludere anche quelli prima del '90. L'SI è un ragazzo ancora alle prime armi, non avrà più di venticinque anni" disse Read grattandosi il mento con due dita.
"Ok. Vi richiamo e vi faccio sapere" Garcia interruppe la videochiamata con la sua matita rosa, lasciando il resto della squadra a cercare maggiori informazioni.
Nonostante continuassero a ripetere che l'SI fosse un ragazzo, non davano assolutamente per scontato che essendo tale sia facile da trovare, anche perché la situazione stava mostrando esattamente il contrario.
Di casi più complicati ne avevano avuti molti: avevano avuto a che fare con decapitazioni, trasferimenti di organi e con altri modus operandi dei più bizzarri e particolari; ma c'era qualcosa in quel caso, in quell'SI di molto più complicato del suo modo di uccidere, qualcosa che sfuggiva anche ai quei sette agenti."Hey, va tutto bene?" Chiese JJ sventolando una mano davanti la faccia di Alessio, il quale sembrava aver trovato particolarmente interessante un punto fisso sul muro davanti a lui.
"Eh? Ah sì tutto bene" e magari poteva essere anche credibile il suo tono e la sua espressione ma JJ era pur sempre una profiler. Insomma, era palese che niente andasse bene: si sentiva inutile, esatto, perché davvero non riusciva a capacitarsi di come due occhi azzurri gli avessero fatto distogliere l'attenzione da tutto, dal suo lavoro che fino ad allora era stata la cosa più importante e fondamentale della sua vita- ma forse questa volta proprio la squadra era passata in secondo piano e questo no che non lo poteva accettare.
"Mh, sì ok" disse poco convinta JJ con l'ombra di un sorriso sul volto, per poi avvicinarsi al suo orecchio e sussurrare "quando risolviamo il caso mi dici chi è lui" e Alessio si era reso ancora più conto che davanti a quella che ormai considerava la sua famiglia era un velo trasparente- tanto che dopo anni di carriera con quei sei agenti trovò inutile anche fare coming out.
E magari glielo avrebbe anche raccontato poi, Alessio, di come quegli occhi azzurri lo avessero fatto sciogliere al primo sguardo e di come odiasse quando questi venivano coperti da quei bellissimi ciuffi dorati, o di come quelle labbra lo avessero fatto impazzire e dannare anche se per poco tempo. E forse glielo avrebbe detto che era innamorato, ma non gli piaceva usare quella parola, troppo importante e preziosa per una situazione così... beh, "prematura".
Ma JJ non era stupida, e forse quelle parole sarebbero state fiato sprecato perché lei lo vedeva, in quegli occhi così scuri e profondi, quel luccichio che ormai, dopo un marito e un figlio, sapeva riconoscere perfettamente. Alessio era innamorato, ma di chi era ancora un mistero, magari lo era solo dell'idea dell'amore oppure quell'idea comprendeva anche un piccolo diavolo dai capelli biondi ed occhi azzurri. Perché, in fondo, non c'era niente di male nell'amore e poi il moro mica poteva sapere che invece il male fosse solo in quel ragazzo conosciuto neanche una settimana prima.
Fatto sta che ormai il resto della squadra dovette abbandonare l'immagine dell'agente Iodice bello e pimpante che lavora ad un caso con tanta perspicacia e concentrazione, ma non gliene potevano fare una colpa e questo glielo fecero capire.
"Sei sicuro di stare bene?"
"Se vuoi puoi tornare a casa, potrai lavorare in ufficio e aiutare Garcia"
"Ragazzi, ho detto che sto bene, sono solo... Stanco ecco"E quella conversazione si era ripetuta più e più volte tanto che alla fine Alessio, stanco lo era divenuto davvero, ma non poteva tornare a casa e abbandonare la squadra nel pieno del caso; avrebbe dovuto impegnarsi il doppio, quello è certo, ma era disposto a tutto e forse gli avrebbe fatto bene stare lontano da degli occhi azzurri per un po'.
E magari, non sarebbe stato l'unico a cercare di togliersi dalla testa certi occhi.
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Ormai dormire per Genn era diventato un optional quindi non si stupì quando si svegliò di scatto dopo due ore scarse di sonno. Di solito a svegliarlo erano degli incubi- o ricordi, ma ormai li vedeva sotto la stessa luce.
Ma quella volta, fu l'immagine di due spalle larghe, un corpo muscolo, capelli corvini e labbra sottili a svegliarlo.
E per la prima volta potè giurare che qualcosa in quella mente malata e oscura c'era veramente, che qualcosa era scattato ma che un nome non ce l'aveva. Forse rabbia, ne aveva sentito parlare di quel sentimento, non lo aveva mai provato prima- strano da dire ma non ne aveva mai avuto motivo.
Eccitazione, quella sì che la conosceva, ma a quanto pare comprese che questa non era scaturita da un solo fattore- perché mentre prima la sua eccitazione era data da un coltello nella carne e delle urla di dolore, magari ora poteva essere diverso, possibile?Di emozioni ne aveva sentito parlare più e più volte ma mai provate sulla propria pelle e ricapitolando quelle di cui conosceva il nome uno strano termine salì a galla più di una volta: Amore.
Che strano termine, chi può negarlo?
Quella piccola testolina quella strana sensazione l'aveva scartata a priori, perché amore era quello che provavano Davide e Giò l'uno per l'altro, l'amore era quello che provava lui per la madre- il cui ricordo era svanito dopo anni impossibili da contare sulle dita di una mano- e aveva quindi dato per scontato che tra lui e Alessio non potesse nascere qualcosa di minimamente simile, giusto?Sbagliato.
Tutto sbagliato.
Era sbagliato perché lui non poteva pensare a queste cose. Genn di certo non poteva pensare che ci fosse qualcosa che lo facesse essere felice- non che ora fosse felice, parliamoci chiaro, come già detto non sapeva nemmeno cosa significasse- ma quella cosa andava fuori il suo ordinario, e questo non poteva assolutamente permetterselo. Ovvio, quello che lui considerava normale non lo era per niente, ma gli stava bene così e non sarebbero stati di certo due occhi piccoli e scuri a fargli cambiare idea."Giò stai al bar?"
"Si Genn, che fai vieni qui?"
"Magari stasera Giò, ora ho... delle cose da fare"
"Va be... Senti Gè ieri ti ho visto con quell'Alex, sai che è un'ag-"
"Sì Giò ma non mi interessa, senti ci vediamo stasera, ok?"
"Ok a stasera, io e Davide ti aspettiamo"E Genn aveva deciso. Quella sera sarebbe tornato quello di prima, quello di sempre.
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Ehilà!
Scusate se sono passati anni (più o meno) dall'ultimo capitolo ma ultimamente ho sempre meno tempo per aggiornare.Vorrei ringraziare Bae__K e spigoli per aver trovato il tempo di leggere questo capitolo in anteprima e avermi dato le loro opinioni, data la mia insicurezza stratosferica. (Vi adoro, voi e tutte le ragazze del CiòCiò69💕)
Al prossimo capitolo...
All the love. xx
Fede.
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Into a dark mind.
FanfictionAlessio è un agente della più rinomata squadra omicidi dell'FBI. Dopo anni di intensa carriera, di casi particolari ne ha visti parecchi. Ma quel caso è diverso. Con quel caso forse avrebbe imparato che non tutti i serial killer sono dei mostri da...