[la foto non c'entra niente ma il piccolo Reid dovevo metterlo]Alessio non replicò. Il perché non lo sapeva neanche lui.
Con due dita prese ad accarezzare la guancia - bollente - del biondo mentre questi si contorceva e mugolava di piacere sotto il suo tocco altrettanto caldo e morbido.
In fondo, Alex sapeva che sarebbe ritornato, magari quando in quel grande paese sarebbe regnata un po' di pace almeno per lui, ed era convintissimo che Genn l'avrebbe ritrovato, che non sarebbe andato da nessuna parte - perché l'aveva detto anche lui, era incastrato, e proprio il moro si era autoincaricato di liberarlo; di fargli conoscere il mondo che circondava entrambi, con tutte le sfaccettature che meritavano di essere viste da quegli occhi blu - e lo sperava che queste scoperte sarebbero avvenute mano nella mano, Alex che gli cingeva i fianchi, Alex con una mano sulla sua spalla ossuta, Alex dentro di lui.
Che poi solo a quest'ultimo era rimasta, a quanto pare, la capacità di sognare, sognare cose belle, anzi, stupende con una persona come il biondo; l'altro invece sapeva solo ricordare ed immagazzinare altre esperienze ed inciderle nella mente per poi essere accompagnato da esse nelle notti successive - senza via di fuga, si imponeva, come se lui stesso volesse punirsi ed essere punito. Perché sin da quando era riuscito a comprendere chi e cosa lo circondasse in quella grande metropoli, quando capì che i meccanismi del suo cervello giravano in maniera nuova e diversa - quando il diverso non era mai buono - si era catalogato in quella categoria di persone che non meritava di essere aperta a tutti e che non si augurava a nessuno. E non era mai arrivato a capire che, influenzato da parole e azioni altrui, era sempre stato troppo duro con se stesso, troppo severo nel cercare di sfiorare una realtà che mai avrebbe visto, e non gli restava altro che l'autodistruzione, almeno per lui era la via più semplice e forse indolore.
Erano passate esattamente diciassette ore - le aveva contate, minuto per minuto - da quando scese da quell'utilitaria e chiuse la porta della sua abitazione dietro le spalle; un'altra vittima l'aveva trovata, l'ultima, forse la più importante, quella che decise sarebbe rimasta più a lungo di tutte, una punizione maggiore di cui solo il biondo sapeva la motivazione.
Era bionda, alta, bella e troppo stupida per capire che la sua vita ancora acerba la stava buttando via su una strada misera di una città qualsiasi; si chiamava Sara, ma il nome era un dettaglio irrilevante, almeno per Genn, il quale affibbiava ogni volta un nome e un volto sempre diverso e mai preso a caso ad ogni ragazza che aveva mai avuto la sfortuna di sedersi su quella sedia in legno nel suo scantinato.Il modus operandi era sempre lo stesso, lo stesso coltello affilato, lo stesso sorriso sghembo ed inquietante ma forza sempre maggiore, coinvolgimento sempre maggiore e, di conseguenza, in una mente così malata, eccitazione sempre maggiore.
"L'uomo sano non tortura gli altri, in genere è chi è stato torturato che diventa torturatore."
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"Hey Alex tutto bene?"
Erano passate esattamente diciassette ore e trenta minuti - le aveva contate, il moro, minuto per minuto - da quando vide una testa bionda scomparire dietro una porta in legno e tutti se n'erano accorti: la concentrazione l'aveva abbandonato del tutto.
La mascella era mollemente appoggiata al palmo della mano aperta, e con quella libera roteava una penna sul tavolo.
Tutta la squadra era riunita intorno a quel tavolo - tranne JJ che era andata a prendere la sua dose di caffeina, ultimamente più frequente - per sistemare le ultime carte inutili prima che Garcia desse i resoconti e le risposte che si aspettavano da tempo. Ormai non c'era più molto da fare, se non aspettare che gli venisse fornito l'ultimo pezzo di quell'enorme puzzle - più paragonabile ad un enigma - che poteva semplicemente essere rappresentato da un nome o anche un indirizzo - informazioni ormai reperibili solo dalla bionda nella sede di Washington.
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Into a dark mind.
FanficAlessio è un agente della più rinomata squadra omicidi dell'FBI. Dopo anni di intensa carriera, di casi particolari ne ha visti parecchi. Ma quel caso è diverso. Con quel caso forse avrebbe imparato che non tutti i serial killer sono dei mostri da...