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"Pensi che il tuo affare in sospeso potrei essere io?" Mi chiede James ad alta voce mentre fa colazione di domenica mattina, dopo un sabato così pieno di eventi.

Dopo che James si è addormentato ieri notte, ho passato tutta la notte a pensare ed elaborare il lutto. Senza di lui, l'unica cosa a cui riuscivo a pensare erano le cose nuove che avevo imparato, e soprattutto, la perdita di mia madre. Ci ho pensato così tanto che riesco finalmente a realizzare che la ragione per cui fa così male è che sono egoista, perché voglio averla qui. Ma dopo tutto ciò che le ho fatto, dopo averla distrutta nel modo in cui ho fatto, non ho nessun diritto di sentire la sua mancanza o di volerla con me, dove sta male. Se n'è andata con un sorriso sul viso, in un modo in cui non era stata in quindici anni, quindi stava meglio. In qualsiasi posto si trovi, sta sicuramente meglio di quando era qui. Il minimo che io possa fare è essere felice per lei.

Ho controllato la mia mente per quindici anni, facendomi dimenticare di essere stata torturata fino a quando non mi sono suicidata. Mi sono anche quasi dimenticata mio padre e tutte le altre facce che conoscevo quando ero viva. Di certo posso essere far sì di essere felice quando penso a mamma perché sta bene, mi sta aspettando. Potrebbe volerci un po', ma tutte le menti possono essere impostate per lavorare in un certo modo, persino quelle dei fantasmi.

Ho anche provato a pensare a quale potrebbe essere la lezione che devo imparare affinché io possa passare oltre e riunirmi con mia madre, ma ogni volta in cui ho provato a pensarci, mi è venuta in mente la faccia di James, che mi ricordava che passare oltre vuol dire lasciarlo.

Una relazione tra un fantasma e un umano è impossibile, anche se imparassi come controllare le mie emozioni per non ferirlo, e non lo dico perché è l'unico capace di vedermi perché è irrilevante. Una relazione non è fatta per mostrarla agli altri, è tra due persone, e coloro che la pensano diversamente si sbagliano e non hanno capito lo scopo di una relazione. Il problema non è che io sono invisibile per tutti tranne che per James, è che io non sono più una persona.

"Sembrava così narcisista, mi dispiace davvero," aggiunge poi James, realizzando il suono che avevano le sue parole. Dalle sue labbra scappa una risata imbarazzata.

"Va bene, non sono nessuno per giudicarti. E per rispondere alla tua domanda... hmm... non penso," rispondo, sembrando diversa dal solito.

"Cercherò di non offendermi per questo, ma non penso che tu capisca ciò che volevo veramente dire," scherza un po', un sorriso nervoso sulle labbra.

"Penso di sì," dico, mentre la mia mente continua a cercare di far fronte a tutti i cambiamenti, ora non riesco davvero a provare comprensione per lui, o di preoccuparmi di come sembri ferito dalle mie parole. "Non vuoi dire tu, ma trovare l'amore, o essere amata da qualcuno a parte la mia famiglia. È probabilmente la cosa più logica che potrebbe tenermi qui perché è qualcosa che non ho mai provato." Gli occhi di James si spalancano un po', la sorpresa chiara nei suoi lineamenti. "Ma molte persone muoiono senza aver provato così tante cose, e non li tengono qui. Non è un'esperienza, è una lezione che mi manca."

Cerco di dargli un sorriso, uno che non è così onesto, me è il meglio che riesco a fare ora.

"Inoltre, se fosse quello, allora sarei già passata oltre. Ma eccomi qui, ancora bloccata. Deve essere qualcos'altro," aggiungo e lo sento sospirare. "Ho provato a scoprirlo ieri notte, ma non mi è venuto niente in mente. L'unica opzione che ho è perdonare i miei bulli, ma come posso farlo?" La mia voce porta con sé il peso di questa frase, quanto sia riluttante. "Dire 'Va bene, ti perdono,' e volerlo dire davvero sono due cose molto diverse. Onestamente non penso che potrò mai davvero perdonarli. Posso accettare le loro scuse ma ciò non vuol dire che possa perdonarli."

Unseen (traduzione italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora