Capitolo 11

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Migliaia di pezzi si sgretolavano dentro me lasciando al corpo la sola funzione di contenitore di macerie, di quelle macerie che una volta era la mia anima, il mio cuore.

All'inizio pensai fosse ancora gelosia, solo gelosia, perché quel posto e quelle risate prima erano mie, ma il tutto era superato da una fortissima dose di delusione.

Così come era successo al lido, non potendo più guardare, prima di iniziare a piangere, avevo deciso di andare via.

Con il mio zainetto in spalla, salivo dal mare, riuscendo solo a pensare che questa situazione mi infastidiva, e se a volte pensavo di cambiare idea e di non partire, perché magari le cose nella mia vita e in questa città sarebbero potute cambiare prima o poi, subito accadevano questi eventi che facevano diventare la mia decisione di partire irremovibile.

Io dovevo partire! Dovevo cambiare aria e scappare da questa vita che mi offriva solo un amore non corrisposto che mi teneva ancorata in una terra che non mi offriva più niente di tutto quello che cercavo.

Camminando verso casa mi accorsi che qualcuno mi stava seguendo.

"Non girarti Zoe!" pensai, ma lo feci..

Mi girai e lui era lì. Marco si era accorto che io ero andata via. Forse non ero così trasparente per lui.

-"Hai vinto, okay?!", dice urlando.

Era lontano da me e il suo passo poco stabile e la sua voce tremante facevano trasparire la sua sbronza. Era ubriaco.

"Hai vinto!" aveva detto, ma vinto cosa?! Difficilmente mi dicevano di aver vinto qualcosa.

-"Si, e non mi guardare così! Hai vinto... avevi ragione... di nuovo... con quella ragazza è finito tutto..." continuava ad urlarmi, come se io fossi dall'altra parte del mondo, come se io non lo potessi sentire.

Più urlava, più si avvicinava, ma ad ogni ogni suo passo in avanti, ne corrispondeva uno mio indietro.

-"...Non sono preso da lei, mi sto accontentando, per paura di non riuscire più ad amare. Hai vinto tu, come sempre!!... E smettila di allontanarti, ti sto parlando, cazzo! Dimmi qualcosa!!".

Mi ero fermata e più lo guardavo, più vedevo la persona triste che era diventata senza accorgermene.

La persona che credevo così sicura, stava cadendo a pezzi, ma cosa mi stava chiedendo?!

Non l'avrei mai rimproverato con un "Te l'avevo detto!", perché non volevo essere io a tirare l'ultima pietra a un vetro già rotto, quindi avevo deciso di continuare a non rispondere.

-"Adesso non hai più parole?! Parlami, cazzo! Stavolta non ti chiederò come fai a leggermi dentro, ti dico solo: SMETTILA di farlo!".

Cos'è questo? Un rimprovero? Io dovrei smettere di capirlo, di vedere cosa realmente è?

-"Vorrei non poterlo più fare... credimi" avevo risposto a bassa voce mentre mi ero girata per andare via.

-"E adesso dove vai?! Non puoi sempre scappare Zoe!"

Non posso scappare? Perché chi mi trattiene? Allora a quelle parole, io avevo perso la calma, gli ero corsa incontro e mentre le lacrime iniziavano a scendere come fiumi in piena, gli avevo afferrato un braccio scuotendoglielo.

-"Mi stai dicendo di restare? Eh Marco? Cosa vuoi da me?!"

Eccole le parole che mi tenevo da tempo, le tiro fuori e mi sento più leggera di dieci chili..

-"Io non posso farlo!", aveva risposto abbassando il tono di voce.

Era stato solo per un secondo che avevo sperato in un semplice "Sì!" per rimanere e non lasciarlo. Invece mi ero illusa di nuovo..

Avevo tolto di scatto la mano dal suo braccio, come se stessi toccando qualcosa che brucia.. Così, alla fine, era stato lui a tirare l'ultima pietra nell'ultima finestra sana della casa, la mia casa e il mio cuore.

-"Tu non puoi mai... con me. Io smetterò di capire te ma tu smettila di fermarmi se poi non sai come farmi restare! Lasciami andare..."

L'avevo lasciato solo mentre correvo così forte da non permettere alle lacrime di toccare il mio volto, e fermandomi un attimo per riprendere fiato la vidi, una stella cadente.

-"Scappare!", quello era il mio unico desiderio.

Due giorni dopo era arrivato il messaggio tango atteso.

-"Cara Zoe, ti aspettiamo l'11 Settembre a Londra. Spero tu non abbia cambiato idea. Per qualsiasi informazione non esitare a chiamarmi. A presto. -Greg".

L'11 Settembre, il giorno che aveva cambiato gli equilibri del mondo contemporaneo, dopo l'attacco alle torri gemelle.

L'11 Settembre avrebbe cambiato anche me?!

L'11 Settembre ero lì, a Londra.







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