Capitolo 35

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~ultimo capitolo~

Il progetto era finito ed io ero tornata a casa dove tutti mi avevano accolto come un soldato che era appena tornato dalla guerra. Mia nonna mi cucinava tutti i miei piatti preferiti, solo perché mi vedeva sciupata e "chi è sciupato deve mangiare!" ripeteva.

Sono arrivata al giorno della laurea, sola e con gli stessi sogni di quando avevo iniziato il corso. Mi ritrovo alla fine di un grande capitolo della mia vita, magari sarebbe potuta iniziare una nuova storia. Pensavo ancora a Robert, ma non avevo modo di rintracciarlo. Scriveva spesso frasi su Twitter che mi facevano ricordare di noi, ma rispondergli sarebbe stato inutile, non avrebbe mai visto la mia risposta in mezzo a milioni.

Nei giorni in cui mi convincevo che dovevo trovare un modo per cercarlo, poi pensavo a quell'intervista e mi convincevo che a lui non importava più niente di me, sennò avrebbe trovato il modo di cercarmi. Ed oggi era uno di quei giorni in cui, nonostante la felicità per la laurea, non potevo non pensare a lui.

Avevo festeggiato la laurea con una piccola festa a pranzo a casa mia e mentre eravamo tutti seduti a tavola, qualcuno suonò il campanello. Mio padre si era alzato ad aprire e poi era tornato a tavola con un cestino di fiori che lo copriva.

-"Zoe credo sia per te".

Era un enorme cestino di tulipani di tutti i colori e in basso c'era una busta. Tutti gli ospiti aspettavano in silenzio, curiosi quanto me di sapere chi mi aveva mandato quella meraviglia.

"Cara Zoe,Spero che sia arrivato in tempo per farti le mie congratulazioni per la laurea, già ti immagino tutta seria nel tuo tailleur

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"Cara Zoe,
Spero che sia arrivato in tempo per farti le mie congratulazioni per la laurea, già ti immagino tutta seria nel tuo tailleur.
Mi manchi... tantissimo, e non ti ho dimenticata. Ti chiedo scusa per non averti cercata prima, ma ho dovuto fare lo stronzo. Avevo Greg alle calcagna e se non smentivo la nostra storia in diretta, i giornalisti non ti avrebbero lasciata libera e ti avrebbero inseguita un po' ovunque per sapere cosa ci fosse successo!
(Lo so che hai visto quell'intervista!).
Ti volevo chiedere scusa per non averti portato la valigia di persona, ma quel giorno ero troppo arrabbiato e non ragionavo, sarei venuto al Residence e avrei continuato a sbagliare ferendo sia me sia te, ma soprattutto te.
Ancora mi ricordo il primo giorno che ti ho vista: Milano, uno dei concerti più straordinari di sempre.
Tu sei entrata nel backstage con un aria arrabbiata, ma non lo eri, con il tempo ho capito che quella faccia la fai solo quando sei preoccupata.
Nel progetto eri stata assegnata a Tom, ma feci cambiare le assegnazioni per lavorare con te.
Ho iniziato a capirti quasi subito, credi di essere un grande cubo di Rubik, ma dalle tue mille espressioni e dai tuoi occhi io riesco a vedere ogni piccola parte di te. Quel giorno sulla terrazza ho espresso il desiderio di non comportarmi da coglione, ma qualcosa deve essere andato storto, perché sono stato più che un coglione con te.
Mi dispiace non essermi fidato di te, avrei dovuto ascoltarti, lasciarti parlare, invece di urlare e mostrare quello che non sono.
Solo di una cosa non mi pento, del mio comportamento quel giorno con Greg, ancora il mio pugno cerca la sua faccia di merda!
So che finalmente hai capito la persona che realmente è, non spaventarti non sono uno stalker, ho solo i miei aiutanti, anzi ringrazia Alessandra per avermi fatto avere l'indirizzo di casa.
(La sento da quando sei tornata in Italia per le vacanze di Natale, hai dimenticato il suo contatto sul mio Skype, non ucciderla, è colpa mia! Le ho fatto promettere di non dirti niente).

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