Capitolo 10

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La risposta alle mie domande era arrivata quando avevo visto Marco tenere sottobraccio una magrissima ragazza con un vestito rosso, i capelli lunghi neri e liscissimi.

Lei! Il mio opposto!! Con Marco!!!

La ragazza si era presentata amichevolmente, mentre io cercavo di mostrare il sorriso più falso del mondo allungandole la mano.

Marco è sempre stato solo un amico, anche se per me era da sempre qualcosa di più, tanto che non avevo mai sopportato tutte le sue ragazze e tutte le attenzioni che lui dava alle altre, e per quanto io provassi a nasconderlo, succedeva sempre qualcosa che faceva degenerare quella calma apparente che cercavo di mostrare.

Lui per tutta la sera, ad ogni gesto o parola mi guardava cercando nei miei occhi un'approvazione, che non avrei potuto dare, così cercavo di distogliere lo sguardo, evitandolo e parlando con gli altri.

Lo vedevo dubbioso e strano, qualcosa non andava, perché non si comportava come con le altre.

Lui sembrava indeciso, ma non potevo dirglielo io perché sarebbe stato come ripetere gli stessi errori, dove io gli dicevo che la ragazza non faceva per lui e lui, offeso, mi rimproverava di essere solo gelosa.

L'organizzazione della serata prevedeva l'andata in un lido per ballare e bere qualcosa ed era troppo tardi per tirarsi indietro, nonostante la mia poca voglia, così ero dovuta andare lo stesso con "grande felicità".

Alla seconda canzone, con la scusa delle scarpe alte, che raramente portavo, mi ero allontanata dalla pista dove Marco e Miss Vestito Rosso ballavano stretti.

Erano maledettamente carini e lui le riservava attenzioni che avrei voluto avere io, ma che da amica non potevo avere, così dato che la gelosia mi stava mangiando l'ultima parte rimasta del mio amato fegato, avevo deciso di tornare a casa.

Della lunghissima passeggiata, ricordo solo il dolore che mi facevano quelle maledettissime scarpe, avevo messo i tacchi perché " tanto andiamo in macchina", non pensando che invece la serata sarebbe potuta finire così, o forse sì.

Come pretendeva la mia amicizia sincera e obiettiva? Come pretendevo ogni volta di convincermi di poter essere solo sua amica? Per quanto sarebbe dovuta continuare questa brutta storia?

Erano proprio questi i momenti in cui sarei voluta partire all'istante, scappare e cambiare atteggiamento, perché soltanto staccandomi da Marco avrei potuto cominciare a provare nuove sensazioni, ad avere una nuova speranza e non rimanere bloccata in questo limbo di incertezze e di tira e molla.

Nei giorni seguenti gli era bastato guardarmi solo una volta per capire il mio disappunto e la mia gelosia, questo naturalmente aveva portato al solito allontanamento e al mio silenzio imbarazzante.

Con il passare dei giorni avevo capito che lei era una delle tante che lui amava prendere in giro e con la quale non aveva nessuna intenzione seria.

Aveva iniziato ad ignorare i suoi messaggi e quando qualcuno gliela nominava lui prontamente sottolineava che quella lì non era la sua ragazza. E allora cos'era?! Bah..

Ero rimasta molte sere in silenzio, fino al giorno in cui Marco, fingendo gelosia nei confronti della tipa, che finalmente aveva smesso di fargli da "tappetino" ed era uscita con degli amici senza dirgli niente.

-"Marco smettila! Non ti frega niente di lei, perché devi fare il finto geloso?"

Avevo commentato in modo ironico la sua buffa reazione di gelosia mentre chiudeva la conversazione al telefono con la ragazza.

-"Adesso ti ricordi come si parla, eh?!"

-"Si, ero stanca di sentire i tuoi toni falsi.."

-"Certo, perché tu sai tutto! Credi di essere la più giusta?! Ovvio! L'avevo dimenticato!! "

Mi aveva rimproverata in modo acido, come se io fossi una sapientona, come se io fossi sempre lì pronta a giudicarlo.

-"Ed io avevo dimenticato che tu sei il solito stronzo!"

-"Smettila di interessarti ai fatti miei! Tu non sai niente di me."

Senza dire una parola, l'avevo guardato con lo sguardo più deluso mai fatto ed ero tornata a casa.

Dopo una settimana era arrivato il falò di routine che veniva organizzato ogni anno alla fine dell'estate.

Lui quella sera era solo, senza la sua "amica/fidanzata" del momento..

Beveva, scherzava, fumava e parlava con tutti tranne che con me.

Per lui ero diventata di nuovo un fantasma!

Ci evitavamo e ci spostavamo da una parte all'altra del falò per non incontrarci, l'unico contatto era stato uno scontro mentre ci avvicinavamo a prendere una bottiglia di vodka alla pesca in uno zaino e lui si era solo preoccupato di mimare "Scusa" con la bocca.

Spesso mi guardava, ma avrei preferito non lo facesse, perché lo faceva con quegli occhi che non erano più i suoi, non erano quelli di cui mi ero innamorata.

Erano vuoti, freddi e spenti, e dentro quegli occhi dove così tante volte ci avevo visto il mio futuro, anzi il nostro futuro, non vedevo più niente.

Solo il vuoto.

Non vedevo più sogni, non vedevo più Marco, non riuscivo più a vedere ME. Quegli occhi dove io riuscivo a leggerci ogni cosa, erano diventati occhi sconosciuti ed incomprensibili.

Continuavo a raggirarmi intorno al fuoco, cercavo calore, perché sentivo freddo, anche se era una delle sere più calde d'estate.

Ero solo io ad avere freddo, freddo dentro, e mi illudevo di rimediare stando vicino al fuoco, quasi a bruciarmi la faccia.

E mentre stavo lì a guardare le fiamme, mi ero accorta di essere stata già rimpiazzata.

Anna e Marco, ridevano e si rincorrevano per la spiaggia, si sedevano vicini e lei non lo perdeva di vista neanche un attimo.

Più la faccia mi bruciava per il calore del falò, più mi sentivo paralizzata e congelata, come il marmo, anche se il marmo non è l'oggetto giusto da usare come esempio perché non si spezza così facilmente, come invece mi stavo spezzando io per la centesima volta.







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Ciao a tutti, questa volta ho provato a scrivere più del solito e ci sono riuscita :)
Che ne pensate della gelosia incontenibile di Zoe?
Speriamo che questa sua sofferenza possa finire presto ;)
Grazie a tutti per leggere la storia, spero vi piaccia :* Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate attraverso i commenti o i voti :)
Ciao ciao ❤

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