Capitolo 3.

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Quando le palpebre mi si rialzarono vedevo annebbiato, mi guardai intorno, era tutto come prima, solo, il silenzio.
Non si sentiva nulla, avevo l'impressione di galleggiare nell'aria, di stare da sola, non sentivo neanche il passare delle auto.

Ero sola.

Solo dopo mi accorsi di essere rimasta sola.
Mi avevano lasciato la.
Se ne erano andati senza chiamarmi.
Mi avevano abbandonato.
Proprio come avevano fatto i mei genitori appena nata.
Mi sentivo così male in quel momento.

"Perché mi hanno abbandonato? Di chi è stata l'idea? Di Bernardo sicuramente, non sarebbe mai venuto in mente a Linda, o forse si?
Ma perché, perché, PERCHÉ?
Cosa avevo che non andava? Perché tutti mi si allontanavano? Perché la gente è così cattiva? Perché lo fa? Era stata un'idea di Bernardo. Lo so. Sono sicura."

Avrei voluto piangere, urlare, sbattere i pugni contro il muro...
Avrei voluto fare tante di quelle cose.

Ma la verità era che era tutta la vita che aspettavo un occasione in quel modo.
Era tanto che volevo scappare, lasciare tutto, tutti. Era da tanto che volevo andarmene senza dire niente a nessuno, ne dove stessi andando ne quando sarei tornata.
Quindi non piansi, non urlai, non feci niente di niente.
Il nulla. Per un secondo, il nulla.

Poi mi squillò il telefono.

Devi un gesto improvviso, mi alzai di colpo.

Sulla schermata del cellulare appariva la scritta:

" LINDA LA PIÙ FRAG..."

Non sapevo se rispondere o no.

Alla fine risposi.

"Linda!! Dove siete? Come avete potuto lasciarmi qua da sola, io credevo che tu mi volessi bene davvero, che fossi diversa, invece no, sei come tutti gli altri, fino a che una persona di fa comodo ci stai insieme, te la allisci tutta, insomma entri più o meno nelle sue grazie, poi quando non ti serve più, quando non hai più bisogno di lei, delle sue mani, del suo cuore, la lasci, la abbandoni, gli volti le spalle, la butti via e la calpesti. Ma non si fa così sai, non è giusto.
Né per me né per chiunque altro.
Se io fossi in te mi vergognerei, tanto. Mi vergognerei di me stessa, mi chiederei il perché, il motivo, mi chiederei il perché di questa telefonata, mi chiederei.
Se io fossi stata un te non l'avrei fatto.
Non è stata una tua idea, vero? Lo so.
Come fai a stare con una persona che ti porta via da tua figlia, come fai, ma sono sicura che non lo ami neanche tu. Ma allora perché ci stai insieme, perché facciamo tutti questi traslochi solamente per vedere lui, perché mi hai sempre messo in secondo piano rispetto a lui, sono sempre stata quella persona arrivata per caso, per cui di sei ritrovata disgraziatamente con un figlio. Io si, ammetto di essermi stufata un Po di questa situazione, con continui traslochi, avrei voluto un Po più di libertà, indipendenza, ma non avrei mai voluto questo...E dai, tanto tra 4 mesi faccio 18 anni, ti saresti liberata di me in ogni caso. Non c'era bisogno di abbandonarmi così. Vi odio.
Non hai niente da dirmi?"

Si sentì un sospiro disperato.
Un fondo incredibile e poi il silenzio.
Un silenzio lungo. Spaventoso.

La mezzanotte.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora