Il solito risveglio

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Magnus Bane

Il ragazzo dai capelli neri accarezzò una rosa bianca e sorrise teneramente. I suoi occhi azzurri brillarono quando sorrise, la luce calda gli illuminò la pelle mettendo in risalto le rune sul suo corpo. Alzò lo sguardo sullo stregone e stavolta sorrise a lui con un bagliore negli occhi, facendo sciogliere Magnus.

Magnus pensò che il suo sorriso era il più bello fra tutti quelli aveva mai visto, e ne aveva visti di sorrisi. Ma il suo era bello e speciale: sorrideva perché gli voleva sorridere, perché voleva mostrare la sua allegria.

Magnus ricambiò e si avvicinò a lui, ma alle spalle dello Shadowhunters comparve qualcosa di nero e viscido.

Lo stregone aprì la bocca per dire qualcosa ma le parole non gli uscirono. Voleva muoversi verso di lui, ma qualcosa lo teneva fermo. Che stava succedendo?

Il tentacolo nero si avvicinò al collo del ragazzo e quando sfiorò la sua pelle, essa si spaccò e prese a sanguinare. Lo Shadowhunters fece una smorfia dal dolore e si portò la mano sul collo, dove stava uscendo del sangue.

Magnus provò a muoversi, ma non ci riuscì. Sentì il panico montarli nel petto. Il sole sparì, facendo spazio alle tenebre e a dei lamenti. Arrivarono altri tentacoli neri e lo stregone provò di nuovo a far qualcosa, ma non ci riuscì. Provò a muoversi con più forza, cercò di chiamare il ragazzo avvertendolo dei tentacoli che stavano venendo verso di lui ma tutto sembrò inutile. Qualcosa si attorcigliò al collo dello stregone e lo scaraventò lontano dal ragazzo.

Magnus si rigirò nel suo letto, in completa balia dell'incubo che stava vivendo. Strinse le mani a pugno, fino a far diventare bianche le nocche, i brividi corsero sulla sua schiena, il lenzuolo gli scivolò via, lasciandolo a petto nudo.

«No... no...» mormorò. Aveva il respiro corto e agitato, la voce era bassa e disperata. «Non lo toccare... non lo toccare! No!»

Si rigirò freneticamente nel letto, disfacendolo completamente, e saltò in aria, urlando, quando Presidente Miao gli saltò in faccia, attratto dall'inquietudine del suo padrone.

Prima ancor di capire se era del tutto sveglio, lo stregone fece danzare delle stelline blu tra le dita, pronto per formulare un incantesimo. Abbassò la mano quando si accorse che non c'era nessun pericolo e fissò Presidente Miao, che faceva le fusa.

«Mi hai fatto prendere un colpo, Presidente Miao!» borbottò lo stregone accarezzando affettuosamente la testa del suo gatto. Si guardò intorno per accettarsi di essere solo e quando ne fu sicuro sospirò, passandosi una mano sul volto.

Ormai da due settimane aveva quei dannati incubi. Erano iniziati quando aveva visto per la prima volta quel giovane Shadowhunters, alla festa di compleanno di Presidente Miao. Quel bellissimo ragazzo dai capelli neri e gli occhi azzurri (e Magnus andava pazzo per quelle due caratteristiche), che se ne stava in disparte e arrossiva hai commenti dello stregone. Magnus non sapeva il perché, ma aveva una voglia matta di rivederlo. Era bellissimo e ispirava a Magnus qualcosa che nemmeno lui sapeva cosa.

Presidente Miao miagolò felice, capendo che il suo padrone non era più spaventato e zampettò via. Magnus sospirò pesantemente e si sdraiò di nuovo, provando a prendere sonno. Ma non ci riusciva. Non smetteva di pensare a quello Shadowhunters, cercava di allontanare i pensieri, provava a pensare a qualcosa di totalmente diverso da lui ma i gli occhi azzurri del ragazzo facevano capolino nei suoi ricordi. Sapeva che non sarebbe stato semplice toglierseli dalla mente.

Lo stregone, infine, decise di alzarsi. Prese la vestaglia rosso fuoco ricamata con fili d'oro e andò in salotto. Si preparò un alcolico e lo bevve davanti alla sua finestra preferita, quella che dava ai grattacieli, alle case e ai ristoranti etnici. Fissò il cielo scuro, le insegne e infine un ragazzo dai capelli corvini che camminava velocemente verso la via dello stregone. Al primo sguardo, Magnus pensò che fosse lo Shadowhunters, ma quel ragazzo era troppo sgraziato e scomposto per esserlo. Non somigliava lontanamente a un Nephilim. E nemmeno a quel ragazzo, ora che l'osservava meglio.

Lo stregone scosse la testa e si allontanò dalla finestra deluso. Si ritrovò a pensare perché lo Shadowhunters non gli aveva ancora telefonato o fatto una visita. Si passò una mano tra i capelli ed essendo molto tardi decise di ammazzare il tempo traducendo alcuni testi. Prese i libri dallo scaffale e si mise al tavolo a tradurre, passandoci l'intera mattinata.

Era ancora chino sul libro quando, a mezzogiorno, lo chiamarono al cellulare. Magnus mise un segnalibro al libro per poi chiuderlo, decidendo che aveva già passato troppo tempo tra i libri.

< Qui parla Magnus Bane, Sommo Stregone di... > iniziò Magnus accettando la chiamata.

< So chi sei > rispose fredda Catarina, la migliore amica dello stregone.

< Ciao, Ca... >

< Ti ho chiamato per una cosa importante > lo interruppe di nuovo lei. < Uno stregone alle prime armi ha evocato un demone non proprio innocuo. Il demone ha ucciso lo stregone e si è liberato. Per ora so solo che gira per la città, a piede libero. Potrebbe uccidere vite innocenti. >

Magnus si passò una mano tra i capelli per poi passarla sul viso, che non era stato ancora truccato. < Sai chi è? Qual'è il suo nome? >

< No, sennò te l'avrei già detto > ribatté Catarina. < lo sto cercando da oggi all'alba ma non l'ho trovato. Ora devo andare a lavorare e ho altro da fare. >

< Esistono gli Shadowhunters per questo, Catarina. > la ragazza, dall'altro capo del cellulare, imprecò. < Ma ti aiuterò. Creerò delle barriere e disegnerò un pentagono, in modo che se lo trovo lo spedisco da dov'è venuto. Lo cercherò o chiamerò qualcuno che lo faccia. >

< Grazie, Sommo Stregone > scherzò lei, sollevata, e riattaccò, dimenticandosi di dirgli che il demone si aggirava nella zona dello stregone.

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