Capitolo 26: Sam appena sveglia

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Sono sotto la casa di Sam, è ancora presto e non l' ho neanche avvertita, per fortuna Tom mi ha aperto subito.
Io e Sam ci salutiamo e scherziamo un po', facciamo colazione insieme e poi, finalmente, le parlo del motivo per cui sono venuta qui.
"Sam... Ehm... torno da Liam per un po', devo riflettere..."
"Su Cam, su di voi, voi due."
"Si"
"Vengo anch'io"
All'inizio esito, non dovrebbe, però poi accetto, anche lei ne ha bisogno.
"Umm... Ok"
Sono felice di tornare a New York, di rivedere Liam e di andarci con Sam.

Dopo aver parlato un po', saluto Sam e le dico che vado a preparare la valigia, lunedì si parte.

Non ho ancora voglia di tornare a casa, quindi metto le cuffie e ascolto un po' di musica a partire dalla mia canzone preferita, la nostra canzone preferita; cambio subito, i ricordi sono come ferite ancora aperte; allora ascolto l' album di Shawn Mendes, lo adoro.
Mi dirigo al parco per correre un po' e per distrarmi dai miei pensieri, ma ovunque io passi vedo solo lui, mi siedo un attimo, cazzo, cazzo Steph.
Devi togliertelo dalla testa.
"Come se fosse semplice?!"
"Parli da sola! Allora non ti conosco proprio! Ahahah"
"Scusa?!"
Alzo lo sguardo.
Non ci posso credere.
Parli di lui ed eccolo che arriva.
"No, non mi conosci per niente Cameron"
Riprendo a correre, sperando che non mi segua e, come sempre, mi sbaglio, come sul fatto che anch'io lo conoscevo.
"A cosa ti riferivi prima?! Cosa non è semplice?!"
"Niente, Cam"
"Ok"
Corriamo un po' insieme, è strano essere così vicini eppure essere così lontani.
Diglielo.
Ok, sono pronta.
Ci ho pensato negli ultimi cinque minuti e penso che debba saperlo.
"Al fatto che non ce la faccio."
"Cosa?!"
"Non è semplice. Non è semplice dimenticarti."
"Non farlo allora."
"Cam, non puoi capire."
Si ferma, mi guarda negli occhi e con i suoi polpastrelli accarezza delicatamente le mie guance, come quando da piccoli cadevi e ti facevi male, la mamma ti prendeva in braccio e con un bacino sulla ferita si sistemava tutto.
"Cam..." Sto per piangere. Senza di lui sento un vuoto dentro, ma di quelli incolmabili e lui gioca così con me, pensavo di essere importante, ma evidentemente non era così.
"Piccola guardami, mi dispiace, mi manchi tanto. Perdonami, ti prego"
"Come faccio, era a casa tua e mi hai mentito, l' hai baciata e adesso mi chiedi scusa?!"
Mi asciuga le lacrime e tenta di baciarmi, ma sta volta reagisco "Cam, io... Devo andare"
"Ci vediamo lunedì"
"Si" non voglio dirgli che torno a New York, me lo impedirebbe.

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