Eccomi davanti alla mia scuola. Sono arrivata molto presto oggi e ho intenzione di leggere un libro. Mi siedo sui gradini dell'ingresso. Mi sento toccare una spalla, chi è?
- Ciao.
- Oh, ciao Sherlock. Credo che tu sia conosciuto per le tue entrate a sorpresa, ma avresti potuto dire qualcosa, mi hai fatta morire.
- Scusa. Volevo informarti che dietro la storia del serpente c'è dell'altro, secondo me.
- Faccio fatica a seguirti.
-- Ricordi i codici di cui parlava tuo fratello?
- Si, e allora?
- Li ho decifrati e forse ho capito dove si trova il serpente, e forse non solo lui.
- Sherlock, io non sono un genio come te, quindi, ti prego di spiegarti bene quando parli.
- Ieri tuo ho inviato un messaggio in cui ti dicevo che ho decifrato il codice in Morse. Letto in un certo modo non aveva alcun significato, come dicevi tu, ma letto al contrario un senso ce lo ha eccome, guarda.
Mi passa un bigliettino con su scritto:
" Ho il Folle. Aspetta mie notizie. H"
- Il Folle?- chiedo a Sherlock.
- È il nome del serpente. Come ti dicevo ho letto che il suo veleno può fare impazzire le persone.
- Cosa pensi di questa storia?
- Ancora non ho un'idea precisa, ma è piuttosto inconsueta e divertente.
- Sono felice che ti sia divertendo.- dico sorridendo.
Sherlock accenna un sorriso.
- Oh no! Mio fratello!-esclamo.- Devo sparire.- dico alzandomi.
- Tranquilla vado a sedermi da quella parte.- dice indicando una panchina dall'altro lato della scuola.- Non ci siamo mai visti.
Scompare.
Arriva Jim con in mano uno dei miei libri.
- Ehi, Sarah.- mi saluta.
Abbozzo un sorriso.
-Certo che questi libri sono fantastici.
-Già, li adoro.- gli dico.
Continuiamo a parlottare e a scambiarci battutine, cosa che accade poche volte, perché non amiamo farci vedere come due fratelli che vanno d'accordo, questa cosa rovinerebbe la reputazione del mio acido fratello. È vero, spesso mi fa arrabbiare, ma è pur sempre il mio fratellone Jim.Il cortile della scuola si riempie. Jim va dai suoi amici. Suona la campanella e mi dirigo in classe a passo spedito. C'è un biglietto sul mio banco, dice:
"A Trafalgar Square. Ore 5;30 p.m. - SH"
Perfetto, ora so cosa fare questo pomeriggio.***
Sono a Trafalgar Square e di Sherlock non c'è neanche l'ombra. Cerco con lo sguardo tra la gente un ragazzo alto, dai capelli scuri e arruffati, dallo sguardo freddo e distaccato. Non lo trovo, ma rivedo davanti ai miei occhi il suo sguardo acceso e vibrante di emozione di quando sente che qualcosa comincia a prendere forma, ad avere un nome e un profilo e... ecco Sherlock.
- Ciao Sher.- lo saluto.
- Ciao.- è molto pensieroso e non mi guarda nemmeno in faccia.
- Sherlock? Tutto ok?
- Vieni con me.- mi prende per un polso e mi trascina in un piccolo locale.
- Sherlock? Perché siamo qui?
Nel locale c'è una musica molto cupa, quasi a voler sottolineare lo stato d'animo del mio amico.
- Devo pensare. Forse so cosa dobbiamo cercare.
- Ehi! Potrebbero aver preso il serpente per venderlo.- dico.
" è ovvio che è così Sarah" penso tra me e me.
- Dì a tuo fratello che il codice sul giornale ha un senso e fagli vedere il foglio con la traduzione.
- Cosa? Mio fratello? Perché? Perche vuoi coinvolgerlo nell'indagine?- devo ammettere che sono letteralmente sconvolta.
- Non voglio coinvolgerlo nell'indagine, penso solo che lui potrebbe smentire o confermare la mia idea.
- Perché?
- Credo che sia molto simile a me. Potrebbe riuscire a farmi altre idee. Ah, e non parlargli del serpente, se legge i giornali lo sa.
- Ok.- gli dico scocciata.
Chiamo Jim. Gli parlo del codice e lui mi ringrazia da penso circa venti minuti. Appena letto il messaggio nell'ordine giusto urla:" Lo sapevo!"
Siamo in videochat.
- Sarah, chi è il Folle?- mi chiede Jim.
- Il Folle? Quale Folle?- fingo io.
- Quello di questo messaggio.- mi dice indicando il foglietto dove aveva annotato il codice tradotto.
- Ah, quel Folle! Non lo so. Speravo lo sapessi tu.
- Il serpente.- sussurra lui.
- Cosa?- faccio finta di non aver capito.
- Potrebbe trattarsi della vendita al mercato nero di un animale.
- Ok, grazie. Ciao Jim.- attacco prima che possa dire qualcosa.
- Cosa ha detto?- mi chiede distratto Sherlock.
- Pensa sia un qualche mercato nero.- gli dico.
- Forse ha capito qualcosa di più.- dice a mezza voce Sherlock.
Lo guardo perplessa e mi viene in mente una domanda:
- Ehi, Sherlock! Perché ha scritto sul giornale?
***
- Sherlock fermati!- gli urlo ormai da mezz'ora. Sta correndo a perdifiato verso il British Museum. Ha iniziato a rallentare.
- Mi dici che cosa è successo?
- Hai ragione! Non ci avevo pensato. Mi serve un giornale di oggi.
- Mi dici dove stiamo andando?- faccio la voce di zucchero.
- A casa mia.
- Cosa?- niente da fare, è tornato a correre.
***
Siamo finalmente arrivati a casa di Sherlock. Sono seduta sullo scalino d'ingresso e lui è appoggiato alla porta per riprendere fiato dopo la corsa.
- Adesso mi dici perché abbiamo corso fin qui?- gli chiedo con il fiatone.
- Mi servono i giornali di mio fratello. Lui li legge tutti.
- Perché non controlli sul Times?
- Sarebbe troppo semplice.
- Io direi di controllare anche lì. Non si sa mai.
- Entriamo.- dice lui deciso. Ha riacquistato il suo tono freddo e distaccato.
Apre la porta. Devo ammettere che ha proprio una bella casa.
- Wow!- esclamo guardandomi intorno.
- William? Sei tu?- urla una voce maschile.
- Chi è William?- chiedo a Sherlock.
Non mi risponde.
- Sono io, Mycroft.- dice rispondendo alla voce. C'è un ragazzo di fronte a noi. Alto, i capelli e gli occhi scuri, credo abbia vent'anni.
- William, perché hai preso il mio libro di chimica?
- Mi serviva.
- William?- chiedo io interdetta.
Mi ignorano.
- Dammi il mio libro.
- Mi serve.
- William io...
- Tu cosa, Mycroft? Ora se non ti dispiace, ho da fare.
Arriva la piccola Violet.
- Ciao Sarah.- urla correndomi incontro.
- Allora non sono invisibile. Cominciavo ad avere dei dubbi.- dico io prendendo in braccio la sorellina di Sherlock.
- Mi perdoni. Io sono Mycroft, piacere di conoscerla.- mi dice il ragazzo che è di fronte a me con un sorriso forzato.
- Piacere mio.- rispondo.
I due ragazzi sui scambiano uno sguardo piuttosto strano: gli occhi del primo, Mycroft, sprizzano fiamme, mentre gli occhi glaciali del mio amico restano impertutbabili.
- William?- ripeto quando Mycroft esce dalla casa sbattendo la porta.
- È il mio nome completo. William Sherlock Holmes.
Esito. Muoio dalla voglia di fargli una domanda.
- Chiedimi quello che vuoi.- dice rispondendo ai miei pensieri.
- Perché lui tuo chiama William, e tua sorella ti chiama Sherlock?
- Dice che Sherlock è troppo eccentrico.
- A me piace.
- Tu non sei mio fratello.- risponde in modo glaciale.
Squilla il mio telefono.
- Jim? Cosa vuoi? Devo venire subito a casa? Cosa è successo? Arrivo subito.
Attacco la telefonata.
- Ehm, Sherlock? Io devo andare via. Controllerò sui giornali che ho a casa. Ci vediamo.
- Ciao.
Vado via.
***
Sono a casa. Sto cercando sui giornali qualche codice o strano annuncio. È tardi.
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Il Labirinto Della Follia
FanfictionDue ragazzi caratterialmente diversi, ma al contempo molto simili. Sherlock Holmes, colui che è destinato a diventare l'unico consulente detective della storia e Sarah, la carismatica sorella minore di uno dei suoi futuri acerrimi nemici. Una storia...