Un imprevisto

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I due ragazzi uscirono insieme dalla scuola e Malcom si sentiva stranamente osservato da tutti. Jace era davvero simpatico, mentre camminavano continuava a parlare di cose divertenti, risparmiando così a Malcom di dover parlare. Malcom rise, rise come non faceva dall' ultima volta che aveva passato del tempo con Alice. Al padre di Jace non sembrava pesare il fatto di portare a casa Malcom anzi, sembrava che il ragazzo gli stesse simpatico. Malcom non ricambiava a pieno la simpatia dopo che aveva notato le cicatrici sulla schiena di Jace. Erano visibili solo controluce ma sotto la maglietta bianca attillata di Jace Malcom le aveva subito notate. Non sapeva come Jace avesse fatto a procurarsele, e per via del football o per via di un padre manesco. Per quanto Malcom cercasse di convincersi la prima fosse la più probabile la mente tornava all' immagine di un Jace bambino accucciato in angolo che piangeva, cercando di ripararsi il viso dalle frustate del padre. Fu riportato sul pianeta terra dal signor Morgestern che gli chiedeva come fosse andata la giornata. Malcom era accomodato educatamente suk sedile posteriore della macchina di lusso, esattamente dietro Jace che era abbastanza alto da sporgere dall' appoggiatesta con i capelli biondi. Sentiva il suo profumo che non era il profumo di nessun' altro, non poteva essere paragonato a nessun' essenza perché era troppo particolare e piacevole. Malcom rispose alla domanda del banchiere con più calma possibile in modo da evitare che potesse fargli altre domande. Oggi il padre di Jace guidava con più tranquillità dell' ultima volta e ci misero più tempo ad arrivare a casa di Malcom. Quando l' auto giunse di fronte alla casa di Malcom, quest' ultimo scese e si diresse verso la porta d' entrata. Quando riuscì a ripararsi dalla pioggia sotto la tettoia che proteggeva l' ingresso della casa si grò per rivolgere un sorriso radioso a Jace e per salutarlo con la mano. Entrò in casa e stavolta non ci furono sorprese, solo il silenzio tipico di una casa disabitata interrotto dalla pioggia che batteva contro i vetri. Malcom mangiò poco, un po' di pane e del tonno in scatole. Si lavò i denti e si mise pazientemente ad aspettare l' arrivo di Jace. Jace non arrivò e Malcom non sapeva se fosse perché si era dimenticato che dovevano vedersi per studiare o se forse aveva avuto un imprevisto. Decise di salvare il numero del ragazzo biondo sul cellulare e quando lo sbloccò si accorse di avere ricevuto un messaggio da quest' ultimo. Diceva "scusa se non sono riuscito a passare ma mia mamma è stata male e non ho potuto lasciarla sola in ospedale". Malcom non sapeva nemmeno dell' esistenza di una madre nella famigli di Jace. Decise di mettersi a studiare per distrarsi dal dispiacere di non aver potuto vedere Jace. Mentre era immerso nella traduzione di un' impossibile versione di latino arrivò sua mamma che lo salutò a gran voce dalla cucina. Malcom rispose al saluto senza urlare troppo ma in modo che sua madre potesse sentirlo.Mmalcom non resisteva dalla voglia chi chiederle informazioni sulla madre di Jace. Quando non ce la fece più a trattenersi decise di chiedere a sua mamma che ra sempre stata felice di rispondere alle sue domande. Ovviamente Marta, questo era il nome della mamma adottiva di Malcom, rispose con entusiasmo. :- La madre di Jace è morta durante il parto e dopo suo padre si è risposato con una donna molto più giovane di lui, che però ora ha un cancro al seno e rischia la morte-:. Malcom era impressionato da quanto Jace fosse sfortunato. Era sempre solare e allegro e veva sorrisi per tutti, era davvero difficile pensare avesse avuto tutti quei traumi infantili uno dietro l' altro. Malcom ringraziò sua madre per le informazioni e si rimise a studiare. Finì per l' ora di cena circa, quando l' orario delle visite il ospedale non era ancora terminato. Mangiò velocemente qualcosa e poi uscì, dicendo ai suoi genitori che stava andando a trovare un amico. Passò alla pizzeriaa d'asporto e prese una pizza per Jace, sapeva che adorava la pizza, e dopodiché prese l' autobus che portava all' ospedale. Quando arrivò chiese al banco informazioni per la camera della signora Morgestern e le venne indicata una stanza al terzo piano. Prese l' ascensore e dopo aver vagato un po' per i corridoi del terzo piano dell' ospedale (Malcom aveva un pessimo senso dell' orientamento) trovò la camera con la porta chiusa. Bussò ma nessuno rispose e allora decise di entrare. La scena che gli si parò davanti fu bella quanto quella di un quadro di un pittore del classicismo. Jace dormiva sdraiato sul letto libero in parte alla sua matrigna, con i capelli biondi sparsi sul cuscino e gli occhi che sotto le palpebre si muovevano, evidentemente il bellissimo ragazzo stava sognando. Jace era vestito coma la mattina a scuola, solo che la maglietta bianca era stata coperta da una felpa verde. Malcom aveva già deciso di andarsene quando Jace si svegliò e lo salutò con ancora la voce del sonno.

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