Scuola e sorprese

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Arrivato a scuola Malcom si diresse in classe e prese posto nel suo banco. Subito dopo arrivò Jace, non era ovviamente il suo vero nome ma Malcom lo aveva sempre sentito chiamare così sia dai professori che dai suoi compagni. Jace era diciamo il leader della classe ed era bello, anzi bellissimo: capelli biondi occhi azzurri e un fisico da capogiro. A Malcom piaceva molto ma sapeva di non poterci provare con lui, era ovviamente etero e anche se fosse stato gay avrebbe avuto standard più alti di un ragazzo che sogna fate e vede sirene e folletti. Mentre era immerso nei suoi pensieri sentì di nuovo la vocina stridula e acuta di Francis :- Mio caro- disse :-Se ti piace dovresti provare a chiedergli di uscire.- Malcom scocciato gli rispose:- Non ho possibilità, ora tu vattene. Sei solo frutto della mia immaginazione-. Francis obbediente sparì, lasciando Malcom ai suoi pensieri e ai compagni che, sentendolo parlare da solo avevano riso di lui. Jace lo guardava interessato. Malcom si coprì il più velocemente possibile con un libro, non poteva pensare che stesse davvero guardando lui. Stava per riabbassare il libro e cercare di sostenere lo sguardo del più bel ragazzo della scuola quando la campanella suonò e l' insopportabile professoressa di latino, vecchia e noiosa come tutte, entrò in classe dando il buongiorno e sedendosi alla cattedra. La professoressa di latino non gli stava troppo antipatica anche se gli ricordava un cioccolatino con tutti quei suoi vestitini rosa e quel suo profumo che si poteva sentire anche dall' ultimo banco. Mentre la professoressa interrogava, Malcom decise che avrebbe potuto riposarsi oppure mettersi a fissare Jace che da dietro era uno spettacolo fantastico: aveva le spalle larghe (come ogni ragazzo che si rispetti andava regolarmente in palestra) che erano messe in contrasto con il bacino stretto. A differenza di quella di Malcom la pelle dell' altro ragazzo era pallida ma perfetta; niente acne e niente difetti, solo una distesa di pelle tesissima sui muscoli possenti della schiena, degli addominali e delle braccia. Si era preso una cotta per quel ragazzo che era ovviamente un obbiettivo irraggiungibile. Mentre era perso in questi suoi pensieri si sentì porgere una domanda dal cioccolatino vivente che oggi aveva dato il meglio di sè mettendosi un' orribile talleur di un rosa spento che sottolineava le forme, che non erano un granchè visto che pesava quanto un bufalo adulto. La domanda riguardava una cosa abbastanza semplice sulla versione che stavano correggendo e se la cavò, attirando però l' attenzione di Jace che gli rivolse un sorriso radioso che fece perdere completamente Malcom nei suoi denti bianchi e perfetti. Notò per la prima volta che l' incisivo sinistro di Jace era leggermente scheggiato, e questo contribuiva a renderlo ancora più sexy e attraente. La lezione di latino finì e Malcom decise di rimanere seduto al suo posto per evitare di attirare troppi sguardi, si era incantato a guardare un ciclista fuori dalla finestra della sua classe quando Francis, il suo nuovo "folletto personale" decise di farlo spaventare a morte un' altra volta. -Ciao, come te la passi bello?- chiese il buffo ometto vestito in verde. -Se evitassi di spaventarmi tutte le volte che ti fai vedere starei meglio, e comunque sparisci.- Malcom si accorse di stare parlando da solo quando tutti i suoi compagni si girarono per guardarlo malissimo. Era confuso, molto confuso. Quel piccolo gnometto verde era frutto della sua fantasia o esisteva davvero? Difficile a dirsi visto che, a quanto pareva, solo lui lo vedeva. Durante la lezione di inglese la professoressa decise di fare un lavoro a coppie. Malcom finì in coppia con Jace. Non sapeva cosa dire. Era di fronte al ragazzo più bello di tutta la scuola (parere soggettivo ovviamente ma molto condiviso dalla gente) e non sapeva cosa dire, era pessimo. Decise di parlare dell' argomento assegnato loro dalla profe. Soliti argomenti pallosi da lezioni di inglese. Razzismo. Malcom si mise a parlare come una macchinetta, il suo inglese era quasi perfetto perché adorava quella lingua molto più dell' italiano. Parlava così veloce e usando termini così specifici che Jace fu costretto a fermarlo e a chiedergli più volte di ripetere. Stava andando malissimo... stava dando al ragazzo che gli piaceva un altro motivo per cui deriderlo. Grazie a Dio la campanella suonò alla svelta, era stata l' ora più lunga di tutta la sua vita ed ora era tutto sudato e non voleva far altro che non entrare mai più in quella classe in sua presenza. Fortunatamente il resto della mattina passò abbastanza tranquillamente, con le lezioni che si succedevano sempre più monotone e noiose. Malcom non stette molto attento, era troppo preso a guardare Jace per pensare a qualsiasi altra cosa. Il folletto, di cui Malcom non ricordava il nome, non si fece più vedere per il resto della mattinata e Malcom riuscì quasi a sembrare normale, ma cosa ancora più importante a non farsi più notare dal resto della classe. L' ora del suono della campanella di fine lezioni sembrava non arrivare più.

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