Best Goddamn Night Of Our Lives (13/05/2016)

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-Per fortuna ha smesso di piovere- commentò Megan, guardando il cielo dal finestrino della macchina, per poi infilarsi gli occhiali da sole -... così posso usare questi per non farmi riconoscere, e non quegli osceni impermeabili gialli che hai portato via.- aggiunse borbottando, mentre io alzavo gli occhi al cielo.

-Senti, ho preso i primi che ho trovato, e avrei preso anche i cappelli a forma di ombrello se qualcuno non me lo avesse impedito.-

Megan mi guardò a bocca aperta mentre cercavo di capire dai cartelli stradali dove dovessi andare. Erano tutti diversi rispetto a quelli americani, e più di una volta avevo ricevuto dei colpi di clacson perché sbagliavo qualcosa, ai quali Megan rispondeva con una serie di coloriti insulti in spagnolo.

-Per forza te l'ho impedito, dovremmo passare inosservate, non attirare l'attenzione perché siamo vestite in modo imbarazzante!- rispose, per poi lasciarsi andare contro il sedile dell'auto che avevamo noleggiato all'aeroporto.

Decisi di non continuare l'argomento. Megan quando era agitata tendeva ad essere "leggermente" più suscettibile del solito.

-Ecco, questa dovrebbe essere l'entrata di Verona...- esclamai entrando nella rotatoria immensa che circondava un arco di diversi metri in pietra, che a quanto pareva era qualcosa di storico.

-È un pezzo dell'Arena, quello?- mi chiese lei guardandolo interessata.

Mi strinsi nelle spalle -Non penso, il navigatore dice che l'Arena è in centro- risposi -Sarà qualcosa di altrettanto vecc...- sussultai, interrotta da diversi colpi di clacson, e mi resi conto che stavo svoltando in un senso unico. Merda.

Un uomo che guidava una piccola auto grigia ci sorpassò, urlandoci dal finestrino alcune parole in italiano che noi non potevamo capire ma che non sembravano per nulla amichevoli.

-Simpatici gli italiani- commentò Megan sarcasticamente, per poi guardare me -Comunque penso che devi andare di là- aggiunse, indicando un cartello piuttosto grande con scritto "Arena di Verona" accanto ad una strada in cui tutte le auto sembravano dirigersi.

Le imprecai contro mentre lei continuava a ridacchiare, vedendomi in difficoltà. Avrei voluto vedere come se la sarebbe cavata lei a guidare in un altro continente, dove tutti i cartelli erano scritti in un altra lingua e dove gli automobilisti sembravano tutti mestruati.

-Ti rendi conto che è il primo vero concerto che vediamo dei 5sos?- esclamai, agitata, mentre procedevamo a passo d'uomo nel traffico che occupava le strade della città.

Megan fece una smorfia -Per forza, quella troia del mio ragazzo non vuole portarmi in tour con loro perché, anche se non lo dice, so che ha paura che io lo tradisca con Ashton- borbottò alzando gli occhi al cielo -...quindi siamo obbligate ad arrangiarci.-

Sorrisi, incapace di fare altro quel giorno. Prima di conoscere Luke e Calum in discoteca, io e Megan non avevamo mai avuto la fortuna di assistere ad un loro concerto, e anche se era passato un anno e mezzo dal nostro primo incontro, non ne avevamo ancora avuto l'occasione. Ecco perché quando avevano annunciato le date del loro nuovo tour, il Sounds Live Feels Live, io e lei avevamo deciso di prendere i biglietti come qualsiasi fan, vivendo a pieno l'ansia delle prevendite su internet, la corsa contro il tempo per accaparrarsi i posti migliori, il conto alla rovescia e tutto il resto, e non avevamo detto nulla ai ragazzi. Avevamo scelto la data italiana perché Calum mi aveva confessato che aveva sempre sognato di suonare in un posto come l'Arena di Verona, soprattutto perché era in Italia, paese che lui adorava. Così quella mattina io e Megan avevamo preso l'aereo a Los Angeles, e dopo circa 5 ore di volo con uno scalo nella capitale eravamo atterrate a Verona, noleggiando subito un'auto per arrivare all'Arena, impazienti come non mai.

Missing Moments (I CAN'T REMEMBER || 5SOS)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora