La mente intelligente è una mente curiosa: non è soddisfatta delle spiegazioni nè dalle conclusioni, e non si abbandona alla fede, perchè anche la fede è una forma di conclusione. Un circolo quindi destinato a non finire mai. Stessi attori, soliti protagonisti e solite scene riviste e rivisitate come in un remaike del film della nostra vita. Situazioni ovviamente mal riuscite e mal digerite dai nostri pensieri vengono riproposte ciclicamente alla nostra attenzione, scatenando un sofferenza di comprensione. Rivivo dejavù ogni singola volta, credo, infatti, che quella situazione si sia presentata in passato. Sembra quasi che la nostra mente non è pronta ad affrontare certe emozioni, come quella del disappunto inespresso, dello stress emotivo non esplicato, o come la delusione per qualcuno, ripercuotono il nostro animo e ci svegliano dicendoci ''questa cosa io l' ho già vista'', l'ho già vissuta'', ''sto ripercorrendo gli stessi errori'', non voglio ripercorrere le stesse strade ma ci sono caduto di nuovo. In effetti, sicuramente abbiamo catalogato quell'emozione in una tale situazione e siamo pronti a riconoscerla quando quella vicenda si ripresenta. Metto in discussione la mia capacità di giudizio proprio per questo, se avessi la capacità di tornare indietro nel tempo anche solo con i ricordi, mi metterei in disparte e osserverei la situazione sicuramente da un altra prospettiva, ricondizionerei la mia mente per non avere quel tipo di ricordo e quindi cancellerei quella sensazione, o meglio la vivrei diversamente e direi a me stessa come comportarmi e come reagire a certi imput . L 'accettazione di tale vissuto appartiene solo al passato? e se proprio il passato si ripresenta per farci capire la nostra evoluzione come persona e anima? Vivere il presente con tutti gli strumenti possibili può aiutarmi a superare certi 'ostacoli' che il nostro percorso puntualmente ci ripropone potrebbe essere una soluzione. Ma il rivere le emozioni è fondamentale per comprendere il nostro se. La nostra capacità di giudicare l'operato delle nostre reazione è legata indissolubilmente a ciò che si impara, quindi a cosa dobbiamo il ripetersi di certe situazioni e sensazioni? Cercare una risposta in una vasto oceano di conoscenze sensoriali è un bel rompicapo. Affido tutto alla mente, che immagazzina informazioni e che ci protegge dai cambiamenti. Ecco allora siamo restii alla formazioni di nuove abitudini concettuali perché siamo abituati all'egoismo della nostra parte razionale. Se ho evitato un ostacolo, lo riposto lì in angolo, ho fatto finta che lui non ci fosse, prima o poi lui si ripresenta, magari più piccolo e meno oppressivo di quanto lo era in precedenza, allora in quel momento sono sicura di poterlo affrontare in modo adeguato, a modo mio , come so fare io e ...nel tempo (anni, mesi , giorni, settimane) trascorso....quell'incredibile macchina geniale della mia mente lo ha risposto in un cassetto e ogni tanto me lo ha ricordato costruendoci a fianco un grande numero di scuse intelligenti e inoppugnabili per non farmelo affrontare fino all'arrivo del dunque, fino a che noi non siamo pronti. non è senso di colpa nei confronti di noi stessi, non sono stato bravo oggi lo sarò domani, ma in realtà è la spiegazione più semplice che mi è venuta in mente sta nel fatto che il ripetersi non è un ripetersi, è solo il riconoscere più spesso certe situazioni anziché altre, emozioni che dobbiamo imparare a gestire al meglio del nostro sentire fisico e mentale. Un cerchio che si chiude e non un moto perpetuo!!