Arancio

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Lo guardiamo con gli occhi sbarrati,non sapendo cosa dire si crea un silenzio saturo di caos e tensione.
"Pensavate di fregarmi? Mi sa che per questa volta vi ho fregati io. Immaginavo che avreste cercato di andarvene,un viaggetto mi andava proprio!" Aggiunge Sean sedendosi comodamente su una delle portone rilegate in pelle.
Sono talmente colpita dalla sua faccia tosta che provo a dire qualcosa ma le parole scoppiano dentro la mia testa come bolle di sapone.
"Quindi cosa facciamo?" Si decide a parlare Charlie rivolta a me e ad Oliver,che aveva frenato di colpo.
Sarebbe stato inutile tornare indietro,ormai i giochi erano fatti,si poteva solo andare avanti,con o senza ostacoli.
"Io propongo di continuare indipendentemente che ci siano stronzi capelloni o meno,è il nostro viaggio e non me lo farò rovinare da un pallone gonfiato che ha più capelli che cervello." Dico acida e sento una risatina di scherno alla mia destra,proprio dove è seduto Sean.
"Sai è buffo sentire prendere i giro i miei capelli da una con un dread appeso alla testa..ma sai sono punti di vista.." aggiunge con una frecciatina,steso comodamente sulla poltrona consumata.
"Sentite non vi darò problemi se è quello che pensate,ok? Poi ho anche la patente,pensate veramente che non vi fermeranno prima di arrivare nel posto in cui volete andare? Posso guidare io,basta che mi dite la destinazione.." Continua Sean con fare persuasivo.
Non ci avevo pensato ma sarebbe stato molto rischioso continuare a far guidare Olly.
"Cosa ne dici Olly?" Chiedo incerta e lui annuisce guardando intensamente Sean e alzandosi dal sedile del conducente per lasciargli il poso.
"Dobbiamo andare in aeroporto,andiamo in Germania" gli dice Charlie,lui si limita ad un cenno della testa,accende il motore ed ingrana la marcia.
"Forse dovremmo fare le presentazioni se dobbiamo stare insieme non so per quanti giorni" dice ad un tratto Olly e io lo guardo accigliata.
"Piacere,Oliver" dice stringendo la mano di Sean libera dal volante.
Anche Charlie fa lo stesso,ma io sono troppo amareggiata per imitarli e me ne resto seduta comodamente guardando le campagne dal finestrino.
Lui non si preoccupa di saper come mi chiamo,perciò me ne frego altamente e mi addormento cullata dal suono meccanico delle ruote del camper sull'asfalto.
Ad un tratto il camper sobbalza a causa di un dosso ed io mi sveglio bruscamente. Strano a dirsi ma sono già le sei del pomeriggio,e non siamo ancora arrivati in aeroporto.
Mi giro verso Olly e Charlie che sono accoccolati addosso a un finestrino e dormono profondamente,sono così piccoli,sembrano due bambini.
L'occhio mi cade sui nostri cellulari posizionati cautamente sopra una mensola,sono tutti e tre spenti,chissà quante chiamate hanno già fatto i nostri genitori. Loro non c'entrano nulla,non volevamo recargli dolore,però non ci avevamo pensato,magari hanno chiamato la polizia e ci stanno cercando ovunque.
Allora prendo in mano il mio cellulare e lo accendo,trovando 116 chiamate perse dai miei genitori,con altrettanti messaggi. Mi si spezza il cuore a leggere la disperazione di mia mamma nero su bianco.
Con le lacrime agli occhi le scrivo un sms.
"Mamma,Papà state tranquilli,va tutto bene,sia io che Charlie che Olly stiamo bene. Volevamo andare via per un po',perchè ne avevamo bisogno. Ci dispiace moltissimo per non avervi avvertito,non cercateci,vi prego lasciateci lo spazio per questa cosa,torneremo prestissimo.
Vi voglio bene.
Muriel."
Premo invio e spengo il cellulare con un profondo respiro.
"Tutto bene?" Mi sorprende sentirmelo chiedere da Sean.
"Si" rispondo secca.
Riesco a vedere i suoi occhi verdi che mi fissano dallo specchietto retrovisore.
"Quindi si può sapere come ti chiami o è un segreto di stato?" Mi chiede ironico.
"Muriel,mi chiamo Muriel." Rispondo sprezzante.
"Beh,Muriel te la cavi bene con la matita.." Dice Sean con un cenno laterale della testa, facendo ciondolare quei suoi ricci biondi,che catturano il riflesso del sole rosso del tramonto.
Guardo nella direzione in cui ha mosso la testa e c'è il mio blocco da disegno,impallidisco.
"Oh mio Dio,ma hai guardato i miei disegni!" Dico indignata e lui scoppia a ridere.
"Si e sono rimasto molto sorpreso da non essere stato ancora oggetto di un tuo ritratto." Dice deluso.
"Ma chi ti credi di essere per ficcare il naso dove ti pare,eh?!" Continuo furiosa,alzandomi e andando a riprendere il mio blocco.
Con la mano libera dal volante mi afferra il braccio con cui tenevo ben stretto il mio blocco da disegno. La sua presa è decisa ma leggerissima.
"Dai fammi un disegno" mi chiede guardandomi dritto negli occhi.
Non mi imbarazza se è quello che pensa di farmi,perciò lo raffreddo subito.
"Pensa a tenere gli occhi sulla strada che è meglio." Dico liberandomi dalla presa e tornando al mio posto.
Lui ha uno sguardo sorpreso,quasi un po' deluso.
Più i minuti passano più mi rendo conto di non poter perdere l'occasione di disegnare,tutto è più bello con questa luce ambrata.
Il comodino,le tendine vintage che svolazzano timidamente sui finestrini impolverati,le poltrone,i miei due amici,e persino lui.
Sean guarda la strada con gli occhi ben aperti,ma rilassati. Sono verdissimi,selvaggi brillano di avventura. La mano destra che impugna bene il volante e la sinistra posizionata sul ginocchio.
I riccioli biondi che sfiorano gli zigomi e la mascella pronunciata.
Non faccio in tempo a prendere fuori la matita,che il disegno è già finito.
Arancio ecco il suo colore,arancio come il tramonto più vivace,arancio come il mio tè preferito,quello agli agrumi. Arancio come le foglie degli aceri,un po' tristi e un po' felici.
"Siamo arrivati in aeroporto!" Dice Sean,Charlie ed Oliver si svegliano,così scendiamo tutti un po' rintronati.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 19, 2016 ⏰

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