Una meta

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Mi slego immediatamente dall'abbraccio e guardo quella creaturina incredibilmente fragile e piccola che è tra le mie braccia. I suoi occhioni grigi splendono come due gocce di pioggia. Tristi e distrutti.
" Andiamo al parchetto,ok?" Dico senza riuscire a guardarla.
Lei annuisce ed insieme ci incamminiamo verso il parco dove io lei e Oliver giocavamo a guardia e ladri da piccoli.
Ci sediamo su una panchina ed il silenzio ci avvolge malevolo.
"Dicono che se continuo così non avrò un buon lavoro,capisci? Il tingersi i capelli di rosa ed ascoltare i Linkin Park può compromettere il mio futuro" mi dice scoppiando la bolla di silenzio che ci aveva inglobate.
I genitori di Charlie erano ricchi sfondati,di quei ricchi che vanno al club del golf e fanno cose da ricchi. Charlie non era mai stata come loro,lei li odiava. Volevano che andasse al college una volta finito il liceo, volevano una figlia degna di portare il cognome di famiglia. Lei invece tra vent'anni si vedeva ad un suo concerto a Central Park. Lei,la sua chitarra e milioni di cuori.
"Senti,non succederà,non lo permetterò..noi non possiamo separarci,ok?" Dico cercando di convincere più me,che lei.
Ma Charlie continua a piangere a dirotto,evidentemente non confortata.
Di punto in bianco penso che la vita non è questa.Non è vita quando devi trasferirti e lasciare tutto. Non è vita quando non è una tua scelta. In media un uomo ha ottant'anni per vivere la sua vita al meglio. Noi ne abbiamo 16, ciò significa che ce ne mancano solo 64 per essere felici.
Non contando il tempo che ci sarà portato via dopo i venti cinque anni,dalla carriera,figli,marito,velocità e consuetudini.
Io non sono felice,o perlomeno non lo sono ogni giorno. Per spiegarmi meglio ho paura di morire domani,perché so che non sarei soddisfatta di quello che ho fatto nella mia vita fin'ora.
Perché non ho mai fatto veramente quello che veramente volevo fare. Avete presente quelle cose impossibili,quelle che proprio ci pensate e dite "vabeh"? Io non riesco veramente a capire perché dovremmo lasciare perdere,la vita è una e dura pochissimo.
E allora dico,perché non spendere soldi per dipingere la camera come un cielo stellato,solo perché costa troppo,o perché è consuetudine tenere i muri bianchi? Perché non fare l'amore tutti i giorni e tutte le notti? Perché non mangiare tutta la settimana pane e nutella,anche se fa ingrassare? Cosa ci servirà essere magri nella tomba? Solo a consumarci prima.
"Partiamo"
Le parole mi escono fuori dalle labbra livide e congelate,come un soffio di neve fresca.
"Che dici..?" Mi risponde confusa Charlie.
"Andiamo via,capito? Ce ne andiamo,mi sono rotta di questa merda. Andremo al mare,e poi in montagna,ce ne andiamo e lasciamo tutto. E sai chi se ne frega? Io te e Oliver. Noi tre,solo noi,e ce ne andiamo che qui non si respira più." Dico decisa.
" Questo silenzio urla,lo senti anche tu Muriel?" Mi dice in un sussurro.
"Si,lo sento e mi tortura,mi consuma dentro,mi contorce lo stomaco e mi strozza la gola." Rispondo.
Lei mi prende le mani,sono così rigide e sottili come fogli di carta.
"Andiamo." dice guardandomi negli occhi.

Tic,tic,tic..quando digito il numero di Oliver sulla tastiera sembra che cada pioggia robotica,è un pensiero strano,ma dal momento che sono strana,posso permettermelo.
"Muri?" Risponde la voce assonnata del mio amico.
"Oliver quanto ci metti ad arrivare a casa di Charlie? Ah,prendi dei vestiti,costume da bagno e giacca a vento.." Rispondo secca,ma vedo che Charlie mi sta facendo dei gesti,mi sta mimando qualcosa,poi capisco che mi sta dicendo di chiedergli di prendere del cibo.
"Ah Olly,prendi un po' di cibo,tutto quello che hai in casa..una torcia e dei soldi.." Aggiungo eccitata.
"Muriel..che stai dicendo? Cioè..lo sai che sono le quattro di mattina? Cos'è a casa tua c'è il fuso orario? E poi cosa serve tutta sta roba? Costume..giacca a vento?" Dice confuso,ma con voce più sveglia di prima.
Alzo gli occhi al cielo,Oliver era sempre stato così indeciso e preoccupato per ogni cosa. Il suo difetto più grande era fare domande a rotta di collo. Diciamo pure che era la mente,più o meno sana,del gruppo.
Era la persona che se ad otto anni volevi buttarti giù per una collina ghiacciata, con la bici di tuo cugino,lui ti diceva che probabilmente ti saresti ammazzata. Però era una persona meravigliosa,di quelle che quando le torvi non puoi fare a meno di essere felice. In più adoro i suoi capelli rossi fiammanti e le sue lentiggini spruzzate ai lati del naso come costellazioni.
"Senti tu vieni e basta." E chiudo la chiamata per non sentire repliche.
Io e Charlie nel frattempo rientriamo in casa sua,in punta di piedi,per prendere il necessario per un viaggio.
Charlie comincia a frugare nella sua gigantesca cabina armadio,buttando fuori vestiti di ogni genere.
"Ti presto io tutto,non abbiamo tempo per tornare a casa tua.." Mi dice ,occupata a tirare fuori da sotto il letto un maglione verde,extra-large.
Quando ha preso due belle sciarpe pesanti e le ha ficcate dentro un'enorme valigia a rotelle fucsia,ci fiondiamo in cucina e prendiamo tutto quello che,della dispensa, può essere contenuto dentro il suo borsone della piscina.
Passiamo in rassegna patatine,merendine e salatini..la borsa si riempie in fretta,tendendo la leggera stoffa blu impermeabile che la ricopre.
Mi vibra la tasca posteriore dei jeans,tiro fuori il telefono e vedo un messaggio da Oliver,è fuori ad aspettarci.
Charlie apre la porta e lo fa entrare.È pieno zeppo di borse,così gli diamo una mano ed entrambe corriamo ad abbracciarlo.
Profuma di biscotti al miele.
"Ragazze,cosa diavolo sta succedendo?" Chiede nervoso,sciogliendo l'abbraccio a tre.
"Partiamo." Dico semplicemente.
Lui sgrana gli occhi e questi diventano enormi, dal momento che sono già ingranditi dalle spesse lenti degli occhiali che porta.
"Cos.."cerca di dire,ma Charlie gli tappa la bocca con la mano.
"Oliver non ti sei stancato di tutta questa merda?" Dico e per poco Charlie urla.
"Che schifo! Oliver ti ammazzo!" Dice a bassa voce,
mostrandomi la sua mano bagnata.
"Mi ha limonato la mano!!" Dice indignata.
"Maturo Oliver.." Dico schifata ma lui non sembra farci caso e si mette a polemizzare,lo fa sempre.
" Si che mi sono stancato..ma non potete mollare  tutto,così di punto in bianco...è la nostra vita" risponde saccente.
"La nostra vita fa schifo" completa  Charlie.
"Io non credo sia una buona idea..siete matte. E poi dove vorreste andare eh? Se non abbiamo neanche una macchina.." Continua Oliver pragmatico.
"Senti" sbotto "Puoi anche rimanere qui se vuoi,va bene? Puoi continuare con questa merda di routine a vita,se proprio ci tieni tanto. Puoi diventare avvocato,o dottore se questo è il sogno dei tuoi. Ma io non voglio. C'è più di tutto questo capisci? Ed è in continuo movimento,si muove senza di noi,e siamo noi,che ce lo stiamo perdendo. Voglio fare davvero quello che mi piace,voglio poter dire che la scelta di fare questa dannata cosa,è la mia! C'è un mondo là fuori Oliver..un mondo dove gente come noi forse può trovare un posto. Persone come te e me e Charlie. Ma se ti accontenti allora rimani." Dico tutto d'un fiato.
"Tra un mese devo trasferirmi.." Dice infine ,in un sussurro Charlie. Entrambi ci voltiamo verso di lei,che ha le lacrime agli occhi.
"Oliver questa non è la nostra vita,va bene?"continua piangendo sommessamente.
Lui guarda fisso il pavimento,poi alza lo sguardo e sorride.
"Guido io."

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