Il giorno dopo, Draco si trovava di nuovo in biblioteca. Aveva cercato tutto il pomeriggio altri maledetti libri per aggiustare l'Armadio, ma non era riuscito a carpire altre informazioni di cui non fosse già al corrente. Stava rimettendo tutti i libri a posto, furibondo, quando dalla fessura dello scaffale vide la Granger e Potter voltati di spalle, che parlavano.
Cosa ci sarebbe stato di male ad origliare? Dopotutto Potter lo avrebbe fatto.
<< Bè- stava dicendo la Mezzosangue- stai attento a quello che bevi, perché Romilda Vane aveva l'aria di fare sul serio >>.
<< Aspetta un momento- disse Potter- pensavo che Gazza avesse messo al bando qualunque cosa dei Tiri Vispi Weasley, no? >>
<< E da quando in qua si fa caso a quello che mette al bando Gazza? >>
<< Ma io pensavo che tutti i gufi venissero perquisiti- rispose Potter- Come mai allora queste qui riescono a far passare filtri d'amore a scuola? >>
Draco si era bloccato, la bocca socchiusa per lo stupore. Persone che si facevano mandare pozioni illegali a scuola senza essere scoperti. Questo era un argomento interessante... che avrebbe potuto rivoltare a suo favore.
<< Fred e George li mandano sotto forma di profumi e pozioni per la tosse- rispose Hermione- fa parte del loro servizio ordini via Gufo >>.
<< Sei molto osservata >> commentò Potter.
<< C'era scritto sulle bottiglie che hanno mostrato a me e a Ginny quest'estate. Io non verso pozioni nelle bibite della gente, e neanche faccio finta, che è altrettanto disonesto... >>
<< Sì, va bene, lasciamo perdere- ribatté Potter in fretta- Il punto è che Gazza viene imbrogliato, no? Queste ragazze ricevono a scuola cose sottoforma di altre! Quindi perché Malfoy non avrebbe potuto portare la collana...? >>
Draco si irrigidì. La Granger aveva ragione allora. Potter si stava davvero interessando al suo piano!
Gli venne una voglia matta di scavalcare lo scaffale e andare lì a fargliela pagare, ma la curiosità per quell'argomento prevalse sulla sua voglia di vendetta, quindi rimase immobile ad ascoltare.
<< Oh, Harry... non di nuovo... >>
<< Andiamo, perché no? >>
<< Senti- sospirò Hermione- i Sensori Segreti intercettano fatture, maledizioni e incantesimi dissimulanti, no? Sono abituati a trovare Magia Oscura e oggetti Oscuri. Avrebbero riconosciuto una maledizione potente come quella della collana in pochi secondi. Ma qualcosa che è solo stato messo nella bottiglia sbagliata non viene notato... E, comunque, i filtri d'amore non sono Oscuri e nemmeno pericolosi... >>
<< Lo dici tu >> fece Potter seccato.
Draco fu intimamente grato alla Granger per averlo difeso ancora una volta.
Ma poi si chiese ancora: perché lo stava facendo? A volte non lo capiva.
<< Quindi sarebbe compito di Gazza capire che non si tratta di una pozione, ma non è un mago molto abile, dubito che sappia distinguere una pozione da... >>
Un libro era scivolato dalla pila che Draco aveva tra le braccia. Con il cuore in gola, lo vide appoggiarsi con un piccolo tonfo sullo scompartimento di fronte a lui, e si abbassò di botto.
Non li sentì dire niente. Accidenti, meno male che non lo avevano visto.
Si rialzò e si mise febbrilmente a cercare altri libri. Gli era venuta un' idea.
Poteva farsi mandare una cosa al posto di un'altra...
Un veleno, pensò sogghignando. Ma certo. Bastava che Madama Rosmerta lo affidasse a qualcuno in contatto con Silente... sembrava tutto così facile! Perché non ci aveva pensato prima?
Portò fuori dalla biblioteca il maggior numero di libri sui veleni che riuscì a tenere tra le braccia, e si diresse verso la Stanza delle Necessità, elettrizzato.
Il giorno dopo ci sarebbe stata una festa di Natale per il Lumaclub.
Hermione naturalmente era invitata, ma non sapeva proprio con chi andarci.
Arrivò il pomeriggio, e lei si trovava a studiare nella Sala Grande con un diavolo per capello. Ron, neanche dirlo, era già impegnato. Non c'era nessun altro che le fosse interes...
Prima che avesse avuto il tempo di finire mentalmente la frase, un immagine imponente le si parò come davanti agli occhi.
Come una foto, con una persona dai capelli biondi...
Si bloccò, a bocca spalancata. Malfoy? Perché diavolo aveva pensato a lui?
No, pensò preoccupata, non era possibile che lui le piacesse. No... sarà stato un caso... anche perché era odioso e altezzoso, sicuramente non il tipo che faceva per lei...
Come per un infausto scherzo del destino, Draco Malfoy le passò davanti per uscire dalla Sala Grande.
E... la guardò.
Solo un'occhiata, una frazione di secondo, un istante. Un'espressione senza sentimento, che non diceva niente, che non trasmetteva, in apparenza, alcuna emozione.
Ma per Hermione non fu così. Ricambiò quell'occhiata, impassibile, e lo guardò finché non fosse uscito.
Volse il capo sul libro, turbata. Cos'era quel groppo in gola che si sentiva?
Cos'era stato quel brivido che aveva provato, quando si era sentita toccare dal suo sguardo?
No, basta, non doveva pensarci. Lei non era quel tipo di ragazza.
Non gli sarebbe corsa dietro come un'oca, non avrebbe pensato a lui. Doveva toglierselo dalla testa, aveva altre cose a cui pensare, come la scuola. E alla festa di Lumacorno.
Scosse il capo, pensierosa, cercando di svuotare la mente dei ricordi di una certa persona.
Harry aveva appena invitato Luna Lovegood. Non c'era... più nessuno.
Fu allora che Hermione si rese conto di essere disperata, e che dovesse invitare per forza qualcuno che non le piacesse.
Si fece guardinga, scrutando la Sala, alla ricerca di qualche ragazzo solo. Il suo sguardo cadde su Ron e Lavanda che pomiciavano su una panchina lontana, e una folle determinazione le fece gonfiare il petto, infuriata. L'avrebbe pagata. Avrebbe fatto ingelosire Ron, con chiunque, non le sarebbe importato chi.
Un ragazzo era solo. Era Cormac McLaggen.
Hermione continuò a far vagare lo sguardo per la Sala, un po' abbattuta, per esser sicura di non aver scelta. Un altro ragazzo senza compagnia era Zacharias Smith. No, l'altra volta aveva massacrato i suoi amici alla cronaca della partita...
Si avvicinò a McLaggen, e si sedette accanto a lui. Purtroppo Ron non se ne accorse. Lui la guardò.
Nessun brivido. No, quel tipo non le sarebbe proprio potuto piacere.
<< Ciao, Cormac >>.
<< Ciao, Hermione >> rispose lui, smettendo di scrivere.
<< Sai- disse Hermione esitante- mi chiedevo se volessi venire alla festa di Lumacorno con me, stasera >>.
McLaggen era sorpreso. Evidentemente non si sarebbe mai aspettato un invito da parte di una ragazza carina come Hermione.
<< Io... sì, va bene >> rispose, compiaciuto.
Draco si trovava nella Stanza delle Necessità dalle cinque del pomeriggio. Era lì da più di tre ore, arruffato e sudato, e stava versando il veleno che aveva preparato il giorno prima in una fiaschetta.
Era di colore giallo ambrato, facilmente confondibile con l'idromele.
Sogghignò perfidamente, tappandola. Questa volta avrebbe funzionato di sicuro.
L'indomani sarebbe andato a Hogsmeade e l'avrebbe portato a Rosmerta, e poi ci avrebbe pensato lei a venderla a qualcuno.
Uscì dalla stanza gettando un'occhiata insolente all'Armadio Svanitore nell'angolo, parzialmente aggiustato. Si ritrovò in corridoio, e si ricordò che quel giorno Tiger e Goyle non c'erano. Sbuffò. Sarebbe dovuto tornare in Sala Comune da solo. Doveva solo sperare che nessuno, a quella tarda ora, lo beccasse...
Hermione era nella Sala Comune dei Grifondoro, e stava aspettando McLaggen.
Per l'occasione delle festa di Natale si era messa un vestito rosso aderente, non troppo lungo, lunghi stivali neri e si era lasciata i capelli sciolti, meno crespi del solito. Poi si era fatta truccare da Calì. Naturalmente l'effetto non era eguagliabile a quello del Ballo del Ceppo, ma era comunque un cambiamento notevole.
Ma quando McLaggen arrivò, la salutò con un "Ciao, Hermione" e non parve notare nulla di nuovo in lei.
Camminò tenendole il braccio attorno alla vita, cosa che a lei diede un fastidio pazzesco, ma il peggio fu quando aprì bocca:
<< Sai, ci sono rimasto male di non essere entrato a far parte della squadra di Grifondoro. Mi sono sempre allenato, fin da quando ero piccolo.
Vicino a casa mia c'è un prato enorme, e i Babbani non ci vanno mai, così io con gli amici mi alleno lì a Quiddich quasi ogni giorno dell'estate, dalla mattina alla sera, naturalmente come portiere. La mia prima parata fu a dorso di una Scopalinda, il mio primo anno a Hogwarts, poi decisero di darmi una Stellafreccia e ne feci molti di più. Arrivai al secondo anno che già avevo fatto 27 parate, ma solo per gli allenamenti, perché poi non mi presero per far parte della squadra >>.
Continuò con quella solfa per tutto il corridoio, poi, con grande gioia di Hermione, arrivarono davanti porta dell'ufficio di Lumacorno.
Il corridoio era deserto. McLaggen guardò in alto, e Hermione, senza pensarci, lo imitò.
Vischio.
La Grifondoro andò dritta verso la porta.
<< Allora, entriamo? >>
Ma McLaggen non rispose. Andò verso di lei, sorridendo come un maiale, e cominciò a toccarla dappertutto, il viso pericolosamente vicino al suo.
<< No... McLaggen, io... >> balbettò Hermione imbarazzata, facendo resistenza senza risultati. Accidenti, non aveva previsto che fosse così porco! McLaggen provò a baciarla, ma Hermione abbassò la testa.
<< Smettila! Vattene, basta... >>
<< McLaggen! >>
McLaggen lasciò immediatamente Hermione e si voltò.
Draco Malfoy era in mezzo al corridoio, non molto lontano da loro.
Si avvicinò, notando più che altro che il vestito della Mezzosangue le stava proprio bene, e che avrebbe volentieri voluto spaccare la faccia a McLaggen. Dio santo, ma che gli stava succedendo in quei giorni? Stava difendendo la Granger!
<< Vattene- gli intimò, imperioso- o avviso i professori >>.
<< Vattene tu, Malfoy- gli rispose McLaggen- non dovresti neanche essere qui, non sei invitato. E poi stai disturbando >>.
Hermione arrossì violentemente, senza avere il coraggio di guardare nessuno dei due, e si buttò a capofitto verso la festa.
Malfoy scoccò un'occhiata furente a McLaggen, che ebbe il buonsenso di non restare a tiro di Malfoy e andarsene, poi continuò a percorrere il corridoio.
Draco si sentì stranamente turbato. Ma la Mezzosangue era davvero bella...
Scosse il capo, come per scacciare un insetto molesto, e si concentrò per mettere in atto l'Occlumanzia. Non doveva pensare alla Granger... per tanti motivi. Non era la cosa giusta da fare, innanzitutto, vista la sua situazione. Non doveva lasciarsi distrarre da nulla, soprattutto da una Mezzosangue Grifondoro. Poi il cuore gli fece un balzo, nel vedere Gazza davanti a sé, che sorrideva trionfante.
<< Aha, colto nel sacco! >>
Draco si sentì rodere le viscere per la sua stupidità. Era stato così impegnato a pensare alla Granger che non si era neanche ricordato di far attenzione a Gazza!
<< Io... devo andare alla festa di Lumacorno! Sono in ritardo >> improvvisò convincente.
Gazza lo scrutò ringhiante, guardandolo dall'alto in basso.
<< Non sei vestito per una festa, vero? Senza contare che stavi andando nella direzione opposta, ragazzo, non sai che l'Ufficio del professor Lumacorno è dietro di te? >>
Draco esitò un attimo, esasperato e irritato, e quell' istante bastò per convincere Gazza: lo prese per un orecchio e lo trascinò dentro l'ufficio di Lumacorno.
Ma la cosa peggiore fu quando lo portò nel bel mezzo di un gruppo di maghi: Piton, Lumacorno, Luna Lovegood e Potter.
<< Professor Lumacorno- disse Gazza- ho trovato questo ragazzo nascosto nel corridoio. Sostiene di essere stato invitato alla sua festa e di essere in ritardo. Lei lo ha invitato? >>
Draco si liberò dalla presa di Gazza, furente.
<< D'accordo, non sono stato invitato! Stavo cercando di imbucarmi, contento? >>
<< No, per niente!- ribatté Gazza, gioioso- Sei nei guai, oh, sì! Il preside non ha detto che andare in giro di sera è vietato, se non si ha il permesso? >>
Ma Lumacorno lo salvò dalla situazione, dicendogli che poteva restare. Draco si infuriò ancora di più. Voleva solo andare alla Guferia per mandare una lettera a Rosmerta, oppure comunicare con lei tramite monete stregate, non starsene ad una stupida festa a cui non era neanche dell'umore di partecipare.
Improvvisamente, Piton proruppe con un:
<< Seguimi, Draco >>.
Draco lo fissò allibito per un attimo, poi lo seguì depresso.
Lo condusse in un'aula vicina. Draco sentì montare la collera ancora di più. Erano mesi che Piton cercava di scoprire il suo piano, ma non si faceva abbindolare.
Lo guardò chiudere la porta, impassibile ma furibondo.
<< La notizia di Katie si è diffusa in tutta la scuola. Era sicuramente un tuo piano, ma sai che non puoi permetterti degli errori, Draco, perché se vieni espulso... >>
<< Io non c'entro niente, chiaro? >> sbottò Draco all'istante.
<< Spero che tu stia dicendo la verità, perché è stato un tentativo goffo e sciocco insieme. E tu ne sei già sospettato >>.
<< Chi sospetta di me?- s'infuriò Draco, in cuor suo sapendo già la risposta. Quindi Potter andava a sbandierare i suoi sospetti ai professori!- Per l'ultima volta, non sono stato io... >>
Ma Piton continuò a insistere, finché Draco, frustrato e irascibile, non si lanciò verso la porta sfuggendo dalle sue grinfie, per poi allontanarsi verso i sotterranei, chiedendosi quante intromissioni avrebbe dovuto ancora sopportare.
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Dramione. ~ Tutto può cambiare. ♡
FanfictionHo trovato questa fanfiction di dramione su internet e ho deciso di postarla qui per farla scoprire a tutti.