Capitolo 14

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Qualcosa era cambiato. Sì... e non lo avrebbe mai sperato.
O pensato. Tutta quella situazione, era così dannatamente nuova, e emozionante...
E non gli era bastato. No, quel misero contatto nell'infermeria non aveva colmato un bel niente.
Non avevano riempito né il dolore, né la paura né la tristezza da cui si sentiva invaso da sempre. Non avrebbe potuto definirlo bacio, neanche passione, a dir la verità.
E la voleva. La voleva tutta per sé, in un unico momento da trascorrere con lei che sarebbe riecheggiato nell'eternità.
Un momento da non dimenticare. Che gliel'avrebbe sempre fatta ricordare. Un istante di pura gioia e follia. Qualcosa di indescrivibile.
Lei era sempre nei suoi pensieri. Sempre, incessantemente, anche quando avrebbe dovuto pensare ad altre cose.
Il viso di Hermione lo riportava a quel momento in cui avevano condiviso qualcosa. Sì, perché anche lei provava la stessa cosa, Draco ne era sicuro.
E moriva dalla voglia di averne finalmente una prova concreta.
Fu così che, incapace di trattenersi, cominciò a mandarle dei bigliettini senza firma, in cui le chiedeva di incontrarsi.
Però... lei non arrivava. Draco aspettò per almeno un'ora che lei si facesse viva all'orario e nel posto stabiliti, ma di Hermione non c'era mai traccia.
Ed era questo che a Draco dava un po' da pensare. Perché?
Come mai non veniva? Lo stava forse... rifiutando? Ci aveva ripensato?
Turbato, Draco cominciò a cercare il suo sguardo durante le lezioni, ma anch'esso non era presente. Lo stava evitando.
Hermione non guardava nella sua direzione neanche una volta, sedendosi in modo da dargli sempre la schiena. Anche nella Sala Grande, ogni volta che lui le passava davanti lei abbassava lo sguardo.
Draco all'inizio pensò che fossero solo coincidenze, che lei fosse solo un po' triste oppure non si fidasse di lettere senza firma, ma una settimana dopo quel comportamento decise di averne abbastanza. No, lei stava facendo tutto di proposito.
Un po' affranto, allora, decise di coglierla di sorpresa.
Una domenica mattina Hermione si trovava tra gli scaffali della biblioteca, concentrata sui libri da scegliere per fare una ricerca, quando un'ombra accanto a sé la fece sussultare.
Si voltò lentamente, un po' intimorita, e rimase un po' basita nel vedere Draco appoggiato allo scaffale, guardandola intensamente.
La passione di quello sguardo la fece arrossire e abbassare gli occhi sul pavimento. Dio... no, non adesso.
Draco la studiò per un momento, non riuscendo a sorridere. Restò in attesa, aspettando che Hermione si spiegasse, o che se ne andasse, ma la reazione che non prevedeva non era certo che sarebbe rimasta lì immobile, come in quel momento stava facendo.
Lei respirò a fondo, cercando di calmare i battiti del suo cuore, pensando a cosa diavolo dirgli. Aveva appena incominciato a raccogliere le parole quando si sentì portare contro lo scaffale quasi con violenza.
Draco era appoggiato contro di lei, il viso al di là del suo, le mani ancora nelle tasche. La stava tenendo bloccata, imprigionata... come a ribadire una proprietà. Come a voler dimostrare che lei... era solo sua.
Sentì le lacrime pungerle gli occhi, affondando il viso nell'incavo del suo collo, respirando il suo profumo. Ma non poteva crollare. No, non in quel momento.
Draco scostò un poco il viso, toccando la fronte di Hermione con le labbra. Era così calda.
Ma sentiva di non avere il coraggio di guardarla negli occhi. Non voleva leggerci sentimenti troppo contraddittori. E non voleva che lei percepisse la sua disperazione.
Le baciò la fronte, in modo lieve e dolce. Poi di nuovo, in un gesto più intenso, scendendo sempre più in basso.
Arrivò a baciarle la guancia, che scottava, morbida come non mai, e sentendola inerme, posò un bacio anche sull'angolo della bocca...
Fu allora che lei scostò il viso da un lato, nascosto dai capelli.
Draco esitò un momento, con il cuore a pezzi, chiedendosi cosa diavolo ci fosse che non andasse.
Tolse una mano dalla tasca e le scostò i capelli, in modo da vedere cosa avesse. In quel momento una lacrima le scese lungo la guancia.
Lei non lo stava guardando; il suo sguardo era rivolto altrove, verso il fondo della biblioteca, di certo non a lui.
Perché non poteva guardarlo. Non poteva.
Non voleva dargli false speranze... e non voleva darle neanche a sé stessa. Perché lui non capiva che era tutto impossibile?
Perché non capiva quanto fossero diversi, quanto le loro strade si sarebbero separate, nel futuro, o tra un mese? Perché non voleva alleviare quel dolore?
Avrebbero dovuto dimenticarsi, lo sapeva. Non ci sarebbe stato un futuro per loro. No... non ci sarebbe stato niente.
Draco continuò a guardarla.
Sentì di non poter riuscire a parlarle. Non voleva sapere. Non voleva sentirsi dire niente.
Non da lei. Hermione...
Neanche lo guardava in faccia. Neanche si sentiva in dovere di dirgli niente, come stavano le cose. Forse pensava che lui non se lo meritasse?
Lui, Draco, che per la prima volta aveva aperto il suo cuore? Che per la prima volta aveva dimostrato di tenere a qualcuno? Evidentemente no... era stato uno stupido.
Aveva solo creduto male. Si era illuso da solo. E lei aveva collaborato alla grande.
Stronza. Non avrebbe solo potuto lasciarlo perdere? Dio... non gliel'avrebbe mai perdonata.
Aveva giocato con il suo cuore, e poi gliel'aveva infranto. Non avevano davvero più nulla da dirsi.
Si staccò da lei freddamente, in un unico gesto, e senza più guardarla le diede le spalle, furioso, allontanandosi.
Fu in quell'unico momento che la forza di volontà di Hermione cedette.
Dal momento stesso in cui si sentì libera scoppiò in un pianto irrefrenabile, coprendosi il volto con le mani.
Draco, per quanto furioso e addolorato, non poté non voltarsi di nuovo nell'udirla. La fissò un momento, stupefatto da quella reazione improvvisa, poi pensò che se lo meritava.
Certo... si erano fatti male a vicenda. Adesso erano pari, perfettamente pari.
<< Draco... >>
Un brivido gli attraversò la schiena nell'udirla tra le lacrime. Non riuscì a staccare lo sguardo da lei, lì, disperata, che finalmente ricambiava la sua occhiata. Non riuscì neanche ad andarsene, cosa che avrebbe voluto fare di più al mondo: i suoi piedi sembravano incollati al suolo.
<< Mi dispiace... >>
Draco staccò lo sguardo dal suo, deglutendo. Le dispiaceva. Certo.
Non se la sentiva di crederle. Non se la sentiva di avere niente più a che fare con lei. La odiava, e basta. Avrebbe voluto solo non doverla rivedere mai più.
<< Lo sai che è impossibile- disse Hermione con voce tremante- Lo sai benissimo anche tu >>.
Quelle parole lo colpirono come una folata di vento gelido. Draco la guardò di nuovo, per un attimo senza parole.
Era vero. Aveva ragione, naturalmente. Ma non ce la faceva ad affrontare la cosa, a guardare avanti.
Deglutì di nuovo. Dio... ma perché non riusciva ad andarsene?
<< Dì... qualcosa >>.
E la furia si impadronì di lui all'improvviso, nel sentire quella frase.
Si fece velocemente avanti, arrivandole a un soffio da viso, con gli occhi incendiati dalla disperazione e l'odio.
<< Che vuoi che ti dica?- sibilò sprezzante- eh, Mezzosangue, cosa vuoi? Che ti supplichi? Che ti dica che non importa se finirà presto, ma che possiamo lo stesso godere di questi pochi giorni che ci rimangono? Vuoi che ti baci, vuoi che ti costringa a cedere, che ti faccia mia sapendo di farti anche del male? Allora? Cosa diavolo vuoi da me? >>
Urlò l'ultima domanda, facendole chiudere gli occhi per un momento. Le lacrime stavano ancora lottando per uscirle, e lei si sforzava di trattenerle.
<< Voglio che mi dimentichi >> sussurrò.
Draco si sentì mancare il respiro. Il cuore si fece pesante all'improvviso.
<< Bene. Benissimo. Non sarà un problema >> replicò glaciale, allontanandosi ancora una volta, lasciandola sola mentre i suoi occhi dorati lo seguivano ancora.

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