Capitolo 18

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Avery si affacciò nel corridoio.
<< Dobbiamo andare alla Torre, Draco >> disse, scrutando le mura in cerca di nemici.
I combattimenti infuriavano tra le mura di Hogwarts: fatture e maledizioni che volavano dappertutto, mura spaccate, sangue sui pavimenti...
<< Andiamo allora >> disse Draco, bianco come un cencio, e insieme a lui e ad Alecto si fece avanti ai lati del corridoio, scansando i vari duelli; poi la Mangiamorte fu colpita da una fattura della McGranitt.
<< Dai andiamo! >> lo incitò Avery spaventato, cominciando a correre con Draco che lo seguiva, a pezzi.
Tutte quelle urla e quegli strilli gli facevano venire solo voglia di fuggire, o tapparsi le orecchie e urlare insieme a loro, finché avesse potuto. Voleva solo che finisse tutto, tutto quanto...
<< Dannazione! >> ringhiò Avery fermandosi di colpo.
Draco seguì il suo sguardo e notò con orrore che un gruppetto di Auror si era posizionato davanti alla barriera magica, cercando di abbatterla con incantesimi di tutti i tipi... ma non ce la stavano facendo. Draco vide Macnair e altri Mangiamorte cercare di annientare le loro difese.
<< Vieni- gli disse Avery, avvicinandosi all'entrata della torre- cerchiamo di infilarci... Gibbon dovrebbe essere lassù ad aspettar... oh, cazzo! >>
Gibbon era a terra, immobile, lo sguardo perso nel vuoto, a metà tra il sorpreso e lo spaventato. Il suo corpo si trovava a metà della barriera verde su cui tutti stavano combattendo, ignorato. Draco sentì le gambe abbandonarlo.
Gibbon era stato ucciso... e non sarebbe stato l'unico, quella notte...
Distolse lo sguardo dal cadavere, impresso a fuoco nella sua mente. Sentì un nuovo conato di vomito farsi forza dentro di lui, mentre Avery gli diceva qualcosa a proposito di aprirsi un varco, e lo tirava dietro di lui per un braccio. Draco quasi inciampò su un corpo sconosciuto che aveva scavalcato.
Perché si sentiva così? Era quello che avrebbe dovuto fare lui tra pochi istanti, far diventare Silente un cadavere, proprio come Gibbon...
Ma ce l'avrebbe fatta? Più il viso marmoreo del Mangiamorte gli riaffiorava in mente, meno si convinceva del fatto che sarebbe riuscito davvero a fare qualcosa.
Un Auror afferrò Avery per la veste; il Mangiamorte fece uno sforzo e spinse Draco al di là della barriera verde, lottando per estrarre la bacchetta.
<< Vai! >> gli urlò, prima di cominciare a combattere.
Draco lo guardò per un attimo, terrorizzato, prima di voltarsi e cominciare a salire le scale di pietra.
Le percorse a capo chino, accigliato, respirando profondamente. Era arrivato il momento.
Sospirò, prima di aprire la porta di legno con un calcio.
<< Expelliarmus! >> urlò non appena vide Silente.
Per un attimo restò immobile, con la bacchetta puntata, compiaciuto del fatto di esser riuscito a Disarmare il vecchio; poi il suo sguardo si posò su due vecchie scope appoggiate lì accanto.
<< Buonasera, Draco >> disse Silente con tranquillità.
Draco notò, ansimando, che sembrava debole. Si stava sorreggendo ai bastioni della Torre con le mani tremanti.
<< Chi altro c'è? >> sbottò brusco.
Non doveva assolutamente lasciar trapelare il fatto che avesse paura, che fosse a dir poco terrorizzato. Stava indossando la sua vecchia maschera, quella che riservava ai suoi stati d'animo più difficili e cupi.
<< E' la domanda che potrei farti io. O agisci da solo? >>
<< No- rispose Draco prontamente- ho dei rinforzi. Ci sono i Mangiamorte nella sua scuola, stanotte >>.
Si disse che poteva continuare a parlare, aspettando di calmarsi e allentare la tensione. O forse qualche Mangiamorte sarebbe potuto salire ad aiutarlo...
Ma non ci sperava poi molto.
<< Bene, bene... molto bene davvero. Hai trovato un modo per farli entrare, allora? >>
Draco non sapeva perché il vecchio si stesse interessando al suo piano, ma decise, per il momento, di non farsi troppe domande.
<< Sì, proprio sotto al suo naso, e non se n'è nemmeno accorto! >> esclamò, deridendolo.
<< Ingegnoso- rispose Silente, che sembrava tranquillissimo- eppure, perdonami... dove sono adesso? Non li vedo >>.
<< Hanno incontrato alcuni della sua guardia. Stanno combattendo di sotto. Non ci metteranno molto... io sono venuto avanti. Io... ho un compito da svolgere >> rispose, dopo un sospiro, tenendo ancora alta la bacchetta.
<< Bè, allora devi sbrigarti, mio caro ragazzo >> gli disse Silente, che non sembrava arrabbiato né spaventato. Draco lo scrutò torvo, finché il Preside non disse:
<< Draco, Draco, tu non sei un assassino >>.
Draco sgranò appena gli occhi pallidi nel sentire quella frase, e un'ira crescente montò dentro di lui.
<< Come fa a saperlo? Lei non sa di che cosa sono capace... lei non sa che cosa ho fatto! >> reagì furioso.
<< E invece sì- rispose Silente- Hai quasi ucciso Katie Bell e Ronald Weasley. E' tutto l'anno che, con crescente disperazione, cerchi di uccidermi. Perdonami, Draco, ma sono stati deboli tentativi... così deboli, in verità, che mi chiedo se tu ci metta davvero tutto te stesso... >>
Draco restò sbalordito. Come diavolo faceva a saperlo? Potter gli aveva detto qualcosa? Hermione... aveva fatto la spia?
Cercando di scacciare quel pensiero orrendo, si irrigidì e sbottò:
<< Ma certo! E' tutto l'anno che ci lavoro, e stanotte... >>
Poi, dalle scale proprio dietro di lui, si udì un urlo soffocato. Draco si guardò alle spalle, poco tranquillo, cercando di ascoltare.
Il Preside parlò di nuovo, dicendo qualcosa a proposito dell'Ordine della Fenice e della bacchetta... ma non gli diede ascolto. Non riuscì a sentire più nulla dal piano di sotto.
<< Capisco- disse Silente all'improvviso- hai paura ad agire finché gli altri non sono con te... >>
<< Io non ho paura!- ringhiò Draco, piccato- dovrebbe averne lei! >>
<< Perché? Non credo che mi ucciderai, Draco. Uccidere non è neanche lontanamente facile come credono gli innocenti... Quindi dimmi, mentre aspettiamo i tuoi amici... come li hai fatti entrare? Sembra che ci sia voluto molto tempo, a trovare un modo >>.
Draco tacque un momento, serrando la mascella. Era vero. Era troppo vero per essere ignorato. Non ce l'avrebbe fatta, neanche se avesse davvero voluto. Però...
Pensò a sua madre, e alle parole di incoraggiamento che gli aveva sempre ripetuto fino ad allora.
"Fai solo quello che ti senti di fare, Draco. Ma sii forte lo stesso", e poi era scoppiata in lacrime. E doveva farlo. Per lei.
Tese la bacchetta, diretta al cuore di Silente.
Aveva appena preso un gran respiro, che gli occhi privi di vita di Gibbon gli erano di nuovo balenati davanti. No... Dio, cosa diavolo avrebbe potuto fare?
<< Ho dovuto aggiustare quell'Armadio Svanitore rotto che nessuno usava da anni. Quello nel quale si è perso Montague l'anno scorso >>.
<< Aaaah... molto astuto. Ce n'è una coppia, suppongo >> disse Silente.
Draco prese un altro sospiro.
<< L'altro si trova da Magie Sinister- continuò, poco propenso a porre fine a quella situazione- formano una specie di passaggio. Montague mi ha detto che quando è rimasto chiuso in quello di Hogwarts era come intrappolato in una specie di limbo. Non riusciva a farsi sentire da nessuno, ma a volte ascoltava quello che succedeva a scuola, e altre volte quello che succedeva nel negozio, come se l'Armadio viaggiasse dall'uno all'altro. Alla fine è riuscito a Materializzarsi e a venir fuori, anche se non aveva mai dato l'esame. Per poco non ci lasciava le penne. Hanno pensato tutti che fosse una bellissima storia, ma io sono stato l'unico a capire che cosa significasse... nemmeno Sinister lo sapeva... l'unico a capire che si poteva raggiungere Hogwarts attraverso gli Armadi, se avessi aggiustato quello rotto >>.
Raccontò quella parte del piano senza peli sulla lingua, non seppe bene perché.
Ma Silente... gli ispirava fiducia. Sapeva che non c'era nulla di male a confidarsi con lui, niente di sbagliato a dirgli come stavano realmente le cose. Un po' la stessa cosa che aveva provato con la Mezzosangue.
<< Molto bene... così i Mangiamorte passando da Magie Sinister sono riusciti a entrare nella scuola per aiutarti... un piano astuto, un piano molto astuto... e, come hai detto tu stesso, proprio sotto al mio naso... >>
<< Esatto! Proprio così! >> si esaltò Draco, e quelle parole accrebbero il suo senso di importanza e di autostima, in qualche modo.
Silente poi parlò di nuovo, in tono mite.
<< Ma ci sono stati momenti in cui non eri più sicuro di riuscire a riparare l'Armadio, vero? E allora sei ricorso a mezzucci volgari e sconsiderati come mandarmi una collana maledetta che è finita nelle mani sbagliate... avvelenare un idromele che aveva pochissime probabilità di essere bevuto da me... >>
Silente lo stava facendo sentire a dir poco un'idiota. Draco cercò comunque di non tradire tracce di offesa nella sua espressione.
<< Sì, bè, lei comunque non ha capito chi c'era dietro, no? >>
<< A dire il vero sì. Ero sicuro che fossi tu >>.

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