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Ogni giorno la stessa routine:
Mi alzo, mi vesto, mi lavo,
Prendo qualcosa da mettere sotto ai denti,
Prendo il pullman in cui solitamente qualcuno mi
fa cadere, arrivo a scuola, consegno i compiti fatti ai loro proprietari,
entro in classe, mi siedo in prima fila, mi tirano addosso carta, gomme, di tutto,
esco da scuola, mi picchiano, mi danno altri compiti da fare loro per il
giorno dopo, torno a casa in pullman, mangio, vado a fare tre ore di sport,
faccio le mie serie di esercizi, doccia fredda perché non abbiamo quella calda,
mi faccio qualcosa per cena, mi chiudo in camera mia a studiare,
mi taglio, mi nascondo nell'armadio quando sento mia madre, e vado a dormire.
Sì, lo so che è infantile nascondersi nell'armadio, ma se no mia mamma, essendo ubriaca, mi picchia.
Quel giorno andò diversamente: tutto normale, ma poi fuori da scuola un ragazzo, biondo con gli occhi azzurri, alto e magro si è messo di mezzo e ha impedito a Matteo e gli altri di picchiarmi.
"Ehm.. G-grazie" riuscii a dire.
"Figurati, io sono Martino" mi sorrise"
"Piacere, Erika" tento di sorridere ma ciò che esce pare uno scempio.
"Lo so" rispose lui. E mi accompagnò a casa.
Parlammo del più e del meno, ceh più che altro parlò lui, però dettagli.
Arrivati a casa, mi diressi in bagno e mi chiusi a chiave.
Cercai la lametta e non appena trovata iniziai a tagliarmi.
Ma ad un certo punto, sentii Martino che bussava alla porta.
"Arrivo" risposi.
Cercai di pulirmi un po, poi tirai lo sciacquone ed uscii.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 02, 2016 ⏰

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