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Un'altra mattina.
Fede era pronto per tornare a scuola senza commettere gli stessi errori.
Dopo la chat avuta con Ben il giorno prima, sapeva cosa fare.
Per Fede era difficile fingere di non conoscere Ben, ma doveva accettarlo.

Quel giorno Fede si avvicinò a Benji e al suo gruppo di amici, però con aria indifferente.
'Ehi bellissima,sparisci' disse uno.
Ben guardò Fede di nuovo preoccupato e triste.
Questa volta non riuscì a resistere.
Benji diede uno spintone al suo amico che stava quasi per cadere.
'Basta, ti ho detto di smetterla.'
'Benji ma che ti prende?! Stavo scherzando.' disse l'amico con aria intimorita dallo sguardo di Ben.

Quando Ben si girò verso Fede, accennò un sorriso, e Fede capì che doveva andarsene,ma rimase a guardare per qualche secondo i suoi occhi. In quell'istante capì che tutto quello di cui aveva bisogno per vivere lo aveva davanti a se.

Fede però aveva sempre più bisogno di parlare con Ben. L'unico modo per farlo erano degli stupidi messaggi.
E allora ogni sera i due si raccontavano di come avevano trascorso la giornata e di tante altre cose. E continuavano a scriversi per ore, ore ed ore. Il tempo passava veloce quando parlavano.

A Benji la situazione non dispiaceva affatto, era contento di dedicare tutto il suo tempo per Federico.

Da Benji:
"Mi sto annoiando di brutto, non c'è niente di interessante in televisione. Mi consigli qualcosa da fare?"

Da Fede:
"Niente che ti impedisca di chattare con me :)
Sai, sei il primo amico che io abbia mai avuto, e non sai come io mi senta meglio in questi giorni, la mia vita era un inferno. E mai smetterò di ringraziarti per quello che hai fatto.'"

Da Benji:
"Non c'è bisogno che mi ringrazi ancora, quello che ho fatto, l'ho fatto perché sentivo che era una cosa giusta. E vederti sorridere ogni mattina è una forte gratificazione."

Da Fede:
"Sai Ben sarebbe molto bello se potessimo parlare di persona ogni tanto..."

Da Benji:
"Davvero mi dispiace, ma è impossibile. Ne sarei contento quanto te, ma non possiamo."

Da Fede:
"Io avevo pensato che magari dopo la scuola....sai quella stradina? Quella dove ci scambiammo i numeri? Lì non c'è mai nessuno, sarebbe bello se per tornare a casa facessimo quel tratto di strada insieme. Ti va?"

La risposta di Benjamin esitò un po' ad arrivare. Passò qualche minuto e Federico era parecchio in ansia.
Poi una notifica.

Da Benji:
"È un po' rischioso, ma possiamo provare"

Non ci fu istante più bello per Fede.

Ora ogni mattina era più facile per Fede ignorare Ben nei corridoi.
Da quel giorno, dopo la scuola, Fede aspettava nella stradina l'arrivo di Benjamin.

E tutti i giorni passavano quei pochi minuti a parlare un po'.




Suonò la campanella.
Benji era ancora con i suoi amici. Uno di loro però, Tom, si era accorto da un po' di tempo che Benji era cambiato.
Lo vedeva diverso, trovava sempre un po' di scuse, talvolta anche poco credibili, per lasciare la sua comitiva e andarsene.
Quando anche quella mattina rifiutò il suo invito di andare insieme a comprare qualche maglietta nuova, capí che c'era qualcosa che non andava. Tom inziò a seguirlo di nascosto, per vedere quale fosse la reale motivazione di questi comportamenti.

Ad un certo punto Benji svolta in una stradina verso sinistra.

La strada che di solito prende per tornare a casa non è questa. Pensó Tom.

Ancora più curioso continuò a seguirlo, fermandosi all'angolo della strada.
A quel punto vide Ben, e non era solo.
Era un con un ragazzo, biondo.
Lo riconobbe subito. Stentò a crederci.

No...non è possibile, non può essere Ben.
Ben non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Ma poi con quel fr*cio!?

Tom andò via infuriato.

Il giorno dopo, Benji andò a scuola e ad aspettarlo c'erano i suoi amici. Al suo arrivo gli amici si girarono e lo guardarono con aria schifata e delusa.
"Come ti sei ridotto Ben"
"Mi fai schifo"
"Ma con che coraggio vieni ancora qui?"

"Ragazzi ma che è successo?" Disse Benji spaesato.
"Ti ho visto." Disse Tom.
"V-v-visto? Dove?"
"In quella stradina"
A Benji gli si gelò il sangue.
"Ragazzi non è come sembra, giuro" disse.
"Possiamo darti ancora un ultima possibilità. Oggi quando esci da scuola vedrai Federico. Dagli una lezione. Dimostraci che ci sbagliavamo." Disse uno del gruppo.
"Dai ragazzi vi pre.."
"Ascolta" disse Tom interrompendolo. "Se non fai come ti diciamo, domani tutta la scuola saprà di questa cosa, sei ancora in tempo per rimediare, poi sarà troppo tardi."
Benjamin annuì.

Il giorno dopo Ben era pensieroso.
Non sapeva come evitare la situazione.

Quando suonò l'ultima campanella, Benjamin uscì dalla scuola con i suoi amici e si diresse verso la stradina.

Quando arrivò, c'era Fede che lo aspettava come ogni giorno.
"Ehi Ben, come è andata oggi a sc.."
Benji prese per il collo Federico. Lo spinse verso dei bidoni.
"Ben, che ti prende?"
Benji si avvicinò a lui.
Poi gli diede un pugno sul viso. Poi un altro, è un altro più forte.
Fede a ogni colpo si accasciava sempre di più per terra.
Gli amici lo guardavano alla fine della strada, dietro un muretto.

"Lo sapevo che Benji era rimasto ancora il numero uno" disse Tom.

Benji continuava a colpire con forti pugni il viso di Federico.
Ad un certo punto sentì il sangue tra le sue dita.
Si fermò. Allora Fede, ancora strizzando gli occhi, aspettava che Ben lo colpisse.
Poi sollevò lo sguardo.
I bellissimi occhi di Federico , di un azzurro ancora più intenso al chiarore del sole, pieni di lacrime e dolore, lo guardavano.
Benjamin si sentì paralizzato.
E senza dire una parola andò via.

Fede continuava a chiamarlo, ma Ben non si girava.

Quando Benji tornò a casa, era amareggiato. Deluso di se stesso.

Avrebbe voluto mandargli un messaggio, ma non aveva il coraggio.

Era così fragile, così delicato. Perché l'ho fatto ancora?..
Benji si odiava.
Aveva ancora le nocche delle mani arrossate.
Uno dei suoi anelli, il più bello, era macchiato di sangue.
Quando lo vide scoppiò in un pianto di dolore e rabbia.
Lo tolse e lo lancio con tanta forza da scheggiare il muro.

La mattina, all'ultimo suono della campana, scappò fuori dalla scuola e corse quanto più velocemente riuscì a fare, verso la stradina.
Girò verso sinistra e si fermò all'inizio della strada.
Con il fiatone, cadde sulle sue ginocchia. Una lacrima rigò il viso di Ben.
Quella mattina, per la prima volta, Federico non era lì ad aspettarlo.









Ciaooooo
Scusate la lunghissima assenza, ma oggi ho avuto l'ispirazione. Spero davvero di cuore che questo capitolo vi piaccia.
Cercherò di aggiornare più spesso, lo prometto.
Fatemi sapere con un commento che ne pensate di questa storia e se vi sta piacendo.
Ah e grazie tante per le mille visualizzazioniiiiiii!!!!
Vi amo ciao


Ale :)

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