Era come galleggiare nel vuoto.
Un eterno vuoto senza fine. Senza nessuno che non fossi io.
Potevo parlare solo con il mio stesso eco.
Eppure sembrava esserci qualcun'altro. Sentivo in continuazione mani artigliate aggrapparsi alle mie vesti, strappandole e lacerandole, cercando di arrivare alla carne. E alle mie orecchie arrivavano sottili sussurri, che mi accusavano, mi davano del mostro, dell'assassino.
Nonostante ciò mi sentivo incredibilmente solo.
Stavo perdendo la testa. La solitudine mi faceva diventare matto, alternavo pianti e singhiozzi di autocommiserazione a risate folli.
Non avevo nemmeno un motivo per ridere.
E poi avevo quei rari momenti di lucidità, in cui ricordavo il suo viso dolce, e tutto ciò che mi aveva fatto provare.
All'inizio solo pensarci mi faceva sentire male, perché sapevo che non l'avrei mai più rivista, ma dopo un po' ho smesso di compiangermi. Il mio cuore era diventato duro, avevo smesso di sentirlo battere. La solitudine e la pazzia mi avevano fatto dimenticare i sentimenti, riducendo tutto ciò che restava della mia umanità in frantumi.
Non avevo la minima concezione del tempo, là dentro, e non so dire quanti secoli passai in quello stato di completa follia.
So che un giorno, però, mi sembrò di vedere una luce davanti a me, un'apertura in quel nulla in cui galleggiavo senza peso.
La luce faceva male, dopo tutto quel tempo, e socchiusi gli occhi.
Sapevo, però, che dove c'era la luce c'era anche la libertà.
Il mondo di fuori, che tanto bramavo, che quasi avevo dimenticato.
Quello sprazzo di luce, però, mi ricordò alcuni tempi più felici.
I raggi di sole sulla pelle, il vento fresco tra i capelli, il tutto durante una giornata di primavera, in cui nell'aria sentivo il profumo dei fiori e una risata cristallina.
La sua risata.
Ma che importava? Lei era morta, e dall'oltretomba non si poteva tornare indietro.
Non importava in quel momento, rivolevo solo la libertà.
Mi avvicinai alla luce, e finii di galleggiare, trovandomi per la prima volta dopo tanto tempo con i piedi per terra. Barcollai, cercando di mantenere l'equilibrio, e venni avvolto dal raggio bianco, e per qualche secondo non vidi nulla.
Dopo iniziai a riconoscere ciò che era attorno a me. Ero in una sorta di tempio, dall'aria antica, con le pareti coperti in buona parte di piante rampicanti.
Era tutto talmente bello, non ricordavo che il Fuori avesse questo fascino su di me. Era bello poter essere liberi, un'altra volta, quasi non ci credevo.
Provai a fare qualche passo, e vidi una figura sottile davanti a me. La vista mi si offuscò, improvvisamente mi sentivo stanco, e non riuscivo più a distinguere nulla di ciò che avevo attorno.
Tutto si stava facendo buio, ed io ebbi solo il tempo di perdere l'equilibrio e di farmi reggere da due braccia prima di svenire.
Tutto si fece buio.
Angolo autrice: Ok, questo è il prologo di una long che dovrebbe essere lunga circa una ventina di capitoli. Ne ho già diversi nella bozza, quindi non dovrei avere ritardi. Pubblicherò una volta a settimana(esami permettendo).
Questa è una Vaazel, quindi una coppia non esattamente iper popolare, ma spero vi piaccia lo stesso.
Al prossimo capitolo!( adesso posso caricare le immagini, ma ho ancora qualche problema, quindi non tutti i capitoli avranno le immagini)
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Memories
FanficEra come una tortura. Ero libero, pronto a lasciarmi il passato alle spalle, quando davanti mi ero ritrovato lei. Lei, che credevo di aver perduto per sempre. Lei, che aveva, con la propria sola presenza, risvegliato tutti i miei incubi e mi aveva...