Primo indizio: Uroboro

16 3 0
                                    

Le tre parole:
-uroboro
-asfodelo
-ogham

Trama: dopo un viaggio breve ma intenso, Becky raggiunge la città di suo fratello e si reca nel suo appartamento sperando di scoprire qualcosa in più sulla sua scomparsa. Ma proprio prima di entrare, una sorpresa l'attende...


L'insegna dell'albergo a due stelle che avevo davanti non era decisamente all'altezza della via che occupava, e per qualche istante mi soffermai a osservarla: un fiore bianco costituito da una rosetta di petali da cui dipartiva una piccola spiga centrale e che pareva essere stato assemblato grossolanamente da un amante del bricolage.
"L'asfodelo gagliardo" recitava la targa esterna e io non potei trattenermi dal pensare che non potesse esistere doppio senso meno sottile.
Con un sospiro rassegnato entrai e mi presentai al bancone, dove un giovane con seri problemi di acne registrò il mio nome per poi consegnarmi una chiave dall'aspetto consunto e indicarmi la mia stanza.
La mia piccola valigia rimbalzò sugli scalini mentre mi arrampicavo verso il primo piano e quando finalmente raggiunsi la spartana camera da letto mi soffermai solo un attimo a constatare le condizioni in cui versava. Fortunatamente, anche se abbastanza spoglia, era piuttosto pulita e la cosa mi rassicurò. Non ero una maniaca della pulizia, ma di certo non mi piaceva la sporcizia e se quella stanza fosse stata anche solo minimamente vittima dell'incuria non ci avrei messo più di cinque secondi a riconsegnare le chiavi e trovarmi un altro posto in cui alloggiare.
Dopo aver lasciato l trolley in un angolo controllai rapidamente il telefono, con la solita inappagata speranza che ci fossero notizie di Dean, ma ovviamente non trovai nessun messaggio di mio fratello e neanche chiamate perse della polizia. Chiudendo rapidamente la schermata, recuperai la borsa e la chiave e mi diressi rapidamente all'indirizzo ultimo di mio fratello.
Il taxi si fermò davanti al portone di casa e io scesi dopo aver lasciato una parca mancia all'autista, esaminando attentamente il condominio che si stagliava alla flebile luce appannata di quella giornata nuvolosa. Apparentemente il quartiere non era affatto male e anche l'esterno del terra-tetto pareva ben tenuto. Eppure avevo come l'impressione che all'interno si nascondesse qualcosa di marcio.
Dopo una rapida occhiata all'ingresso che si nascondeva oltre la soglia, raggiunsi il pianerottolo di Dean divorando i gradini che mi separavano a due a due. Non appena arrivai di fronte alla sua porta, mi bloccai fissando la busta appuntata con uno stiletto su cui troneggiava un serpente che si mordeva la coda. Se la memoria non mi veniva meno si chiamava "uroboro". Ma cosa significava?
Con mano tremante recuperai la busta, estraendo la punta del pugnale e portandomela vicina per cercare di decifrare gli strani simboli che si rincorrevano sulla carta. Girai la busta e sul fronte lessi il mio nome. Quella lettera era lì ad aspettarmi... ma perché la polizia non me l'aveva detto? Forse era stata lasciata di recente?
Con un groppo in gola ripercorsi le scale al contrario e mi tuffai sul portone lasciandomi sguardi spaesati intorno. La via pullulava di persone, ma nessuna di loro sembrava aspettarmi o controllarmi. La paura serpeggiò dentro di me e prima di rendermene conto stavo già rintanandomi nell'androne del palazzo. Mi accasciai contro la parete cercando di recuperare la lucidità e quando alzai lo sguardo notai che c'era qualcosa nella buca delle lettere di Dean. Stranita e incuriosita sbirciai all'interno, per poi estrarre il secondo paio di chiavi che lui mi aveva inviato il giorno in cui si era trasferito.
Tremando riuscii ad aprire la scatoletta di legno e metallo, e scoprii che si trattava di un foglietto su cui erano tracciate poche lettere.
Ogham.
Non avevo la più pallida idea di cosa significasse, ma non ebbi il tempo di ragionarci su: sotto i miei occhi, il foglietto prese fuoco e si incenerì tra le mie dita, non lasciandomi altra traccia della sua esistenza che un sottile filo di fumo e la vaga sensazione che qualcosa di importante per ritrovare mio fratello fosse appena andata perduta.

Concorso - Tre Parole, Una StoriaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora