"E con le mani ci siamo allontanati,
ma tutte le distanze sono uguali se
ci siamo amati e poi ci siamo armati,
e non sai perché ma ti mancherò"Quella sera stessa, Michele aveva fumato circa cinque sigarette in meno di un'ora. Ale non era ancora rientrato in casetta e lui poteva soltanto immaginare cosa Andreas gli avesse detto prima che riuscisse ad intervenire e ad evitare il peggio.
Non voleva che Ale sapesse che quello che succedeva fra loro lo impensieriva. Non voleva che sospettasse dei suoi dubbi sulla ragazza che aveva lasciato a casa ogni volta che lui lo guardava o sfiorava e in ultimo non gli andava giù che Ale potesse aver capito che lui aveva portato avanti quella situazione senza far mai niente perchè sperava che un giorno potesse diventare la loro situazione; quella quotidianità che avrebbero potuto condividere.
Sarebbe stato bello, anzi straordinario. Ma non poteva parlargli di queste cose, giusto? Ale aveva iniziato tutto e lui avrebbe potuto interromperlo sul nascere.Avrebbe potuto porre un freno al sesso, ai baci, a quel loro tacito accordo sul condividere il letto. Per quanto Michele volesse chiarezza, la sola idea lo faceva soffrire, perché la sensazione impagabile di alzarsi la mattina e guardare Ale prepararsi la colazione per poi pensare "è veramente mio" riusciva a mettere a tacere qualsiasi altro dubbio. Si passò una mano sugli occhi lanciando via l'ultimo mozzicone di sigaretta, pronto a rientrare in casetta. Neanche fece in tempo ad alzarsi che si trovò davanti il viso di Ale, confuso e vagamente dispiaciuto. Non dissero niente per qualche secondo, rimanendo a distanza di sicurezza in cerca di una scusa da rifilarsi a vicenda.
"Sto solo cercando Sergio" aveva quasi sussurrato alla fine Ale senza però muoversi. Michele aveva annuito in silenzio, con gli occhi pieni di qualcosa che sicuramente non era né rabbia né risentimento,qualcosa che Ale non volle provare ad interpretare. Si spostò quasi subito per lasciarlo passare, anche se Alessio impiegò comunque qualche secondo a capire che Michele era andato via lasciandogli via libera. Entrò comunque in casetta alla ricerca di Sergio che ovviamente aveva deciso proprio quella sera di restarsene in camera,costringendolo ad attraversare la cucina sotto lo sguardo torvo di Andreas. Aveva bussato due volte alla porta prima di affacciarsi sulla soglia per accertarsi che l'amico non stesse dormendo, ma quello ovviamente era seduto sul suo letto con le cuffie nelle orecchie."Non è che posso dormire da te stanotte?"
Il tono falsamente casuale di Ale aveva fatto aggrottare le sopracciglia all'altro che poi lo aveva guardato eloquente prima di porre un'altra domanda.
"Che cosa ha fatto, Ale?"
"Avresti dovuto dirmi sì o no, non farmi una domanda"
"Okay, qui tutti è nervosi con te.Andreas ha anche litigato con Michi per te"
Alessio aveva scosso la testa e si era chiuso la porta alle spalle per raggiungere l'amico e sedersi accanto a lui. "Hanno litigato?" aveva chiesto poi guardandosi le mani come se lo avessero personalmente offeso. Sergio aveva sospirato esasperato. "Michele non voleva che Andreas dicesse cose cattive a te"
"Fidati, credo che Michele non avesse nessun problema con quello che ha detto Andreas. Ma aspetta, tu sai quello che è successo? Cioè tu sai –no, voi sapete - ?"
"So solo che tu e Michi avete litigato, calma. E tutti quanti vogliono chiedere te perchè."
"Non ho niente da dire"
"Io però lo so perché" aveva continuato Sergio nel suo italiano stentato, dando segno di non aver ascoltato per niente l'affermazione precedente di Ale, che dal canto suo aveva sollevato lo sguardo sul viso dell'amico.
"Beh?Sentiamo, cosa pensi?"
"Tu e Michele vi volete tanto bene. Lui è diverso per te, tu non vuoi bene lui come vuoi bene me,no?"
"Al momento penso di non volertene per niente di bene."
Sergio aveva sollevato gli occhi al cielo e poi aveva borbottato quasi indistintamente ad Ale di parlare con Michele al più presto. Quello non aveva dato segno di aver sentito e si era alzato in piedi studiando la stanza per scegliere alla fine di stendersi sul letto di Patrizio.
Le sere seguenti Michele aveva dormito in stanza con Patrizio, evitando il contatto con Ale anche solo per la colazione. Andreas non aveva più accennato alla "questione Alessio Gaudino" dopo la sfuriata avvenuta in sala prove. Capitava però che gli si sedesse accanto dopo cena,ogni volta che Ale andava via senza degnarlo di uno sguardo, per ripetergli "tu devi fare più lo stronzo".
Michele comunque non se la sentiva di avercela con Andreas, sapeva che l'amico aveva pensato al suo bene e sapeva anche quanto dall'esterno la situazione fra lui e Alessio apparisse incasinata e malsana. Gli mancava, certo, tutte le volte che andava a dormire, tutte le volte che di notte aveva voglia di chiacchierare, tutte le volte che usciva fuori per fumare e lo trovava lì, a pochi passi da lui, e doveva mantenersi a distanza. Gli mancava toccarlo, anche, e non l'avrebbe ammesso neppure sotto tortura.
A volte gli capitava di averlo davanti durante le prove e di doverlo guardare ballare senza maglietta senza potergli sorridere malizioso o lasciargli un pizzico sui fianchi. Michele ci aveva anche provato a far lo stronzo, a indugiare più tempo possibile senza maglia e tutte le volte aveva sentito lo sguardo di Ale bruciargli addosso, ma nessuno dei due aveva fatto niente. Ci aveva davvero provato, aveva anche chiamato qualche volta in più la sua ragazza, sempre alla portata d'orecchio di Ale e si era sentito uno stronzo colossale. Alessio comunque non aveva avuto molto da dirgli neppure in quelle occasioni, soltanto qualche occhiata torva in più.
STAI LEGGENDO
Le volte in cui mi chiami e poi mi giro ed è già notte
Fanfiction"Io non lo so se ci riesco, Michele. Non so se riesco a pensare che adesso andrai a casa e ad aspettarti c'è la tua vita. Non me lo puoi chiedere - " "Stai blaterando" Alessio aveva smesso immediatamente di parlare continuando però a fissare Michele...