"Non mi dimentico di un patto a bassa voce
Io così stupido e tu così felice
In equilibrio sullo stesso marciapiede
Io amavo tutto, tu solo me come si deve
Ci diamo ancora strani appuntamenti
La stessa ora in giorni differenti"
Qualche settimana più tardi, Michele stava aspettando sul divano l'ennesimo messaggio di Veronica. Ne aveva ricevuti soltanto tra da quando la registrazione della semifinale era iniziata e non aveva esattamente capito perchè fosse così nervoso.
Alessio era in semifinale,certo, ma non era il suo ragazzo. Non ancora, almeno. Non sapeva esattamente come avrebbe dovuto definire la loro situazione nei suoi pensieri, ma si era ripromesso di concentrarsi poco sulla questione.Alessio gli aveva promesso che ne avrebbero parlato e fino ad allora doveva comportarsi da persona matura e paziente.
Una parola,insomma.
Quella sera Roma era vittima di una pioggia insistente e fitta e con uno sbuffo e un'occhiata torva ai vetri rigati dall'acqua, Michele aveva guardato per l'ultima volta lo schermo del cellulare. Ancora nessuna notifica. Si era ripromesso di non leggere le anticipazioni di internet, perchè sarebbe impazzito sicuramente prima di avere la conferma di tutte le voci del web. Alla fine, fra la noia e l'indecisione, semplicemente si era addormentato sul divano, con il televisore ancora sintonizzato su un canale a caso e il piede destro penzoloni sul bracciolo.
Il citofono lo aveva fatto svegliare di colpo nel bel mezzo della notte. Michele si era guardato attorno spaesato, poi con un mugolio aveva controllato lo schermo del cellulare. Le 02:30 del mattino. Si era alzato dal divano alla seconda scampanellata aveva risposto seccato.
"Chi è?"
La pausa di qualche secondo gli aveva quasi fatto venire voglia di riattaccare facendo sfoggia di una serie di improperi, poi una voce – anzi, la voce – che avrebbe riconosciuto fra tutte aveva parlato.
"Ciao Michi, non è che mi apriresti? Qua piove, sai - "
Non aveva dato ad Alessio neppure il tempo di finire la frase che gli aveva aperto il portone e già si stava adoperando per aprirgli la porta dell'appartamento.
Ale aveva fatto la sua comparsa dalla rampa di scale ancora buia, bagnato dalla testa ai piedi, con i capelli appiccicati alla fronte e il borsone in spalla.
"Alessio" aveva detto Michele incredulo prima di buttarglisi addosso. L'altro aveva ricambiato la stretta,lasciando cadere le sue cose a terra e lo aveva sollevato di qualche millimetro.
"Che ci fai qua? Dio mio, sei tutto bagnato. Come sapevi il mio indirizzo? Oddio ma cosa è successo?"
"Non ho vinto," – aveva detto Ale sbuffando una risata amara –"c'è stata la finale di ballo e io, beh insomma hai capito. Il tuo indirizzo ho provato a chiederlo a te al telefono, ma avevi il cellulare staccato, così ho chiesto a Veronica. Avrei dovuto andare in albergo, lo so, però sentivo il bisogno di essere qui."
Michele aveva scosso la testa senza parlare, poi lo aveva afferrato per un braccio e lo aveva trascinato in casa. Aveva chiuso la porta velocemente ed era sparito nel bagno per poi tornare con tre asciugamani. Alessio li aveva presi con un sorriso cortese, poi aveva guardato attentamente Michele muoversi in casa, fra il divano e la cucina. "Ti faccio qualcosa di caldo" aveva detto guardandolo serio e lui semplicemente lo aveva seguito ai fornelli.
"Come – cioè, perché non hai vinto? Che stronzata è?"
Alessio aveva sollevato le spalle guardandosi le mani, per poi spostare lo sguardo sulle pareti e alla fine sul viso dell'altro ragazzo.
"Non lo so, Gabriele piaceva di più,credo."
"Che cazzata. Lo ha sempre saputo. Che grandissima stronzata."
Michele aveva tolto l'acqua dal fornello e aveva velocemente versato ad Ale un té, poi aveva afferrato il pacchetto di sigarette e l'accendino.
"Da quando fumi al chiuso, Michi?"
"Lo faccio solo quando sono parecchio nervoso, tutto qui"
Alessio aveva scosso la testa e si era alzato per avvicinarsi all'altro che appoggiato al piano della cucina non lo stava neanche guardando. Gli aveva tolto la sigaretta accesa dalle dita e dopo aver preso una boccata di fumo, l'aveva spenta nel posacenere più vicino.
"Non essere arrabbiato,davvero. E' andata così, un po' lo sapevamo."
"No Alessio, non dire che lo sapevamo. Ero convinto, anzi lo eravamo tutti, che avresti vinto tu perché così doveva essere."
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Le volte in cui mi chiami e poi mi giro ed è già notte
Fanfiction"Io non lo so se ci riesco, Michele. Non so se riesco a pensare che adesso andrai a casa e ad aspettarti c'è la tua vita. Non me lo puoi chiedere - " "Stai blaterando" Alessio aveva smesso immediatamente di parlare continuando però a fissare Michele...