RICCARDO CUOR DI LEONE

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23.12.2015,Torino


Caro Riccardo, indovina chi ti scrive dall'oltretomba? Sì, pezzo di merda che non sei altro, sono io.

Petra.

Quella Petra, la tua ex. La Petra a cui non parli da quasi un anno.Precisamente un anno il giorno del mio compleanno.

Per undici mesi non ti ho cercato, aspettando come una stronza qualunque che

facessi vivo,mi scrivessi almeno un misero sms.

E tu sei scomparso, come sai fare bene. Così come fai con i tuoi debitori, gli amici, i genitori e così come facevi con me per mesi quando ancora avevamo un rapporto che tale poteva definirsi, a grandi linee.

Ma stai sereno, non ti scrivo per rinfacciarti quello che hai fatto in passato. Il passato è passato come si suol dire.

Ti scrivo per parlarti del tuo futuro. Della morte a cui stai andando incontro. Come un automa.

Spero che la mia lettera ti arrivi la mattina presto, il momento più duro per te.

Quando non vuoi alzarti ad affrontare quella merda che è la tua vita.

Voglio immaginarti sul tuo divano scassato e pieno di buchi di sigaretta,con la canna appena accesa, e lo sguardo e la bocca impastata dal sonno.

Oppure voglio immaginarti in procinto di aprire la porta ai tuoi clienti.Poco prima che entri quello o quell'altro, prima che tu possa vendere loro la tua pillola della felicità.

Voglio immaginarti come eri nella speranza di cancellare quell'espressione arrendevole, quella piega di inutilità che per anni ti sei trascinato dietro.

Ti starai chiedendo perché ho scritto proprio a te. Ma la domanda che devi porti è:

Perché sono io il primo?

Volevo lasciarti un compito, il più difficile perché dovrai consegnare tutte le altre sette lettere alle persone designate, ecco il tuo compito.

Arriveranno a te e voglio che tu mi faccia quel regalo di compleanno che un anno fa non mi hai fatto.

Sarai il mio messaggero. E dovrai alzarti ogni mattina con la paura, o la speranza, decidi tu, che la lettera successiva sia arrivata proprio ate.

Non mi odiare per questo.

Anche perché non me lo devi. Non ci siamo mai dovuti nulla io e te. Ed è il pensiero di avere un debito d'amore che rovina la maggior parte dei rapporti. Durante quest'anno sono crollata, come un castello di carte da gioco.

Io,te e gli altri ci siamo separati da quella casa in Vanchiglia. Chi per un motivo e chi per un altro. Ma nel separarci, nel andare soli nel mondo, abbiamo dimenticato come si vive, come ci si aiuta, come si combatte. Come ci si arrabbia davvero, senza paura di mordere chi ti colpisce a fatti, a parole o a pugni.

Sono così triste Riccardo, ma tanto, piango e mi mordo le mani, i gomiti,la schiena. Mi mordo tutta per questo peso che sento nel petto. Mi soffoca e io non riesco a gridare. Non riesco a oppormi alla violenza di tutta questa merda.

Lamia psicoterapeuta la chiama depressione. Io la chiamo gatto nero. Il male oscuro, dicono.

Ma di che cazzo parlano Riccardo? Di cosa?

Non ti danno nulla in cui credere, nulla di vero, nulla che valga la pena portarti dentro. Ti vendono scarpe, cibo, vestiti, firme, sorrisi. Ma nulla più.

CARTA, FORBICE, SASSODove le storie prendono vita. Scoprilo ora