Capitolo 3.

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Aprii gli occhi sbadigliando.
Mi ero addormentato sul sedile della macchina di quel pazzo maniaco.
Quando mi girai non lo vidi affianco a me, quindi, credendo di essere arrivati a casa, aprii la portiera dell'auto e scesi guardandomi attorno.
Mi sbagliavo.
Eravamo fermi in mezzo ad un campo di fiori colorati e di Vic nessuna traccia. Così cominciai a farmi mille paranoie.
E se mi avesse rapito?
No no...mi ha portato qui per sacrificarmi a Satana, uccidermi, sepellirmi sotto a questi fiori e tornare a casa felice e contento di essersi liberato di me.
Appena feci un passo per scappare, una mano mi toccò la spalla e, facendo un salto in aria per la paura e urlando come una checca, mi girai.

"Mi hai fatto prendere un colpo brutta sottospecie di mostro!"

Si mise a ridere come un idiota e io, scocciato, incrociai le braccia al petto.

"Non c'è niente da ridere, deficiente."

"Oddio! Sì invece, dovevi sentirti! Sembravi..."

Si fermò per cercare un termine adatto a descrivermi.

Non dire checca o ti uccido.

"Sembravi una...una checca!"

Ecco, come non detto.

"A proposito, dov'eri?! Perché mi hai lasciato solo? Eh?!"

Gli urlai contro gesticolando come un matto.

"Hey fatinaconosciutaanchecolnomedichecca datti una calmata...comunque ero a pisciare."

Cos.

"Primo: non osare chiamarmi così.
secondo: potevi anche svegliarmi.
E terzo: se mi rispaventi di nuovo ti spacco quella zucca vuota attaccata al quel tuo collo."

Dissi cercando di intimorirlo, riuscendo solo ad ottenere il risultato opposto, dato che si rimise a ridere.

Non ne potevo più. Volevo solo tornare a casa ed entrare nel mio caldo letto.

Appena smise di ridere, si avviò verso l'automobile facendomi segno di seguirlo.
Entrati in quell'auto scomoda e puzzolente (solo perché è sua), l'avviò, e dopo qualche minuto che a me invece erano sembrati un'ora/giorno/anno,arrivammo a casa.
Scesi dall'auto senza neanche salutarlo, e quando stavo per suonare alla porta di casa per farmi aprire, abbassò il finestrino e mi chiese, ridendo sotto ai baffi:

"Hey fatina, neanche un grazie?"

Mi girai verso di lui e alzai il dito medio.
Scosse la testa ridacchiando e sparì dalla mia vista, sfrecciando.

Manco fosse una Ferrari...

Appena si aprì la porta davanti a me, vidi mio padre arrabbiato come non mai.

"Dove sei stato? Perché non sei tornato in tempo?"

Mi chiese urlando.

"E-ero...a..a.."

Non mi fece finire la frase e, prendendomi per i capelli tirandoli con forza, mi trascinò in casa buttandomi a terra per poi richiudere la porta.

Papà...perché mi odio così tanto...?

Vic's p.o.v

Arrivato finalmente a casa, salutai mia madre con un cenno della mano e corsi in camera.
Chiusi la porta a chiave ed accesi lo stereo buttandomi sul letto.

Sono sfinito.

Socchiusi gli occhi e rimasi in quella posizione fino a cadere in un sonno profondo.

Il giorno dopo...

Quando la sveglia iniziò a suonare come una forsennata, portai il cuscino sulla testa lamentandomi con versi incomprensibili.

Così, fece la sua entrata il cretino di Mike che spense la sveglia e mi tolse la coperta.

"Forza zucca vuota! Si va a scuolaaaaa."

Come fa ad avere tutte quest'energie la mattina?!

"Ma di che droga ti fai tu?..."

Domandai cercando di alzarmi.
Mi guardò con superiorità.

"Forza, mamma ti aspetta giù per la colazione."

Detto ciò si diresse verso la porta.

"Aspetta aspetta aspetta.
Come caspita hai fatto ad aprire la porta se ieri l'avevo chiusa a chiave?!"

"Ehm...io?..."

Scappò giù dalle scale, rifugiandosi in cucina da mamma, dove sa che lì non gli farei del male fisico.

Sbuffai dirigendomi in bagno.
Mi lavai il viso per svegliarmi un po' e scesi le scale tendendomi, per non rotolare giù.

Quando feci il mio ingresso in cucina, lanciai un'occhiataccia a Mike e salutai mia madre con un bacio sulla fronte.

"Tesoro, siediti che ho fatto i biscotti al cioccolato. Sono i tuoi preferiti no?"

Annui sorridendole, ma, quando mi girai, il piatto era vuoto.

"Ma..."

Quando sentii la porta d'ingresso aprirsi corsi a vedere e, ciò che mi si presentò davanti, mi fece imbestialire.

Mike stava uscendo ed aveva in mano l'ultimo biscotto al cioccolato.
Mi salutò con una mano sorridendo e scappò fuori di casa.

Decisi di seguirlo ma, per mia grande sfortuna, il cane dei vicini mi fece inciampare e,così,caddi come un sacco di patate.

Bene. Questo giornata non poteva iniziare meglio!

Dopo averlo insultato in tutte le lingue aliene inimmaginabili, cercai di alzarmi, ma quel ritardato di un cane mi pisciò in faccia con fierezza.
Mi alzai di scatto e gli tirai un calcio.

Tornai velocemente verso casa continuando ad insultare tutte le persone che mi venivano in mente anche se non c'entravano un emerito sgorbio.

Oggi avrei sicuramente ucciso qualcuno, sì.









[Spazio autrice.

Buooongiorno miei prodi!
Ecco qui un nuovo capitolo. Spero vi piaccia~
E mi raccomando, votate e commentate per farmi sapere se vi piace come si stanno svolgendo i fatti!

P.s Grazie di tutte le visualizzazioni/voti/commenti, siete fantastici.

-Sunny♧]








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