The Strays |[Kellic]|

Capitolo 5.

Kellin's p.o.v

Dopo la mia confessione, rimasero tutti senza parole.

Dopo tutto, che avrei dovuto fare?

"Kells...perché?"
Chiese Justin guardandomi dispiaciuto.

"I-io...ho bisogno di cambiare aria..."
Abbassai la testa cercando di fermare le lacrime.
Noi siamo sempre stati insieme, sin da bambini. Il nostro gruppo, a mio parere, era quello più unito.

"Dove andrai?" Chiese Gabe.

"Q-questo non posso dirvelo...non voglio che mi seguiate...o fermate. Ormai ho preso la mia decisione."

In quel momento sentimmo qualcuno bussare alla porta insistemente.
Mi diressi verso essa per vedere chi fosse e l'aprii.
Mi ritrovai davanti un bambino di circa sei anni che mi sorrise e disse: "un ragazzo col cappello mi ha detto che devo dare questa lettera ad una fatina che ora si trova in questa casa." Finì la frase sorridendomi.
Riuscii a capire subito chi fosse  questo ragazzo col cappellino che gli aveva chiesto di portarmi la lettera.
Da una parte ero felice che non l'avesse aperta sul serio, dall'altra avevo una voglia matta di strangolarlo.

Prima di partire dovrò passare a fargli visita...d'altronde, ci conosciamo sin da bambini... ma che sto dicendo?! Non mi importa un fico secco di lui e della sua gang del bosco.

Tornai in me e ringraziai il bambino per poi richiudere la porta. Portai la lettera al cuore e sorrisi. Successivamente, la misi nella tasca dei pantaloni per poi tornare in salotto dove tutti mi stavano aspettando.

"Allora ragazzi...io vado. Ci vediamo domani, ok? Verrò a salutarvi prima della partenza."
Dissi, sospirando tristemente.
Una volta uscito dall'abitazione, mi diressi verso casa ma, passando davanti casa di Vic, sentii delle urla.
Cercai di sbirciare dalla finestra aperta della cucina e vidi il mostro prendersi a padellate con suo fratello.
Sfortunatamente, una delle padelle usate durante lo scontro mi arrivò in testa e caddi a terra perdendo i sensi.

Vic's p.o.v

Sentii qualcuno cadere a terra nel nostro giardino e subito saltai dalla finestra, per poi ritrovarmi davanti la fatina.

"Ma che-..."
Mi seguì anche mio fratello e, preoccupato, iniziò a digitare il numero dell'ambulanza.
Io gli tolsi il telefono dalle mani e lo spensi in fretta.

"Ma che fai, idiota! Non chiamare i soccorsi, ci penso io!"
Dissi, sicuro di me.

"Sì, ma...tu non sei tanto bravo a soccorrere le persone. Ti ricordo la vecchia...tu, volendola aiutare, l'hai fatta investire da un camion. Povera nonnina infelice!"
Disse, portandosi una mano al petto.

"Sssh. Quelli sono tempi bui." Lo zittii fulminandolo.

Mi rigirai verso Kellin e lo presi in braccio.
Lo portai in casa e lo misi sul divano cercando di non inciampare.

"E ora che facciamo?" Disse quel ritardato di mio fratello.

"E ora fatti suoi. Non doveva spiarci. Se l'è cercata."
Incrociai le braccia al petto e alzai il mento.

"Ma..."

"Niente ma, aspettiamo che si risvegli e poi gli chiediamo spiegazioni."

"Ok...intanto che facciamo?"

"Io sto qui. Sai, in caso si risvegliasse..."
Dissi sedendomi sul divano accanto alla bella addormentata.

"Va bene, allora io esco. A dopo!"

Gli feci un cenno con la testa vedendolo andare via.
Mi girai verso Kellin e lo guardai meglio.

Da vicino non è così male...
Ma che sto dicendo! Vic...Riprenditi.

Mi alzai e andai in cucina a prendere un bicchier d'acqua.
Tornando in salotto mi accorsi che barbie sirena aveva gli occhi aperti e si guardava intorno.

"Buongiorno fiorellino."
Sorrisi sotto i baffi. Amavo vederlo arrabbiato o confuso.

"C-che ci faccio qui?"
Disse guardandosi attorno.

"Si dà il caso che qualcuno stesse spiando dalla finestra della cucina dentro casa mia..."
Dissi andando avanti e indietro davanti a lui.

Lo vidi abbassare la testa e torturarsi il labbro inferiore.

Chissà che sapore hanno...bastaaaa.

"I-io...mi dispiace. N-non volevo...sul serio."

"No. Non la passerai così liscia. Ora ti tocca una bella punizione..."

Dissi, godendomi la sua faccia spaventata.
Sapeva che fossi in grado di fare di tutto...pur di metterlo in ridicolo davanti a tutti.

"N-no, t-ti prego."

"Troppo tardi. Dovevi pensarci due volte prima di spiare nelle case altrui..."