Capitolo 1.

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Kellin's p.o.v

Io e gli altri stavamo seduti su un muretto mentre aspettavamo il momento giusto per agire.
Dovevamo farla pagare al messicano e alla sua banda di perdenti, così non ci avrebbero più infastiditi.
Tra di noi c'era sempre stata questa rivalità, sin da bambini.
Benchè siano passati anni oramai, ricordo ancora il giorno in cui ero andato in campeggio assieme a quel mostro che, nel vero senso della frase, me ne aveva combinate di tutti i colori: mi aveva fatto montare la tenda da solo, mi aveva fatto quasi affogare nel fiume, mi aveva trattato come uno schiavetto chiamandomi pure plebeo...

Io lo odio quel tipetto.
Mi innervosisce ogni qualvolta
che lo incrocio per la strada.
Per ironia della sorte, è anche il mio vicino di casa.

Quando li vedemmo, ci nascondemmo dietro a dei cespugli.

Ancora un po'...sì così...avvicinatevi ancora... ancora...

In quel preciso istante, Justin cominciò a starnutire, facendo saltare il nostro piano perfetto.

Si avvicinarono a noi e ci guardarono dall'alto.

Vic :"allora sfigati, che fate qui dietro eh? Pisciate in gruppo?"

Disse mettendosi a ridere, seguito da tutti gli altri.
Così mi alzai ripulendomi i pantaloni, per poi guardarlo negli occhi.

"Sai Vic, non ti conviene fare il simpaticone con me."

Vic :"ah no? E che succederà fatina? Mi trasformerai in un rospo?"

Esclamò col suo solito sorrisetto stampato in faccia, mentre gli altri cominciarono a sghignazzare.

Lo spinsi, senza muoverlo neanche di un centimetro, per poi correre via.

Odiavo quel soprannome. All'elementari venivo chiamato spesso così. Anzi, Sempre.
E indovinate un po' da chi? Esatto, da quel lurido mostro.

Corsi finché potei fermandomi per riprendere fiato poggiando le mani sulle ginocchia.
Alzai lo sguardo e mi guardai attorno.

Ecco, bravo Kellin. Ora come ci torni a casa?

Mi misi le mani sulla faccia sospirando e, in quel preciso istante, un rumore proveniente dal cielo mi fece sussultare ed iniziò a piovere a dirotto.

Fantastico, ci mancava solo la pioggia.

Mi misi il cappuccio dell felpa e sospirai.
Dopo qualche metro, le mie gambe chiedevano pietà, così mi sedetti sul marciapiede fissando il vuoto e ripensando alla mia vita.

Vic's p.o.v

Mi sdraiai sul letto ripensando a prima.

Mi diverte un sacco la fatina, è così ingenua...

Proprio quando stavo per addormentarmi, qualcuno bussò alla porta.

"Viiiic. Alzati, è pronta la cena. Ti aspetto giù, muoviti."

Uff, ma un po' di pace in questa misera dimora mai eh?

Mi misi seduto sul letto prendendo il cellulare tra le mani.

19 : 15

Lo ribloccai mettendolo nel cassetto, alzandomi.
Trascinai i piedi fino in cucina, per poi sedermi e poggiare le gambe sul tavolo.

"Vic! Lurido disgraziato figlio di tuo padre! Togli immediatamente quei sudici piedi dal tavolo!"

Sbuffai incrociando le braccia al petto.

"Va bene così?"

Dissi sorridendole, facendole la linguaccia appena si girò.

Oh signore, come rompe.

La sentii sbuffare per poi avviarsi verso il frigo e tirare fuori del latte e delle uova.

"Ma mamma, la cena non è ancora pronta. E tu mi hai detto che invece era pronta. Mi hai solo preso in giro"

Esclami sbuffando.

"Appunto tesoro, ti ho chiamato per aiutarmi. Mica devo fare tutto io qui eh? Non è mica solo casa mia. E poi, se ti avessi detto che non era ancora pronta, tu non saresti mai sceso."

Disse, inziando a preparare il dolce.

Kellin's p.o.v

Aprii gli occhi battendo per qualche secondo le palpebre.

Perché sono qui? Perché stavo dormendo su un marciapiede? Perché la gente mi fissa? Perché un tizio mi ha appena lanciato un dollaro?...un attimo. Non è che mi ha scambiato per un barbone?..

Mi alzai sbadigliando e stiracchiandomi.
Mi faceva male la schiena, le braccia, le gambe...tutto.

Appena mi abbassai per raccogliere le monete, un senzatetto fù più veloce di me e le raccolse tutte scappando via.
Rimasi con un braccio a mezz'aria e la bocca spalancata.

Richiusi la bocca e riiniziai a camminare fino ad arrivare ad una fermata dell'autobus.

Mi sedetti su una panchina ed aspettai.
Dopo una buona mezz'oretta, si fermò un autobus e io salii dimenticandomi di fare il biglietto.
Mi sedetti all'ultimo posto dalla parte del finestrino e sospirai.

Due fermate dopo, salì una grossa donna bionda in divisa che cominciò a chiedere il biglietto.

Oh cavolo. E ora che faccio!

Rimasi per qualche secondo immobile per poi abbassarmi fin quanto mi era possibile, mentre la donna si avvicinava.

Se papà sarebbe venuto a sapere di tutto ciò, mi avrebbe sicuramente ucciso.
Beh o almeno credo...
Ma chi voglio prendere in giro.

A lui non importa nulla di me.




[Spazio Autrice]

Ecco una nuova pagnotta dal mio forno! (No ok)
Cooomunque,
Spero che la storia vi piaccia e che votiate/commentiate per farmi sapere che ne pensate.
Detto ciò,
Alla prossima.~

#kellic is love, #kellic is life

-Sunny☆-











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