Urla e risate dal piano sottostante mi fecero sobbalzare.
Mia madre urlava incessantemente il mio nome; "Andrea, muoviti è tardi."
Sentii lentamente dei passi svelti salire le scale, era mia madre che senza bussare e chiedere il permesso, face ingresso nella mia stanza oscurata dalle tapparelle abbassate.
Vidi mia madre intenta nell'aprire quest'ultime e spalancare le finestre, facendo entrare una luce calda nella mia stanza..
La mia stanza era di un color bianco latte, all'interno, nel lato destro, vi si era una scrivania con degli appositi cassetti, dove avevo più e mille cose, una lampada, i miei quaderni,libri e cazzate della scuola e infine il mio zaino. Sul lato sinistro avevo solamente il mio enorme letto a due piazze, un'armadio color noce e, un'infinito scaffale pieno di libri.La vidi venirmi contro e con una mossa svelta togliermi le coperte da sopra.
Imprecai ed urlai: "Ancora cinque minuti, ti prego Mamma, ne ho bisogno."
"No, è il tuo primo giorno di scuola e devi alzarti sennò farai tardi."Con la voglia pari a zero, decisi di alzarmi e incurante del mio gonfiore sotto mi alzai e andai in bagno, che era sul mio stesso pianerottolo di casa.
Uscii dal bagno e corsi in camera, aprii l'armadio centrale e tirai fuori una maglietta nera leggera con dei piccoli buchi ai lati, aprii il cassetto inferiore dell'armadio e presi un jeans celeste chiaro con attorno una catenina di ferro. Infilai entrambi gli indumenti e corsi al piano di sotto, dove mi aspettava un'abbondante colazione e una sorellina molto dispettosa che mi ripeteva che i miei capelli non avevano ne un'inizio ne una fine.
Scesi nella stanza buia, così chiamata da me, data la poca illuminazione, e tirai fuori le mie amatissime converse nere con alla fine una striscia bianca, le misi e tornai di sopra.
Urlai: "Mamma sono pronto! Muoviti! "
"Mancano ancora 30 minuti, non dirmi che già vuoi andare lì perché non ti credo!In effetti avrei preferito restare nel mio lettone caldo a dormire e a fantasticare con la mente.
Nel frattempo sento urlare da mio padre: "Io vado buona giornata ragazzi"
Noi tutti in coro: "Buona giornata papà"Passarono 15 minuti e mia madre truccata come al solito, con un leggero tocco di mascara, fondotinta e eyeliner, disse: " Andiamo sono eccitata per te amore mio"
"Mamma, vedi di non farmi fare figure di merda, ti voglio bene."Arrivammo a scuola con una decina di minuti d'anticipo, nel tragitto dalla mia nuova casa a Beverly Hills, notai tanti volti nuovi, chi giovane, chi anziano, chi più grasso, chi più secco, e dissi: "Mazza, che città di merda."
Entriamo nella mia nuova scuola, la mia classe era la 4S e non sapevo neanche dove si trovasse, fortunatamente, la preside voleva darmi un'accoglienza coi fiocchi.
Ci recammo nell'ufficio della preside, dopo aver chiesto ad una ragazza; Era estremamente bassa,i suoi occhi erano neri come la pece e aveva i capelli di un castano chiaro simili a quelli di una nocciola su di essi vi era posato un cerchietto rosso, che rendeva il suo viso davvero dolce.
Mi iniziarono a tremare le gambe e mi ripetevo: "Puoi farcela cazzo, è solamente la preside che ti squadrerà dalla testa ai piedi e ti terrà sott'occhio per il resto dei tuoi anni qua dentro."
Mia madre bussò ed entrammo, la preside era una signora bionda, la pelle candida e molto bianca simile al latte, i suoi occhi erano azzurri, un'azzurro cielo, molto simili ai miei.
"Accomodatevi"; Disse.
Ci sedemmo su delle poltrone nere, molto comode e spaziose.
"Buongiorno"; Risposi io sorridendole e allungando la mia mano verso la sua e stringendola delicatamente."Allora sei pronto, Andrea Wolf?" Chiese lei sorridendo
"Si dai, sono pronto a ricominciare da capo, a ricominciare una nuova vita, a ricominciare a vivere, senza pregiudizi, senza preoccupazioni, senza stress." Risposi io, domandandomi con quale coraggio abbia risposto alla sua domandaMi sorrise e mi disse; "Ti auguro il meglio, ora fila nella tua aula, tra poco arriverò e ti presenterò ai tuoi compagni, sii sorridente."
Chiesi informazioni ad un uomo, dall'aspetto sembrava un bidello data anche l'uniforme.
"Mi scusi potrebbe dirmi dove posso trovare l'aula 4S?"
"Si, in fondo al corridoio ragazzino" rispose lui sorridendomi.Mi tremavano le gambe, avevo il cuore a mille palpitazioni al secondo, sentivo il sangue scorrere nelle mie vene e il tic tac dell'orologio sopra la mia testa, sembrava una bomba ad orologeria.
Urlai dentro di me; "Entra cazzo, ora o mai più"
Con tutto il coraggio di questo mondo, bussai e una vocina stridula e abbastanza fastidiosa disse:
"Avanti." Aprii la maniglia e feci il mio ingresso con un sorriso a 64 denti, la signora davanti a me disse; "Te dovresti essere il nuovo arrivo, Andrea vero?"
"Si" risposi io velocemente.Il mio sguardo era fisso sulla professoressa fin quando non mi accorsi che la classe aveva gli occhi puntati su di me, diventai rosso dall'imbarazzo e abbassai lo sguardo verso terra.
Passarono queste maledette cinque ore infernali, facendo amicizia con qualche ragazza della classe, sopratutto lei, Emilia, quella ragazza che mi diede informazioni sul dove trovare l'ufficio della preside.
Ci scambiammo i numeri e la salutai con un grande sorriso " A domani"; dissi io velocemente.
"A domani" rispose lei.Tornai a casa con mia madre e non vedevo l'ora di buttarmi sul letto e di affogare quest'ansia creatasi stamattina, il primo giorno d'inferno era cominciato.
Andai su e mi buttai sul letto cadendo in un sonno pronfondo.
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My Fears and I
RomanceNon sarà il solito " e vissero felici e contenti. " "La felicità arriverà quando meno te l'aspetti" disse lui "la mia felicità sei te e non voglio perderti" dico io con le lacrime agli occhi Lo vedo fissare le mie labbra con una voglia matta di baci...