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Mi trovai lì, in quella piccola stanza oscurata dalla poca luce ma con tanta felicità dentro al mio cuore.
Lo vidi, quel ragazzo che in così poco tempo è riuscito a farmi vibrare il cuore.
Ma una vocina dentro la mia testa mi diceva che qualcosa non andava.
" Hey, tutto bene?" Disse lui
" Si " feci cenno con la testa.
Mi prese le mani e le riscaldò unendole alle sue stringendole delicatamente.
Avevo il cuore a mille palpitazioni al secondo, come aver subito un'elettroshock.
Si avvicinò sempre più, così tanto da inalare il suo profumo alla vaniglia.
Eccolo, avevo i suoi occhi sulle mie labbra.
Un carica prese il sopravvento sul mio corpo, lo baciai.
Lo bacia più delicatamente, assaporando il suo profumo.
La sua lingua chiese accesso alla mia bocca, gli concessi questo.
Iniziò a toccarmi i capelli, prima stringendoli delicatamente poi con più foga, quasi rabbia.
All'improvviso mi bloccai, ebbi paura.
Paura di essere una sua pedina e io non volevo diventare come quest'ultima.
Allora, con il cuore a pezzi, decisi di spostarlo.
Rimase sorpreso e abbastanza deluso.
Mi chiese dolcemente se andasse tutto bene, feci di nuovo un cenno con la testa in segno d'approvazione.
" Puoi riportarmi a casa? " chiesi io quasi supplicandolo.
" Ma certo. " rispose in modo freddo, quasi come se volesse fare qualcosa di terrificante.
Andammo verso la sua moto;
"Beh, sali? O resti lì?" sputando veleno da tutti i pori.
Tacetti e montai sulla sua moto.
Pensai e in quel tratto di strada, mi sentii solo accompagnato dalle lacrime che rigarono il mio volto.
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Arrivammo a casa, una volta sceso mi avvicinai per salutarlo, ma non fece altro che guardarmi con disprezzo e con quel pizzico di delusione all'interno della sua iride.
Salii in casa trafitto dal dolore, avrei preferito trovarmi all'inferno.
Però, dentro di me, qualcosa non andava.
Decisi di lasciar perdere quell'idea malsana.
Volevo solamente abbracciare il cuscino.
Non feci in tempo a buttarmi sul letto che qualcuno decise di chiamarmi; Emilia.
Si, avevo bisogno di lei, del suo conforto, delle sue parole.
Gli risposi immediatamente; "Hey" disse lei.
"Hey" risposi io.
"Ma è vero quello che è successo con Davide?"
"Oddio, cosa?
"Siete andati a letto insieme?"
Da lì, iniziai a capire.
Inizia a capire cosa nascondesse dentro la sua testa.
Iniziai a piangere senza fine, pensando a cosa pensasse le persone di me.
"No, non è vero, credimi. " risposi io
"Boh, vedremo" disse lei con un filo di voce, riattancando il telefono.
E ora? Cosa potevo fare? Parlai dentro di me.
Mi feci piccolo e strinsi a me il cuscino, piansi fin quando i miei occhi, ormai stanchi, decisero di chiudersi.

My Fears and IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora