...And The Laugh Of The Evil

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Ford si trovava in una posizione scomoda. Sia nel senso letterale che nel senso metaforico del termine.
Il pavimento non era di certo comodo e il peso di suo nipote non aiutava di certo, per non parlare del senso metaforico della frase, avere un tagliacarte puntato verso la propria gola e l'unico ostacolo ad impedire ad un giovane di trapassargliela era la sua forza da sessantenne. Non era che avesse molte chance, ma del resto lui era più imponente, come era successo anche l'altra volta quando era riuscito a levarselo di dosso poteva riuscire anche ora.
Doveva distrarlo in qualche modo, così che potesse levargli il tagliacarte e parlare con calma.
《Ti ricordi? Anche l'altra volta eravamo nella medesima posizione, l'unica differenza è il coltello al posto del tagliacarte》
L'altro sgranò gli occhi per la sorpresa, forse davvero non si aspettava che gli dicesse qualcosa così facilmente e subito.
《Dimmi che è successo》
Ford strinse i denti, Dipper aveva messo ancora più forza. Spinse il retro del capo contro il pavimento e tentò di aiutarsi inarcando la schiena, facendolo di poco allontanare.
Probabilmente non si sarebbe fermato se glielo avesse chiesto e se lui fosse stato troppo stanco non lo avrebbe ucciso, non prima di sapere la verità; almeno da quel punto di vista era tranquillo, ma era meglio non concedergli troppe libertà.
《Avrei voluto che non ricordarsi niente pe-》
《Per il mio bene?! Era questo quello he volevi dire? Cancellarmi la memoria con una luce del cazzo che non so nemmeno cosa sia era per il mio bene? Nascondermi della tua litigata con Stan guarda caso prima che tutto accadesse era per il mio bene? Nascondermi la morte di mia sorella, di mio zio e dei miei amici era per il mio bene? No zio Stanford, era per il tuo bene, per nascondere quello che hai fatto! Hai persino fatto in modo che Bill non potesse più parlare e dare fastidio!》
Lo sfogo aveva fatto in modo che allentasse la presa, non tanto da potersi liberare ma tanto almeno che si riposasse un po'.
Bill aveva articolato così bene il suo discorso che era persino riuscito a convincerlo, bisognava passare ad un piano B e al più presto.
《Ti ha detto questo quindi?》
Sapeva che non tutto era stato proferito dalla bocca di Cipher, probabilmente solo l'ultima parte proveniva dalla labbra di quell' individuo.
《Che ho offuscato i tuoi ricordi è vero, ma l'ho fatto solo per-》
《Bugiardo!》
No, così non andava, doveva pensare e anche in fretta, i suoi muscoli non reggevano più e Dipper aveva iniziato nuovamente a mettere più forza.
《Non sono l'unico che ha usato la luce su di te. Anche Cipher ha i suoi meriti》
《Ti aspetti che io ti creda?! La tua posizione in tutta questa storia non è delle migliori e non hai nemmeno provato a negare che li hai uccisi tu!》
Per qualche secondo, qualche istante che sembrò durare intere ere, il mondo si fermò attorno a lui.
Lui? Pensava che li avesse uccisi lui? Se l'accusa non fosse stata così grave gli sarebbe venuto da ridere, non era giustificabile nemmeno il diretto collegamento fra la litigata con Stan e le morti, come aveva potuto pensare ciò?
Un impeto di rabbia, devastante come un fuoco che bruciava, percorse tutto il suo corpo caricandolo di una furia cieca rivolta verso il responsabile di quel misfatto, una furia che in quel momento sfogò su Dipper.
《Come puoi pensare una cosa del genere?!》
Il ragazzo per un attimo parve spaventarsi, suo zio sembrava veramente indignato per quell'affermazione anche se era certo che fosse vero. Non vi erano altre possibilità.
《Se non ricordi tutto ti conviene chiudere quella bocca! Non hai il diritto di venire qua ed accusarmi per crimini che non ho commesso, che non avrei mai potuto commettere!》
Qualcosa nello schema mentale di Dipper si ruppe, tutti i pezzi del puzzle si sparpagliarono e non era più possibile ricostruire il tutto.
Non aveva senso, il fatto che negasse con così tanta veemenza non trovava una valida spiegazione logica.
《Sei stato manovrato da quel pazzo che ha distrutto tutto ciò a cui io tenevo di più senza una valida motivazione, solo per il suo malato divertimento! Se questo tuo pensiero distorto è nato per via della litigata con Stan, sappi che era sempre sulle solite stronzate senza senso vecchie una vita, quelle che si risolvono in meno di una giornata. E sai cosa rimpiango di più? Non un qualcosa che non ho commesso, ma il pensiero che l'ultima volta che mio fratello mi ha visto avevamo litigato e non riesco ancora a perdonarmelo!》
Per Dipper la situazione si era totalmente capovolta, ora non sapeva più cosa pensare dell'uomo anziano che opponeva resistenza, ma non capiva la rabbia nei suoi occhi, nella sua voce. A chi poteva essere rivolta tanta furia? Per un attimo l'ambiente si illumina di una luce soffusa, una luce rossa, mentre il pavimento era un parquet di legno. Gli ritornò alla mente la prima volta in cui erano stati in quella posizione, ma per quale motivo era successo tutto quello? Non trovava altra spiegazione se non il fatto che il colpevole fosse lui.
《Cosa ricordi realmente dell'incidente? Cosa ti ha portato a pensare ciò? 》
《Ricordo... Ricordo che mi sono buttato per scappare e...》
《Non ricordi nessun volto a parte il mio e i loro, ma ti ricordi chi li ha uccisi? Eh?! Avanti, ti ricordi?》
Il ragazzo non aveva mai sentito urlare suo zio in quel modo, con quella rabbia e quella disperazione che lo corrodevano dentro, che fosse realmente innocente?
Scosse il capo, un sorriso di vittoria, ma allo stesso tempo tristo e di rammarico, comparve sul volto dell'uomo anziano, probabilmente se non avesse avuto fretta di parlare gli avrebbe riso in faccia.
《Te lo sei chiesto? Io sì sai? Tante di quelle volte che non capisco ancora come ho fatto a convivere con il rimorso di non averlo potuto evitare. Perché se fossi stato più attento, se glielo avessi impedito non sarebbe successo niente di tutto questo!》
Quella era la confessione di un uomo disperato, di una persona che aveva perso tutto in una notte.
《È per quanto ci abbia provato, per quanto tempo sia passato io non riesco ancora a perdonare! Non potrà mai tornare tutto come prima!》
La confusione era troppa, Dipper non riusciva a capire cosa era realmente successo, i ricordi non riuscivano a concretizzarsi nella sua memoria deturpata da un inutile tentativo di salvarlo. Dipper non riusciva a capirlo, il suo tono e i suoi discorsi non avevano alcun senso se coordinati assieme.
《Se vuoi fare una cosa buona in tutto questo concentrati per un dannato attimo e cerca di ricordare, cerca almeno di fare questo! 》
Per un attimo chiuse gli occhi, concentrandosi sempre sulla pressione del tagliacarte per non soccombere e sui suoi ricordi, doveva ricordare, solo così avrebbe capito cosa fare.
La luce che pendolava davanti ai suoi occhi mostrava appena la sagoma della figura con il camice davanti a sé, gli diceva cose diverse da quelle di Ford, la voce era irriconoscibile. La realizzazione lo colpì in pieno come un fulmine a ciel sereno.
《Ho visto... Bill, ho visto...》
Che cosa significava tutto quello? Perché ora anche Bill era implicato in tutta quella situazione? Dipper era ancora più confuso di prima non c'era nulla che gli desse una dannata certezza e-
Cosa hai fatto, Dipper?
La presa sul tagliacarte allentò, fino a scivolare per terra, le sue pupille erano fisse, immobili, concentrate su un ricordo che davvero non sarebbe stato dovuto essere riportato alla luce.
《Io...》
L'odore acre de sangue era reso insopportabile dalla puzza di bruciato, il fuoco divampava con irruenza.
《Mi...》
Un passo, due passi, tre passi, fino ad avvicinarsi a lei che indietreggiava, la finestra era aperta per tentare di far uscire il fumo.
《Non...》
Le mani si estesero in avanti, fino a toccare il petto dell'altra, offrendo lo slancio sufficiente per spingerla oltre la finestra, dove la forza gravità avrebbe fatto il suo lavoro.
《Mi dispiace... 》
Gli occhi iniziarono a riempirsi di lacrime, il labbro tremolava incessante mentre ancora la sua mente tentava di processare le immagini e le voci.
《Ti libererò da tutte le ansie e preoccupazioni》
Si, così lui gli aveva detto, così lui gli aveva promesso. Il patto consisteva in quello, ma non avevano stabilito bene le condizioni, regalando libertà a Bill, il quale lo aveva praticamente in pugno, era diventato un burattino nelle sue mani.
Per l'amor del cielo fermati!》
Glielo aveva chiesto, gli aveva chiesto di fermarsi sia in quel momento che quella volta, nella medesima posizione ma un circostante completamente diverse. Glielo aveva chiesto, lo aveva supplicato, ma la sua mente era troppo a soqquadro per avere anche quel minimo di pietà in quel frangente.
Si spostò dalla propria posizione, lasciandosi quasi cadere a terra, si poggiò alla scrivania in modo da rimanere almeno seduto mentre l'altro si alzava e riprendeva fiato per lo sfogo di prima, cercando di calmare i nervi.
Ora Dipper singhiozzava, le lacrime scorrevano come un fiume in piena mentre cercava di conciliare la situazione corrente con i suoi ricordi.
《Appena sono tornato e ho visto le fiamme-》
Ford aveva interrotto il suo flusso di pensieri, facendolo girare verso di lui affinché potesse colmare gli ultimi vuoti.
《-Sono corso dentro, senza nemmeno pensarci due volte. Quello che ho trovato dentro era stato agghiacciante, i corpi a terra erano parzialmente inghiottiti dalle fiamme. A quel punto il mio primo pensiero siete stati voi e Stan dato che la cassiera e il tuttofare... 》
Si concesse un minuto di pausa prima di continuare, il silenzio era di più facile comprensione per esprimere il concetto.
《Non ho visto Stan, ma ho trovato voi ragazzi nell'attico. Vedendo la lampada ad olio rotta ho pensato subito che l'incendio fosse nato da lì. Il tempo di entrare e l'ho visto. L'hai spinta giù dalla finestra. Non ho avuto nemmeno il tempo di processare che ti sei girato e... Sembravi alienato, gli occhi spiritati, non capivo cosa ti prendesse.》
I singhiozzi si fecero più frequenti, gli occhi rossi e gonfi non la smettevano di lacrimare.
《Hai preso il coltello che era per terra e mi sei saltato addosso. Dopo un po' sono riuscito a liberarmi e sono uscito di corsa. Tu sei saltato dalla finestra. Il resto lo conosci 》
Dipper aveva iniziato a strofinarsi gli occhi con le mani e i polsi, cercando di rimanere il più calmo possibile.
《Ti giuro, c'è stato un breve istante in cui ti ho odiato, ti ho odiato con tutte le mie forze. E ancora non riesco a perdonare nonostante non sia colpa tua. Ma nonostante tutto ti voglio bene Dipper, ho voluto bene a tutti voi e ora sei l'unica famiglia che mi rimane》
Si tirò su tendendo la mano al ragazzo, mano che prese subito alzandosi e abbracciandolo forte, come se fosse l'unica persona capace di stargli accanto.
《Mi dispiace... mi dispiace così tanto》
Sentì una mano accarezzargli i capelli e l'altra premuta sulla schiena, un improvviso senso di pace lo pervase.
《Lo so... Lo so...》
E poi accadde tutto in un attimo, talmente veloce che Dipper non si rese conto di niente.
Ford si staccò da lui girandosi di scatto, ma su fermò all'istante, un mugolio strozzato uscì dalle sue labbra.
Bill gli afferrò la spalla, spingendo il bisturi più in profondità, nel suo petto, per poi estrarlo all'improvviso. L'altro sputò sangue, accasciandosi contro il ragazzo biondo, per poi scivolare in basso, per terra sanguinante ai suoi piedi.
Dipper non reagì, non si mosse di un millimetro, nemmeno quando lo tirò verso di sé, stendendo la mano che teneva il bisturi verso il suo collo, squarciando la carne.
La mano corse verso il taglio, premendo forte per il dolore, cadde anche lui a terra mentre nonostante la pressione esercitata dalla mano il sangue continuava ad uscire. Bull aveva uno sguardo soddisfatto, vittorioso, di chi l'avrebbe fatta sicuramente franca, il suo ghigno raccapricciante, come quello di uno Stregatto. Si chinò alla sua altezza prendendogli i capelli e strattonandolo un po'.
《Vedi? Tutto questo è successo per colpa tua. Di nuovo. Oh e dirmi una di quelle solite cazzate tipo "non la passerai liscia" o "ti prenderanno" è inutile. Il bene non vince sempre ragazzino》
Si alzò nuovamente in piedi saltando con eleganza l'altro corpo inerme sul pavimento, per poi uscire dalla.sua visuale ed essere inghiottito dalla luce del corridoio.
Dipper non ebbe nemmeno il tempo di sentirsi stupido oppure tradito da una persona che credeva amica, ne di piangere la morte di suo zio, ma aveva solo tanto sonno.
Appena chiuse gli occhi non vide nero, ma si ritrovò nel consueto prato verde e non era di certo da solo.
Mabel, Soos, Wendy, Stan e Ford erano uniti in un gruppetto compatto, ognuno con i propri vestiti, quelli a cui era sempre abituato.
Accennareno tutti a un sorriso, uno che sapeva di saluto e allo stesso tempo di arrivederci.
Il ragazzo californiano fece qualche passo in avanti, si sentiva la voce bloccata in gola, quelle semplici parole faticavano ad uscire.
《Mi spiace...》
Il volto di sua sorella si addolcì subito, affrettandosi a rispondere.
《Ti abbiamo già perdonato... tutti quanti》
Dipper cercava di processare quello che gli aveva detto, quelle parole gli avevano riempito il cuore di gioia mentre la voce per un attimo prese un tono di serietà, quasi un avvertiemento.
《Tu in questo momento non te ne accorgi, ma dei medici già ti hanno preso, sono passati già dieci minuti, ma sooravviverai se ci metti tutta la tua forza di volontà. Vai avanti per noi》
Aveva poi concluso lei con un sorriso.
Il ragazzo moro fece qualche passo avanti sorridendo contento, sapeva già cosa voleva.
《Posso restare qui?》
Quella domanda innocente fece sobbalzare di sorpresa la ragazza, ma poi annuì con un sorriso mesto, gettandosi verso di lui ad abbracciarlo.
Sì, ora era a casa.

Dum. Dum dum. Dum. Du___________________________

((Ho promesso il lieto fine ed eccolo qua! Ora è felice con la sua famiglia e Bill l'ha fatta franca!! Ok si lo so sono stata un infame bastarda ma volevo dare un insegnamento. Come Bill ha detto a Dipper il bene non vince sempre. Siamo sempre abituato alle storie dove ciò accade, ma purtroppo la realtà non è sempre così. Purtroppo si può anche fallire e questo ce lo dimentichiamo sempre.
Bhe, alla prossima storia!
Shir
Non mi uccidete vi prego 🙈

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⏰ Last updated: May 28, 2016 ⏰

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