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Probabilmente è ubriaco.
Ma solitamente non beve.
Ma non posso ricadere nuovamente, dato che fino a due secondi fa stavo pensando di andarmene ora, e circa cinque minuti fa, Jeremy, mi ha fatto capire chiaro e tondo che a Josh non gliene frega un cazzo.
E non posso mandare a fanculo tutto quello che ho imparato oggi, a lui non importa realmente di te.

Non so che divertimento ci sia nell'usare le persone in questo modo.
Però nin voglio essere trattata così e questo è un gioco che si può giocare in due, purtroppo aldilà della scuola non cobosxo nessuno, i miei amici sono tutti a New York e nel mentre ero lí, per risolvere la questione di Ashton, non ho avuto occasione di vederli.

Quando arrivano le pizze, Caroline, mantiene la parola, offrendomi un pezzo della sua pizza, io accetto anche se il mio stomaco è chiuso.
Intanto sento Jeremy e un altro ragazzo, parlare di un locale qui vicino, con ottima musica.

Non so se stiano effettivamente programmando di andarci dopo ma per il momento non m'importa.
E non so in che modo, finisco col pensare a come sarebbe avere una relazione seria e stabile.
Immagino che l'esperienza di Ashton avrebbe dovuto segnarmi, ma non credo l'abbia fatto più di tanto.
Nel campo sessuale, dopo quelle esperienze non ho avuto problemi ed immagino che non dovrei averne sul campo sentimentale o emotivo.

"Meredith?" Jeremy, mi spintona leggermente per farmi rinvenire.
"Oh scusa, dimmi."
"Sei disposta a venire in un locale qui vicino, dopo cena?"
"Ma la scuola.."
"Abbiamo anche noi le lezioni domani, basta un pò di autocontrollo con l'alcool e andrà tutto bene." Dice affettuosamente Caroline, è così fastidiosamente disponibile.
Quindi, mi limito ad annuire sorridendo falsamente.

--

Non tutti sono voluti restare, ci siamo io, Caroline, Josh, Jeremy e quello che era vicino a lui, Mike, mi sembra che si chiami.

Comunque siamo arrivato da mezz'ora e sono già ubriaca.
Esattamente, non ho autocontrollo, ho almeno, non stasera.
Non me la sento di andare in pista, so già che finirei nei casini, mi limito a guardare il vuoto.
Intravedo gli altri, ballare e divertirsi, senza aver bevuto un drink.

Mi alzo svogliatamente dirigendomi verso il bagno, non perché ne abbia bisogno, semplicemente voglio vedere se uno di loro si accorge della mia assenza.

Non c'è molta gente nel bagno, allora mi siedo su un lavandino, appoggio i gomiti sulle ginocchia e fisso dritto davanti a me.
La stanza comincia a girare, prima piano e poi in fretta, poco dopo sono per terra.
Inizio a gattonare fino al gabinetto, e attendo che arrivino i conati, che non si fanno aspettare.

Mentre vomito, le sento.
Un paio di mano che mi raccolgono i capelli e qualcuno che si inginocchia dietro di me.
Mi volto e, rimango un pò delusa nel vedere Caroline.

"Ehi tutto bene?" Mi chiede, sembra realmente preoccupata.
"Umh... Si" borbottò.
"Questo non è esattamente quello che intendevo per autocontrollo. " dice facendomi ridere.
"Ascolta appena ce la fai, esci, dico a Josh di portarmi a casa." continua uscendo dal bagno.

Aspetto che la stanza si fermi e mi alzo, ma riprende tutto a muoversi, faccio del mio meglio, per uscire dal locale in poco tempo.
Quando esco Josh è appoggiato al muro, con in mano una sigaretta, io mi siedo sul bordo del marciapiede, appoggio i gomiti sulle ginocchia, e metto la testa tra le mani.
Non so per quanto tempo, restiamo in quel silenzio, ma non mi rendo neanche conto che Josh è seduto vicino a me.

Quando non riesco più a sopportare quel silenzio, parlo. "Potevi dirgli che non volevo venire. "
"Volevo farti capire come stanno le cose." La sua voce è così distante.
Io mi alzo di scatto, errore.
"Tranquillo l'ho capito." Inizio a camminare a passo veloce, ma senza rendermene conto, cado per terra.
"Siamo troppo lontani, ti porto a casa io."

Non ribatto, ha ragione.
Ha sempre fottutamente ragione.
Perciò mi alzo, più lentamente questa volta, e lo seguo.
Appena salgo in macchina, penso al mio ritorno, mi dovrò lavare, e cambiarmi e ... Lucas, di incazzerà di sicuro.
"Jooosh." dico come se prima non mi avesse detto che non gl'importa di me.
"Che vuoi."
"Devo restare da te, Lucas mi uccide se mi vede di nuovo brilla. "
"Brilla? Sei ubriaca marcia."
"Dato che sono piccola, sono acerba."
"Meredith... Faceva pena."
Purtroppo io continuo a ridere, ignorandolo totalmente.
E quando ci fermiamo davanti a casa sua, emetto un grido trionfale.
"Shh, ci sono i miei in casa."
"E domani come.. "
"Vanno via presto, tranquilla. "

Entriamo in casa, fa strano vederla vuota, senza decine e decine di persone.
Continuo a barcollare, fino alle scale, poi mi appoggio alla ringhiera per un secondo, e Josh mi prende in braccio, un'espressione confusa mi si dipinge in volto.
"Cadresti. " dice tranquillamente.

Arrivati in camera sua, mi impossesso del bagno, cerco uno spazzolino, e stranamente ne trovo uno nuovo e mi lavo i denti, poi mi sciacquo il viso, infine mi metto una cuffia per capelli e mi lavo il corpo, poi mi metto un asciugamano intorno al corpo ed esco.

"Come fossi a casa tua eh."
"Zitto, mi scoppia la testa. " inizio a lamentarmi.
"Mettiti questa." dice porgendomi una maglia grigia tinta unita.
"Emh.. Ascolta penso che la metterò anche domani a scuola, non voglio mettermi la maglia di sta sera."
"Okay, okay. "
Mi butto nel letto.
"Josh?"
"Che vuoi? "
"Perché nel bagno hai uno spazzolino nuovo?"
"Per quando una ragazzina ubriaca si ferma a casa mia."
Mi metto a sedere e metto il broncio.
"Non sono una ragazzina ho 19 anni! "
"E io ne ho 22." dice fissandomi dritto negli occhi.
Io rimango imbambolata.
Lui mette sù un ghigno.
"Buonanotte Meredith."
Fisso per un attimo di fronte a me.
"Buonanotte. "







SONO VIVAAAAAA.
okay sono quasi DUE MESI che non aggiornavo.
Non so nemmeno se qualcuno segue ancora questa storia .
Se ci sei, GRAZIE PER LA PAZIENZA.
Vi spiego, ho avuto zero idee in principio. Zero voglia di scrivere, anche perché è estate e tutto, le mie uscite sono quatriplicate perciò non avevo né tempo né voglia.
Spero che questo misero capitolo vi piaccia.
A me no.
Comunque scusate gli errori grammaticali.
E vi adoro. 🙈❤

YOU CHANGE MY WORLD// JOSH HUTCHERSONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora