"Di cosa stavate parlando prima tu e Carlo?" chiede Luca non appena Carlo esce dalla stanza per andare da un ragazzo.
"Di niente"
"Si, proprio, di niente" dice e sbuffa.
"Davvero"
"Dai Aury non mi prendere per il culo!" dice scocciato.
"Sono fatti nostri..."
"Si, va bene, buonanotte" dice e spegne la luce dopo essersi steso di fianco a me.
"Notte" scendo con fatica dal letto e mi siedo aulla sedia a rotelle, poi mi sposto verso la porta e la apro.
"Aury" sento sussurrare.
"Cosa vuoi?"
"Vieni qui"
"No"
"Ti prego" richiudo la porta e mi avvicino al letto.
"Ce la fai ad alzarti?" chiede.
"No"
Scende dal letto e compie l'azione che aveva fatto poco prima Carlo per sollevarmi sul letto di Luca.
"Scusa" dice e mi abbraccia.
"Stavamo parlando di te"
"E che vi stavate dicendo?" chiede curioso. Riesco ad intravedere la curiosità nei suoi occhi anche se è buoio.
"Secondo Carlo mi vuoi bene"
"E certo che ti voglio bene. Come si fa a non adorare una creatura come te" dice e poi si avvicina a me. Mi guarda sue secondi negli occhi e poi mi morde il naso.
"Ei!" urlo e lo spingo lontano da me, "non mordermi il naso!"
"Ma è saporito"
"Ah te lo mordo io il naso!" dico ma poi la mia vocetta interiore mi ferma: si, il naso! Io morderei quelle belle labbra."Aury, allora come stai?" chiede la dottoressa entrando in camera con Maria.
"Benone!" dico ed è la verità, ieri sera ho scherzato tutto il tempo con Luca e prima di addormentarmi mi ha avvicinato a se abbracciandomi. Poi per fortuna la mattina mi sono svegliata in tempo per tornare in camera senza esser vista da nessuno.
"Come mai tutta questa allegria? Ti ha chiamato il morosino?" chiede scherzando.
"Eh, magari dottoressa, magari!"
"Torniamo seri" dice e io cerco di esserlo, anche se non lo sono mai stata.
"Hai sentito qualche dolore durante la notte?" chiede.
"No"
"Ieri pomeriggio?"
"No"
"Questa mattina?"
"Neanche"
"Penso che sia perfetto! Per le dodici devi essere nella sala 12, ti cambieranno le bende" dice e subito mi sale il panico.
Non sono ancora pronta a vedere il mio corpo senza la mia gamba destra, ancora non posso farcela.
"Bene, ci vediamo più tardi" dice la dottoressa e poi se ne va, lasciandomi da sola con Maria.
"Tutto okay?" chiede Maria.
"Non voglio vederla"
"Tesoro, quando la vedrai sará tutto passato, devi stare tranquilla"
"Tu la fai facile"
"Non e difficile quanto pensi, devi solo mantenere i nervi saldi e non farti prendere dal panico. Fará un po' senso, però è tutto okay""Ciao Aurora, io sono Franco" dice un signore sulla cinquantina e poi ci stringiamo le mani.
"Puoi appoggiarti sul lettino" dice e lo indica, di fronte ad uno specchio. Fantastico. Mi avvicino al lettino e con un po' di fatica mi ci siedo sopra,
"Ora ti tolgo le bende, stai ferma" dice e comincia a togliere bende su bende dalla parte dove è stata tolta la mia gamba.
"Ho finito, vado a prendere altre bende" dice e se ne va.
Cerco di non guardare il riflesso di me sullo specchio fissandomi le mani sudate e tremanti, però si sa che la curiosità vince su ogni cosa.
Il mio occhio si posa sul riflesso dello specchio, davanti a me ci sono io, senza gamba.
Non so che fare, sono sempre stata sensibile a queste scene e spesso mi sento male, però questa volta non è così. Sento una delusione incolmabile dentro di me, non sono riuscita ad abbattere il cancro prima che mi togliessero la gamba. Potevo farcela, ma non ci ho messo tutta me stessa, lo so.
"Eccomi" dice Franco tornando e mi fascia di nuovo la 'gamba',
"Ho finito, ci vediamo fra tre giorni alla stessa ora" dice e se ne va.
Riguardo la mia "gamba" fasciata e una lacrima mi riga il volto fino a cadere sulla gamba sinistra. Un'altra lacrima scende ancora, e ancora un'altra.
Ad un tratto davanti a me si posa una figura, faccio fatica a vederla per via delle lacrime agli occhi. Mi fissa per qualche momento e poi mi abbraccia. Lo riconosco dal suo profumo, un profumo dolce che piano piano fa calmare le mie lacrime, fino a che non smettono di scendere più.*Pov Luca*
L'idea di abbracciarla e stata la prima che mi è venuta in mente quando l'ho vista piangere. Odio vedere le persone piangere, figuriamoci vedere lei. Le sue lacrime piano piano smettono di scendere e in quel momento mi stacco da lei e le do un bacio sulla fronte. Con la manica della maglia le asciugo il viso bagnato mentre lei mi fissa.
"Voglio andare in camera" dice sussurrando e io annuisco, mi siedo sulla sedia a rotelle e lo fa anche lei. L'accompagno fino alla sua camera e aspetto un suo segnale per poter entrare, non vorrei entrare per poi esser cacciato in malomodo, questi sono momenti fragili che ho passato anche io.
"Ti va... Di farmi compagnia?" chiede sussurando ancora.
"Certo" entriamo in camera sua e lei si siede sul letto, mi metto di fianco a lei e proprio in quel momento il mio stomaco brontola. Mi giro verso di lei e vedo formarsi un piccolissimo sorriso sulle sue labbra,
"Hai fame?" chiede smettendo di sussurrare.
"Eggiá"
"Vai a mangiare"
"E dovrei lasciarti qui da sola?"
"Tranquillo, se stai via per qualche minuto non muoio"
"Facciamo così, vado e torno fra cinque minuti, non un secondo di più"
"Va bene" dice e vado di corsa verso la porta.
Corro fino alla mensa con la sedia a rotelle e vado a prendere la frutta. Trovo un enorme cestino di noci pesche mature, controllo che nessuno mi guardi e le rubo. Corro di nuovo in camera e non appena mi vede sul suo viso si forma un sorriso a trentadue denti.
"Hai portato le pesche?!" chiede quasi urlando.
"Deduco che ti piacciono"
"Mi piacciono? Io le adoro! Dai lanciane una" faccio quello che mi ha detto e l'addenta subito.
Ne mordo una anche io e poi mi metto a ridere.
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New life
RomanceNon è mai stato facile per nessuno iniziare una nuova vita. Aurora cambierá casa, non vedrà più i suoi amici per un bel po' di tempo, e non sa neanche se li rivedrà. Però c'è lui, sbruffone e carino che riuscirà a farle capire che anche in un ospeda...