Che cosa c'è in un nome? Quel che noi chiamiamo col nome di rosa, anche se lo chiamassimo d'un altro nome, serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo.
(William Shakespeare)Mi piace così tanto scrivere. Mi piace ancora di più leggere.
Mi piace l'odore del mare,il sole addosso e la salsedine tra i capelli che volano liberi nel vento delle caldi stagioni.
Mi piace restare seduta sugli scogli e poter essere raggiunta da qualche timido schizzo d'acqua portato sù dalle onde.
Ma tutto questo mi è sempre piaciuto.
.
E adesso che sono a casa desidero troppo rivivere queste sensazioni.
Mi piace la scrittura,molto di più però quella a penna perché i pensieri così passano diretti dal cuore all'inchiostro.
Non ho nessun tasto per poter tornare indietro e modificare un intero periodo. Ho solo una penna e un foglio e questi mi bastano.
.
Ho passato tanto di quel tempo a chiudermi dentro pensieri troppo grandi per la mia, di testa.
Mi sono appesantita l'anima.
Mi sono fatta male da sola.
Per cosa?
Per una persona.
Solo al pensiero la mia mente va in Stand-by,si blocca e rivive troppi ricordi che provocano troppo rumore.
Ricordi felici. Così felici che quelli infelici sembrano ridicoli al confronto. Peccato che abbiano preso il sopravvento i secondi.
Ci sono delle sere o dovrei dire delle notti,che le lacrime escono fuori con il loro modo di fare ribelle e per quanto io voglia dimostrare alle persone ed a me stessa di essere forte ,non lo sono minimamente.
E' un momento.
Questione di minuti.
Ripenso a tutto il percorso , quello che mi ha portato a questa specie di traguardo . Mi chiedo se alla fine ho anch'io sbagliato qualcosa e ritorno sempre alla stessa conclusione.
Non posso essere sempre io.
Non posso essere presente sempre per chi non lo è con me.
Non posso pregare le persone.
Non posso essere sempre io il collante dei rapporti umani.
Il momento.
Quello passa.
Le lacrime scendono e mi maledico ogni volta.
Mi maledico ancora di più quando mi ritrovo sul letto dove di fianco a me,non ho fazzoletti e per la mia inerzia sono costretta a tirare su col naso.
Un caso disperato il mio.
Sono sempre pronta a dire di averla superata,la cosa,quando poi, in un battito di ciglia mi ritrovo a vagare con la mente percorrendo sentieri malandati.
.
E così lo voglio scrivere.
Questa non è una storia .
Questa è la storia.
Non parla d'amore.
Oppure ne parla. Non ho una descrizione ben definita.
Dipende un po' da come voi vedete e vivete i rapporti umani.
Per me sono tutti messi sullo stesso livello e quindi mi piace trattarli allo stesso modo.
.
Questa storia parla di una ragazza che, nonostante le sue debolezze tira avanti,nonostante i pugni allo stomaco ha ancora la forza di rialzarsi.
N/A:
Ho iniziato a scrivere wilted roses quattro anni fa e non fa che venirmi in mente la canzone di Aiello (la mia ultima storia), e cazzo sembra scritta apposta per me.
Ho iniziato a scrivere wilted roses per esigenza, per aiuto a questo periodo costellato di perdita e dolore.
Non so se abbiate mai perso la vostra anima gemella, e non sto parlando di un ragazzo ma della mia migliore amica.
Ho deciso di ripubblicare queste parole perché oggi è il suo compleanno. E dovrei revisionarle ma lo farò più in là , ma le ripubblico perché ad oggi mi manca ancora ma ammetto di stare bene. Ammetto di aver abbattuto i muri.Di questo ne parlaró sicuramente.
STAI LEGGENDO
Wilted Roses
General Fiction~autobiographical stories Ma se non scrivo le mani prendono fuoco e la mente inizia a pizzicare. Ció che resta di tutti i viaggi è il profumo di una rosa appassita. (Cavidan Tumerkan) Cover by harrjsgraphic