Capitolo uno

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Puoi fuggire via, staccare con il tuo mondo, non lasciare traccia di te, ricostruirti una vita.Mentire a tutti e specialmente a te stesso, ma ricorda, non potrai mai fuggire dal tuo specchio perché ogni volta che ti specchierai in esso, lui si rispecchierà in te.

Era solo una frase,una frase che in questa situazione non veniva per niente rispettata.Il mio intento era ben altro. Andar completamente via,non lasciare più tracce di me,essere totalmente un'altra persona ,ricominciare la mia vita da zero.Era da giorni che cercavo un posto dove andare a vivere, bastava anche un piccolo appartamento in qualsiasi città,non importava dove.L'unico che trovai fortunatamente fu a New York o per meglio dire nei pressi, insieme ad una mia cugina che da un bel po' si era trasferita lì.Ho sempre dovuto occuparmi di due persone sia fisicamente ed emotivamente per nulla.Ho dovuto lavorare per pagare un tetto dove stare,è giunta l'ora che prenda lei le sue responsabilità,io non ci sarò più.Riguardo il lavoro per vivere, mia cugina lavora in un piccolo bar proprio per questo cercheró di sopravvivere e di lavorare lì. Non avendo mai provato a fare la barista non so cosa mi aspetterà.Quei pochi soldi guadagnati provenivano dal panificio della mia zona.Dove poi mi licenziarono per colpa di quella psicopatica di Molly una perfetta idiota che mi rese totalmente la vita un disastro.Dopo aver controllato per un ultima volta il giorno della partenza,chiusi il mio portatile, mettendolo in un angolo della mia scrivania dal legno leggermente scheggiato.Pensai che andare via di qui porterà solamente bene,sia a me,ma soprattutto a tutti quanti che si darannoalla pazza gioia. Faró un di certo un bellissimo favore. Ad ora di cena scesi giú e trovai mia madre nella sua solita postazione seduta su quella sedia vicino al tavolo a fissare un punto della stanza immersa tra i suoi pensieri.Entrai in cucina non degnandola di uno sguardo,vi fu solamente qualche parola che lei personalmente pronunció e io feci finta di ascoltare.La cena la preparai io anche per lei,lei diceva di non aver voglia di cucinare,da quando papà finì dietro quella cella faccio io da madre praticamente a lei e la cosa non va affatto bene. La madre è comunque lei o per lo meno dovrebbe essere lei.Cucinai della pasta e presi il ragú pronto in scatola che feci riscaldare in un pentolino a parte a fuoco lento.Lei si preoccupò solo di apparecchiare la tavola come il suo solito.Misi i piatti a tavola sedendomi al mio posto.

《Quando la smetterai di apparecchiare anche per papà?》dissi infastidita mangiando solo quattro fili di pasta non avendo molta fame,non lo capiva proprio,lei cambió argomento con un'altra domanda.

《Cosa hai deciso?》
Mi chiese con un tono più o meno triste,d'altronte se io sono diventata cosí e ho deciso di andar via è anche per colpa sua e non l'avrei perdonata per quello che ha fatto e continua a rinfacciarmi.

《Ho deciso di andare via Qui non ho nessuno e non ho nemmeno piú una madre visto che appoggia l'idea di altre persone invece che credere in sua figlia.Mi dispiace solo per papà,perchè dovevi esserci tu dietro quelle sbarre e non lui.Lo amavi talmente tanto che infatti si è visto cosa è successo.Non sei degna di essere definita madre Elizabeth.》Mi alzai da tavola dirigendomi verso camera mia sbattendo la porta con piú forza possibile per procurare rumore.Ero arrabbiata con lei cosí tanto che non volevo piú vederla, nè sapere qualcosa di quella donna.

《Per questa sera tenta di lavargli tu i piatti.Le manine le hai e non ci fa niente se le metti in uso per qualche volta.Ti ho trovato lavoro da Cecilia, la vicina di casa.Il guandagno è abbastanza per vivere in questo schifo di casa da sola.Io andró via da te e di me non ne avrai piú tracce e per favore fai finta che io non esista okay?》

Urlai chiudendo la porta della mia camera a
chiave.Sapevo che tra meno di due minuti avrebbe provato a chiedermi scusa e che le dispiaceva di tutto.La verità è che non le dispiaceva affatto,così per evitare che venisse a farmi la sua solita scenata imparata ormai a memoria, non le permisi di entrare.Era solamente una attrice,e che brava attrice direi.

《Almeno puoi dirmi quanto partirai?》Continuava a battere i pugni contro la porta.Non aveva capito che non le avrei aperto neppure pagata.Non aveva capito che di lei non me ne importava più niente?non ha fatto altro che procurarmi dolore.

《Prima che tu te ne accorga,fidati.Adesso vai a dormire per favore.》
Non sentii più nessun'altro rumore solamente dei passi ,segno che davvero fosse andata via.Mi lasciai cadere lungo la porta e strizzai gli occhi forse per la frustrazione.Mi sentivo dannatamente in colpa, ma se lei diceva tanto di ritenersi davvero una buona madre non avrebbe neppure dovuto azzardarsi a fare una cosa del genere. Mi alzai sospirando da terra correndo verso il letto,gettandomi a peso morto.Mi mancava cosí tanto mio padre.Mi mancava la mia famiglia,mi mancava tutto e adesso quel poco di famiglia rimasta la stavo abbandonando.Lei era la persona che mi aveva messa al mondo questo è anche vero,ma anche la persona che l'ha resa un inferno insieme a molte altre persone,per questo voglio scappare,fuggire da questa situazione che giorno dopo giorno, mi divora non lasciandomi via di scampo.Ho bisogno di farmi conoscere dalle persone per ció che sono e non per ció che alcuni pettegolezzi non veri dicono.Ho bisogno di qualcuno che mi accetti nonostante sono un disastro.Ma se ció  si rivelasse l'ennesima delusione?Io non so chi possa trovarmi davanti,io non so cosa potrà succedere.Ma tutto ciò lo scopriró solo vivendo,lasciandomi alle spalle un passato che forse mi torturerà per sempre.

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-Giorgia&Agata
Speriamo con tutto il cuore che questo capitolo vi piaccia,alla prossima❤

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