Capitolo tre

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Si chiama "destino" ed è quasi parente di "destinazione": un po' per dirti che lo scegli tu, il tuo destino, come scegli tu dove scendere alla fermata del tram o a quella del bus oppure prendere l'aereo; un po' per dirti che non scegli tu tutto. Perché il destino non è solo una destinazione, è anche quello che ci sta in mezzo tra il punto di partenza e quello di arrivo.E cosí mi svegliai dai miei pensieri,dalla lettura che avevo ormai abbandonato da un pó pronta per l'atteraggio e per la nuova vita che mi aspettava appena scesa da questo maledettissimo aereo.L'aereo atterrò prima che potessi rendermene conto e la sensazione quando stava per andare giú era come le montagne russe o l'altalena , davvero brutta e fastidiosa.Dopo che misi in spalla la mia borsa e presi il mio borsone a mano mi recai verso l'uscita dell'aereo dove prima di andar via diedero a tutti noi passeggeri un cioccolatino.Subito dopo misi piede fuori dove a tenermi compagnia vi era la "magnifica" area gelida.Mi sentivo parecchio sola, tutti viaggiavano in compagnia di qualcuno, avevano chi era pronto aspettargli,e io speravo soalmente che mia cugina non si fosse dimenticata del mio arrivo e di non dover prendere un'altro taxi per arrivare all'appartamento.Arrivai davanti all'entrata non esitando ad entrare.Vi fu un vero e proprio sbalzo di temperature e incrociai le dita sperando che non mi venisse una febbre visto che i miei anticorpi hanno dei veri e propri problemi in questo periodo dell'anno.Una volta dentro l'aereoporto,aspettai che la mia valigia arrivasse ma a disturbarmi come sempre dalla mia concentrazione fu il mio telefono che squilló con quella suoneria un pó diabolica.Dovevo cambiarla ma in un modo o nell'altro non trovavo mai il tempo.E bene si mia cugina non mi aveva dimenticata fortunatamente, visto che era proprio lei a chiamarmi.

《Katrin》
Cercai di tentar di essere felice,in realtà in parte lo ero,ma dall'altra no un pó per tutto quello che é successo prima di arrivar qui.Il viaggio che ho dovuto affrontare,la stanchezza,ho chiuso occhio pochissime volte visto che il rumore era davvero assordante.Non ero messa nell'ala dell'aereo ma bensì vicino ai macchinari il che rese tutto più brutto e non rilassante.La prossima volta ci penseró due volte a scegliere il posto dove stare per questa volta passa. I miei occhi erano pur sempre puntati sulle centinaia di valigie che scorrevano.Sperai di trovar la mia al più presto.

《Ti sto aspettando all'uscita dell'aereoporto ci sta parecchia confusione tra chi va e chi viene,non vedo l'ora di rivederti》 disse lei,si poteva notare benissimo dalla sua voce di essere davvero felice per il mio arrivo qui a New York.Io un pò di meno,timorosa,per ció che avrei dovuto affrontare.
Presi la mia valigia cercando di non far cascare il mio povero telefono che tenevo fra l'orecchio e la spalla.

《anche io non vedo l'ora di vederti ho preso adesso la mia valigia e mi reco fuori appena riesco,visto che sembra alquanto impossibile ,ci vediamo dopo》lei riattaccó dopo avermi salutato velocemente emozionata. Io cercai di uscire da quell'aereoporto anche se sembrava una cosa parecchio difficile.
Vi erano vari tipi di persone:chi piangeva,chi parlava stressandosi al telefono,chi si abbracciava,chi aspettava l'arrivo del proprio parente,fidanzato,padre che sia.Ero davvero l'unica dove dello stato d'animo non vi era traccia,uscì da quel luogo cosí affollato e trovai di spalle una ragazza infreddolita intenta a sistemare la sua sciarpa rossa che le copriva gran parte del collo.Era alquanto bassa ricordo che da piccole la più alta era pur sempre lei e prendeva in giro me essendo un metro e tanta voglia di crescere.Per quanto riguarda le temperature presenti alla fantastica New York erano davvero basse,esattamenre stavo morendo congelata,cosí velocemente cercai qualcosa che potesse coprirmi meglio nella mia borsa.Trovai la mia sciarpa nera,si io e il nero andiamo abbastanza d'accordo é l'unico che si abbina a tutto e lo so che il mio armadio è riempito solo di cose nere.I colori non voglio stringere amicizia con me; stiamo affrontando un momento di crisi e non siamo intenti a risolvere.Ritorniamo comunque a noi.Lei si giró di scatto e abbozzó un sorriso per poi venire verso di me accogliendomi in un caloroso abbraccio che ricambiai stranamente con molto piacere.La cosa mi sorprese non era da me, ma ne avevo bisogno.Katrin mi porse sorridente un peluche bianco,io adoravo i peluche come le videocasette della Disney ne uscivo matta e facevamo uscire un lato di me bimbesco quasi da far paura.
《Oddio,Katrin non dovevi,grazie》la riabbracciai nuovamente e lei mi rivolse un piccolo sorriso.
《Una volta che qualcuno accetta i miei regali》affermó lei.Scoppiammo a ridere,i regali di Katrin erano sempre pessimi,comprava qualcosa che potesse piacere a lei e non agli altri.Regali di non gusto,regali finti apprezzati,questa volta peró ha azzeccato in pieno.Brava Katrin.

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