Capitolo due

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Il gran giorno era ormai arrrivato.Guardai la valigia appoggiata sul letto,la fissavo talmente tanto da farmi anch'io stessa paura.Ma facendo ció mi convincevo sempre di più di ciò che stavo per fare.L'afferai dal letto e scappai giù fino ad uscire totalmente di casa.Lì trovai mia madre o per meglio dire e definirla Elizabeth la salutai giusto un pó bruscamente.Stava appoggiata al piccolo cancelletto bianco ormai sporco e arrugginito e aspettava come me il taxi per andar in aereoporto.Elizabeth mi afferrò il polso prima che andassi definitivamente via da lei e dalla "mia" casa.

《Dimmi》

Dissi senza guardarla più di tanto con molta fretta.Il taxi era arrivato e non penso che avesse tutto questo tempo a disposizione da spendere con me e le mie chiacchiere con mia madre.

《Nulla,solo spero che non sia questa la tua vera e propria decisione definitiva e verrai a trovarmi qualche volta.Ehmm..allora ciao El.》

Annuí mentre lei lasció la presa,la salutai anch'io e salì sul taxi.Avevo portato solamente meno della metà dei miei soldi il resto avevo deciso di lasciarlo a lei,io avrei comunque lavorato ma per adesso preferivo che lei potesse avere consolazione riguardo il denaro per poter vivere almeno i primi giorni prima che lei iniziasse a lavorare da Cecilia.Dopo aver comunicato all'autista la destinazione lui non esistó ad accompagnarmi,c'era abbastanza traffico cosí la mia preoccupazione di perdere l'aereo si fece sempre di piú sentire.Fortunatamente la coda non durò per molto e riuscimmo ad arrivare all'aereoporto in tempo.Dopo aver fatto tutti i controlli e imbarcato la mia valigia aspettai insieme agli altri passeggeri che ci comunicassero qualcosa.Così dopo all'incirca venti minuti si sentí il suono del microfono.

《Informiamo i gentili passeggeri,che il volo per New York City parte tra esattamente cinque minuti,invitiamo quindi a controllare il proprio biglietto all'adetto che trovate alla vostra destra detto ció vi auguriamo buon viaggo.》 Dopo aver sentito l'informazione dalla dolce voce ,mi alzai leggeramente felice e presi la mia borsa contente tutto ció che poteva servirmi durante il lungo viaggio:cuffiette,fazzoletti e per non mancare il mio amato libro.Mi misi infila dietro gli altri passeggerei e aspettai il mio turno.
Guardai i numerosi bambini con i propri genitori che erano emozionati di salire per la prima volta su un aereo e di viaggiare verso una meta in qualche parte del mondo mai esplorata.Ridevano e saltellavano senza alcun problema o paura di farlo,con la spensieretezza che qualsiasi cosa brutta potesse succedere potevano comunque trovar rifugio nelle braccia dei propri genitori.Anch'io vorrei tanto ritornare a quand'ero solo una bambina,forse solamente lì erano i bei periodi in cui potevo considerarmi davvero felice.Tranne per i vari litigi che ogni sera dovevo pur sempre sentire.I miei litigavano cosí tanto non redendosi conto che in quella casa ci stavo pur sempre anch'io.Cosí l'unico mio rifugio non erano le loro braccia,ma il mio armadio,mi chiudevo lí per non sentir nulla.Per il resto potevo comunque considerarmi una bambina felice al punto giusto.Ma si sa che le cose belle nella vita passano così in fretta, che neppure hai tempo per accorgertene.Adesso sono una ventenne con una madre alcolizzata che soffre di depressione e con un padre dietro una maledetta cella.Non sono più quella bambina dolce,innocente e spensierata ma una "giovane adulta" che scappa da casa sua e dalla sua città natale,per dimenticare il passato,che forse la tormenterà per sempre.Persa nei miei pensieri,non mi accorsi di essere arrivata davanti alla signora dai capelli biondi,impegnata a controllare frettolosamente il mio biglietto annunciando che potevo benissimo recarmi fuori dove ad aspettarmi vi era il mio volo solo andata per New York. Trovandomi fuori andai verso l'aereo,salí le scale e cercai il posto che mi fu assegnato. Esattamente il numero 13.Lo trovai e dopo aver posato la mia borsa a mano,mi sedetti alla destra in modo da poter vedere il panorama, posai l'altra mia borsa fra le gambe e presi il mio libro preferito "Cime tempestose" prendendo una pagina a caso non dando molta importanza.Non mi stancherei mai di quel libro.Mentre mi trovavo immersa nella mia lettura sentii un tonfo alla mia sinistra,il che significava che qualcuno si era appena seduto oppure seduta al mio fianco. Non mi girai nemmeno,non mi importava di chi potesssi aver al mio fianco,ormai non mi importava di niente e di nessuno,solo di me stessa..

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